1° MARZO: sciopero dei migranti |
PER FORTUNA CHE SELIM C’E’ |
… e anche Souad, Amed, Abdou, Irina e Galina… Per fortuna che ci sono loro, i quattro milioni e mezzo di immigrati con i loro 141 miliardi di euro che l’economia nazionale incamera senza distinzione di razza, religione, censo o provenienza.
Per fortuna che ci sono loro a badare ai nonni, a pulirci le case, a costruirle; loro, nei lavori duri da noi dismessi, nelle stalle e nei macelli, nei campi, nelle concerie e nelle fonderie…
Sfruttati/e al massimo, schiavizzati/e, rinchiusi/e e respinti/e (leggi annegati/e) se sono troppi/e.
Dipende dal mercato; clandestino o in nero, se serve va bene, se no, si sancisce il reato di clandestinità, si creano difficoltà estreme per i permessi di soggiorno e allora i CIE sono la vasca di contenimento di esseri umani in soprannumero.
Quando il sistema è saturo o l’azienda delocalizza per sfruttare (e in genere inquinare) più e meglio, tutti dentro, nelle condizioni che sappiamo, che abbiamo denunciato tante volte e che rendono vera l’equazione CIE=LAGER.
[Non dimenticate che ce n’è uno a Gradisca d‘Isonzo; nessuno domani potrà dire: “io non sapevo“]
In più, l’asse portante di questo bel sistema è il clima sociale e (im)morale creato apposta, dedicato, -cui tanto hanno lavorato leghisti e fascisti-, di intolleranza e razzismo affinchè coloro che vengono percepiti come diversi siano diversi=inferiori per cui ci si sente legittimati a vederli/volerli sfruttati, all’occorrenza contenuti, nell’eventualità respinti.
Il cerchio si chiude, il sistema funziona, il capitale ringrazia.
E allora che si fa?
Chi si è fatto la carriera politica sulla carne del migrante continua a farla, anzi di più; il nostro Narduzzi capogruppo leghista in consiglio regionale, continua a insistere sul divieto di cura; e il nostro Burlasconi, impegnato a depistare l’attenzione dal malaffare nel paese di Corruttonia, Tangentalia o Mafiolandia, usa il salvagente che paventa inondazioni di immigrati concertate dalla sinistra (quale?)… Non si sgancia il leader dal riferimento acquatico, come disse a Sali Berisha a proposito degli sbarchi: moratoria sì ma non per le belle ragazze albanesi; carne ancora pregiata per utilizzatori finali. Gli altri a mare!
Chi invece dovrebbe lottare contro il capitale sostenendo le ragioni dei lavoratori; quella gelatina che si chiama sindacato, a forza di non urtare le ragioni del capitale e di non sostenere quelle dei lavoratori da lustri si è scordato le ragioni della sua esistenza, sicchè questi ultimi, i lavoratori appunto, per farsi sentire, devono avere almeno un tetto su cui andare o un S.Remo al quale comparire.
Ammesso che qualche decibel delle loro proteste arrivi alle orecchie della triplice, figurarsi se arriva, de profundis, la voce degli immigrati.
Come hanno reagito a questo sciopero? La più scandalosa ci sembra la Cgil che per bocca di Piero Soldini – responsabile delle Politiche migratorie ha detto: “Che gli immigrati un giorno si fermino tutti e facciano pesare la loro utilità è una bella suggestione, ma difficilmente realizzabile perché essi lavorano in condizioni di assoggettamento, soggezione, neo-schiavismo in alcuni casi subiscono una forte ricattabilità e questo rende arduo che possano mettersi d’accordo e, anche solo per un giorno, alzare la testa”. Il disincentivo anziché il sostegno. No comment.
Cisl e Uil prevedibilmente penosi; per l’una “è inutile parlare alla pancia degli immigrati”, per l’altra “gli italiani non capirebbero questo genere di sciopero”. Tutti a tirare al ribasso. Bravi!
Noi che non ci balocchiamo nel gioco politico, capiamo perfettamente le ragioni dei lavoratori, dei migranti e dei migranti lavoratori; e se anche e un* e un* sol* alza la testa siamo con lui, siamo con lei.
Il primo di marzo e anche dopo.
Centro Sociale Autogestito – Udine 26 febbraio 2010