Da Il piccolo
LUNEDÌ, 14 GIUGNO 2010
CORRIDOIO 5: DOMANI IL VICEMINISTRO CASTELLI NEL FVG
Capodistria-Divaccia, la Slovenia sta correndo
In autunno i lavori del raddoppio ferroviario. Sarà operativo nel 2017. In ritardo il troncone Venezia-Trieste
di MARCO BALLICO
TRIESTE Il viceministro Roberto Castelli arriva domani in missione sulla tratta ferroviaria transfrontaliera Trieste-Divaccia, quella su cui, la scorsa settimana alla conferenza di Saragozza, Italia e Slovenia hanno stretto un “patto a due” per garantirne il decollo, con tanto di impegno per un organo esecutivo comune da attivare entro il prossimo ottobre.
Ma, in attesa di sviluppi concreti, il memorandum d’intesa siglato dai ministri dei Trasporti di Francia, Italia, Slovenia e Ungheria, con la benedizione di Laurens Jan Brinkhorst coordinatore europeo del progetto prioritario 6, e del vicepresidente della commissione Sim Kallas, contiene anche un inequivocabile riassunto: mentre la sezione Venezia-Trieste “is lagging significantly behind” (è in forte ritardo), la Slovenia corre, eccome corre.
Debora Serracchiani, membro della commissione Trasporti dell’Europarlamento, rincara la dose: «La Slovenia corre a prescindere dall’Italia». E conferma che il memorandum, nella pagina in cui fa il punto della situazione sull’avanzamento dei progetti, “certifica i ritardi del nostro Paese”.
Il testo denuncia in particolare il ritardo della Venezia-Trieste, a fronte di tutta una serie di operazioni slovene. La costruzione della nuova linea ferroviaria Divaccia-Capodistria, si legge, inizierà entro novembre 2010 e si concluderà nel 2017. Per questo scopo, il Parlamento sloveno ha adottato lo scorso aprile una legge che sblocca le operazioni di finanziamento. I lavori, si spiega ancora nel memorandum di Saragozza, sono già iniziati con la realizzazione di un nuovo sistema di segnalazione e il riammodernamento della stazione merci di Capodistra (probabile conclusione nel 2011). E ancora si stanno progettando le sezioni tra Divaccia e Lubiana e da Lubiana al nodo ferroviario di Zidani Most.
La Serracchiani punta in particolare il dito sul solito problema Veneto, il vero e proprio “buco” italiano del Corridoio 5, riconfermato in ogni caso nella città spagnola tra le priorità europee. Quindi, da finanziare.
«Il ministro Altero Matteoli – afferma l’europarlamentare del Pd – ha certamente fugato i dubbi che i precedenti incontri bilaterali con il viceministro Castelli avevano aperto ma, siglando il memorandum e quel punto della situazione, ha certificato che l’Italia sta segnando il passo. In particolare in Veneto dove, in assenza di un progetto, si è bloccata ogni decisione essendo sempre vive le tentazioni di un percorso lungo la costa. Una scelta che determinerebbe conseguenze non irrilevanti pure in Friuli- Venezia Giulia, posto che la nostra Regione si era accordata sul tracciato adiacente al percorso autostradale».
Questioni che ritorneranno sul tappeto domani in occasione della visita di Castelli. Il viceministro e l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi incontreranno a Divaccia il segretario di Stato sloveno ai Trasporti Igor Jakomin. Della delegazione italiana faranno anche parte l’ambasciatore d’Italia a Lubiana Alessandro Pietromarchi, il capo del dipartimento Infrastrutture del ministero Domenico Crocco, i responsabili di Rete ferroviaria italiana Matteo Triglia e Luca Bernardini.
«Il ministero delle Infrastrutture, la Repubblica di Slovenia e la stessa Regione – ricorda Riccardi – avevano concordato già negli scorsi mesi l’esigenza di verificare un’ipotesi progettuale lungo la cosiddetta direttrice alta, nell’ambito di una fascia territoriale tra Trieste-Villa Opicina-Sesana-Divaccia, evitando in tal modo l’attraversamento in sotterraneo di Trieste e ovviamente comprendendo anche tutte le tratte accessorie e funzionali al porto di Trieste».