Continua l’opera di disinformazione sulle presunte tratte della TAV in Regione.
Difatti il “buco” nei progetti non riguarda solo il veneto ma TUTTA LA TRATTA FINO A TRIESTE dove ancora nei fatti non esiste NESSUN PROGETTO.
Altra scemenza è l’affermazione sulla presentazione del progetto definitivo della nuova tratta Trieste-Divaccia in autunno, quando, ad oggi, non è stato presentato ancora neanche lo studio di fattibilità.
E intanto in lombardia (dove la TAV c’è già) taglieranno i treni dei pendolari del 30% per mancanza di fondi…VERGOGNA!!!!!
Da Il Piccolo
MERCOLEDÌ, 09 GIUGNO 2010
VERTICE SPAGNOLO SULLE RETI TEN. SERRACCHIANI: PASSO AVANTI. RESTA IL NODO VENETO
Tav italo-slovena blindata a Saragozza
Task force bilaterale e progetto definitivo entro l’autunno. L’Austria difende Trieste
TRIESTE Laurens Jan Brinkhorst, a colloquio con Debora Serracchiani, (ri)mette il dito nella piaga: un buco nero esiste e resiste, il buco tutto italiano che inghiotte la Tav nel tratto veneto, dove manca un progetto ma non mancano le tentazioni litoranee. Subito dopo, però, il coordinatore europeo del progetto prioritario 6, ribattezzato un po’ impropriamente Corridoio V, sorride: il passo avanti c’è, ed è importante. E con lui, pur non abbassando la guardia, sorride l’eurodeputata del Friuli Venezia Giulia. La conferenza di Saragozza, quella che riunisce il ghota comunitario dei trasporti allo scopo di ridefinire le reti di trasporto transeuropeo, ”blinda” il Corridoio più atteso a Nordest: il sofferto Corridoio V che deve ”avvicinare” Lione e il confine ucraino con i treni ad alta velocità, toccando Trieste, è e resta una priorità europea. E, dunque, va finanziato.
Nessuno ha dubbi: i ministri dei Trasporti di Francia, Italia, Slovenia e Ungheria firmano, con la benedizione dello stesso Brinkhorst e del vicepresidente della commissione Sim Kallas, un memorandum d’intesa inequivocabile. Definiscono il Corridoio «una pietra angolare» della rete transeuropea. S’impegnano a inserirlo nelle politiche nazionali, a costruirlo nel segno del minor impatto ambientale, ma anche in sinergia con tutti gli altri Corridoi al fine di evitare sovrapposizioni. Non è un impegno irrilevante, e Serracchiani ricorda il perché: «Il ministro Altero Matteoli ha fugato tutti i dubbi che incontri bilaterali con il viceministro Roberto Castelli avevano innescato».
C’è di più. Il memorandum contiene un ”patto a due” che riguarda la tratta tra Trieste e Divaccia: Italia e Slovenia, mettendo da parte le reciproche diffidenze, ne garantiscono il decollo. Come? Creando «prima di ottobre 2010» un organo esecutivo comune per le attività legate alla realizzazione. E sostituendolo «entro metà 2011» con un gruppo di interesse economico europeo. Non solo: Italia e Slovenia si impegnano a confermare il nuovo tracciato prima di ottobre. Quale tracciato? Quello alto che bypassa la Val Rosandra, frutto del recente accordo, sembra ormai sicuro. Tira le fila, a fine lavori, Serracchiani: «Il memorandum è un impegno importante. Ora, certo, dobbiamo vigilare affinché non resti sulla carta ma si traduca in atti».
Non è il solo frutto positivo raccolto in terra spagnola: l’Austria, impegnata in prima linea a favore del Corridoio Baltico-Adriatico che deve collegare l’Europa del Nord a quella del Sud, difende il Friuli Venezia Giulia. E, in un documento ufficiale, fa approdare i treni futuri tanto a Trieste quanto a Udine, ignorando completamente la Slovenia che ha peraltro tentato di ”scippare” l’Italia. Matteoli, a sua volta, conferma che il Corridoio deve toccare Trieste. E l’europarlamento, come annuncia ancora Serracchiani, vota la prossima settimana: la battaglia continua. (r.g.)