Udine.
Gravissime
affermazioni
negazioniste
sulla
Risiera
di San Sabba
Le pagliacciate negazioniste, a quanto si vede,
non interessano a molta gente.
In ogni caso le affermazioni sulla Risiera sono gravissime
e ci attendiamo che qualcuno intervenga.
Ovviamente è per poter lanciare affermazioni di questo genere
che i nazi fanno queste “conferenze”;
chi si presta a questi “dibattiti” è un complice!
MV 13 giugno 2010
DOMENICA, 13 GIUGNO 2010
Pagina 2 – Udine
«La Slovenia indichi dove sono finiti gli italiani scomparsi»
Foibe e revisionismo storico, la Destra: è arrivato il momento di dire la verità
Polemica
RISIERA
Fabbri: «La Risiera di San Sabba non è mai stata
un campo di concentramento, questa
è una delle più grandi menzogne storiche»
Abiura delle conclusioni della Commissione italo-slovena, rivendicazione del revisionismo storico e un appello alla Slovenia perché dica fino in fondo quello che da decenni tace. È questo il refrain dell’incontro “Maschere e volto della storia: uomini e vicende al confine orientale” svoltosi ieri a Udine e organizzato da “Utinum et Patria – Casapound Italia Friuli” (assente Giacomo Scotti, storico e scrittore, che avrebbe dovuto presentare una voce in controcanto).
«Il problema – ha spiegato Giorgio Rustia, studioso delle vicende del Litorale adriatico – non è la quantificazione dei morti nelle foibe che comunque vanno stimati dai 6 agli 8 mila. Il vero nodo è sconfessare la totale mistificazione della Commissione mista italo-slovena». Secondo Rustia, «di tutte queste cose, a parte le rivendicazione slovene sul nostro territorio, l’unica che andrebbe messa a fuoco è che ci dicano dove hanno messo tutti i nostri scomparsi. Questo sarebbe il vero segno di amicizia e riconciliazione. Quali scomparsi? A esempio i 97 finanzieri della caserma di Campo Marzio portati via il 2 marzo ’45 o i 113 prigionieri del carcere di Lubiana, tanto per citare due esempi».
E sul fatto che la commissione Italo-Slovena «non abbia prodotto un bel nulla» è d’accordo anche Diego Redivo, ricercatore, storico, responsabile del servizio didattico presso la Foiba di Basovizza. Il suo è stato un invito al rispetto verso tutti quelli che hanno subìto violenza, rispetto per tutti i morti, perché «ai ragazzi bisogna parlare della Risiera di San Sabba, ma anche delle Foibe di Basovizza».
Tesi questa duramente contestata da Ugo Fabbri, presente tra il pubblico, ex giornalista che scriveva per la Destra e che si è “guadagnato” l’applauso delle giovani “teste rasate” presenti. Fabbri ha contestato duramente Redivo affermando che la Risiera di San Sabba non è mai stato un campo di concentramento. «Le foibe sono vere – ha tuonato – mentre la Risiera come campo di concentramento è una menzogna ciclopica. Dentro c’erano 50 famiglie e i bambini giocavano a pallone. Dentro c’era anche la Croce rossa internazionale. In tutte c’erano sette celle». Già, è il forno crematorio? «Nessun forno, ma soltanto un essiccatoio. E i morti presunti di quel campo sono sepolti altrove, deceduti in altre circostanze».
Infine, Vincenzo Maria De Luca, ricercatore storico, ha sostenuto che il revisionismo è sempre visto con accezione negativa. «Invece spieghiamo che il revisionismo è un metodo storico. Ciò che era definito sprezzantemente un metodo per cambiare la storia, è qualcosa di molto importante per uscire dalla retorica stantia dell’antifascismo militante. E per far capire che il problema tra società italiana e slava parte da lontano e che i rapporti si sono deteriorati ben prima della vicenda delle foibe. Il problema italo-slavo è molto più complesso e affonda le radici ai tempi di Napoleone. Bene, è venuto il momento di parlarne perché quello è stato un crimine dei vincitori».