ACQUA/ Bollette del Tubone: ancora su Cervignano (dal Piccolo)

IL Piccolo

MARTEDÌ, 16 MARZO 2010 Pagina 10 – Gorizia

Allacciamenti al Tubone,inchiesta della Procura

Riguarda l’inquinamento dell’Ausa e la mancata restituzione di somme indebitamente pagate

CERVIGNANO Nelle case di Cervignano indagini a tappeto sugli scarichi fognari. Bollette del Tubone sempre nella bufera, dopo che, l’anno scorso, il Comitato di difesa ambientale della Bassa friulana ha segnalato alla Procura della Repubblica il problema degli scarichi fognari delle abitazioni che riverserebbero direttamente nel fiume Ausa. Il punto non sarebbe tanto questo, quanto piuttosto le bollette pagate da alcuni cittadini non dovute perchè non allacciati a un impianto di depurazione.
Ora, a distanza di un anno, la Procura della Repubblica si è mossa incaricando la Guardia Costiera di svolgere indagini a tappeto nelle abitazioni di via Volontari della Libertà, di via Divisione Julia e di via del Mercato. Lo ha affermato ieri Giampaolo Chendi del Comitato ambientale di Cervignano, che dice di aver ricevuto le informazioni direttamente dalle famiglie coinvolte dalle nuove indagini. Le recenti verifiche nelle case disposte lungo il fiume Ausa, sarebbero svolte anche da tecnici del Comune, dell’Arpa e dello stesso Consorzio depurazione laguna Spa, conosciuto da tutti come il “Tubone”.
In sostanza, negli ultimi giorni l’equìpe di tecnici avrebbe messo piede direttamente nelle abitazioni dei cervignagnesi per verificare la consistenza degli scarichi fognari. Le verifiche consistono nel versare, nei lavandini e negli altri scarichi, un apposito colorante non nocivo, che permetterebbe, poi, di capire quali abitazioni non sono allacciate all’impianto di depurazione del Tubone. Torna quindi alla ribalta delle cronache cittadine la spinosa questione dell’addebito delle bollette a carico dei cittadini, che avrebbero pagato anche per una depurazione che non sarebbe mai avvenuta.
«Tutto mentre – spiega Chendi – la sentenza della Corte costituzionale 335 dell’ottobre 2008 afferma che, in assenza di depurazione, gli utenti non sono tenuti a pagarla e che i pregressi degli ultimi dieci anni devono essere restituiti. Nel frattempo la delibera della Corte dei Conti regionale del 7 maggio 2009 e la sentenza della Commissione tributaria del 16 marzo 2009 si sono dichiarate favorevoli alle istanze dei cittadini che non avevano la depurazione. Pure il decreto Prestigiacomo di ottobre 2009 e recentemente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ha stabilito che le somme indebitamente pagate negli ultimi 5 anni vanno restituite».
Ora il Comitato ambiente ha contato che, in tutti i paesi afferenti al Tubone, i pregressi ammonterebbero in tutto a di 1 milione e500mila euro. Dal canto suo, il sindaco di Cervignano, Pietro Paviotti, difende il lavoro del Consorzio «che ha sempre lavorato nel rispetto della norma. La sentenza della Corte costituzionale – sottolinea – che pur va rispettata, crea una disparità tra i cittadini fortunati che inquinano e non pagano e quelli più sfortunati che non inquinano e pagano. La denuncia del comitato ambiente mette in moto un meccanismo perverso che obbligherà ad allacciarsi anche chi, soprattutto per problemi economici, non era stato vincolato a farlo dal Comune».
Elena Placitelli