1° MARZO/ Udine: egemonizzato dal centrosinistra

Messaggero Veneto DOMENICA, 28 FEBBRAIO 2010 Pagina 5 – Udine

«Con la crisi gli extracomunitari perdono lavoro e possibilità di rimanere in Italia»

Gli immigrati scioperano: «Ci discriminate»

Domani la prima agitazione dei lavoratori stranieri. In provincia sono 40 mila

ABDOU FAYE (CGIL)

LA PROTESTA

Manifestazione con operai, commessi, badanti, commercianti e imprenditori Appuntamento in piazza San Giacomo. Musica e interventi. Parlerà anche Honsell

di CRISTIAN RIGO

Operai e commessi. Impiegati e badanti. Ma anche commercianti e imprenditori. Tutti stranieri e tutti «stanchi di essere discriminati». Al punto da aver organizzato per domani il primo sciopero degli immigrati. Un’iniziativa che punta a coinvolgere anche gli «italiani stanchi del razzismo» e a dimostrare che «senza il contributo dei lavoratori stranieri la società friulana non funzionerebbe più». Anche perché gli immigrati lavoratori nella sola provincia di Udine sono circa 40 mila.
Per manifestare tutto il loro disagio, gli stranieri hanno scelto la cornice di piazza San Giacomo dove dalle 17.30 alle 21 circa si alterneranno sul palco diversi musicisti friulani tra i quali anche Red Storm Sound, dj Tubet, dj Ng, Urban Lifestyle, Mad Volcano, Dek Ill Ceesa e dj Brain Burger. E accanto alla musica sono previsti alcuni interventi compreso quello del sindaco Furio Honsell. Alle 18, in contemporanea con altre piazze d’Italia, saranno lanciate centinaia di palloncini. La “rivoluzione in giallo” (dal colore ufficiale della giornata scelto per la sua “neutralità” politica e come simbolo del cambiamento) si ispira al movimento francese “La journée sans immigrés: 24h sans nou” ed è promossa dal comitato “Primo marzo 2010 contro il razzismo” che su Facebook ha già raccolto 50 mila adesioni, comprese quelle di tante organizzazioni tra le quali anche Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo sciopero aderiscono pure il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti.
Tra gli organizzatori della manifestazione di domani, curata da Alessandro Oria e Hosam Aziz del Pd, c’è la Cgil che ha rinnovato la richiesta condivisa da tutti i sindacati di adottare delle specifiche misure anti-crisi sul fronte dell’immigrazione. «Perché gli extracomunitari – spiega Abdou Faye, responsabile dell’immigrazione della Cgil di Udine – rischiano di essere due volte vittime del difficile momento del mercato. Da un lato perché sono tra i primi a perdere il posto e dall’altro perché oltre al lavoro possono perdere il diritto a rimanere in Italia. Anche se si tratta di persone che si trovano qui da anni e che per anni hanno lavorato pagando regolarmente le tasse, c’è infatti il pericolo concreto di vedersi negata la possibilità di restare nel nostro Paese. A chi resta senza lavoro – spiega Faye – la legge consente di rinnovare il permesso di soggiorno per soli sei mesi. E oggi, con la maggior parte delle aziende costrette a fare ricorso alla cassa integrazione se non addirittura a chiudere, trovare un’occupazione stabile in sei mesi, non è un’impresa facile». Per questo motivo la Cgil ha chiesto di prevedere, nelle misure anti-crisi, anche la sospensione per due anni della legge Bossi Fini.
Lungo, a parere di Faye, l’elenco delle «discriminazioni» subìte dagli stranieri in Fvg. «Per accedere alle case popolari dell’Ater – ricorda – servono 10 anni di residenza in Italia di cui almeno 5 in reginoe e lo stesso vale per il bonus bebé. Per la carta famiglia ne servono 8 in Italia e 1 in regione. Il fondo povertà è riservato ai cittadini dell’Ue residenti in Fvg da almeno 36 mesi: gli extracomunitari sono comunque esclusi. E gli esempi potrebbero continuare». Ecco perché Faye parla di «un’esasperazione crescente degli stranieri che si sentono penalizzati e presi di mira». Tanto da aver deciso di scendere in piazza.