Il tradizionale corteo della mattina quest’anno ha avuto una ventata di aria fresca. Infatti il comitato primo marzo ha promosso uno spezzone antirazzista e per i diritti sociali.
Un tentativo di andare oltre la ritualità di un corteo che, anno dopo anno, vede logorarsi una formula sempre più vecchia e stantia, nonostante il persistere di una tradizione che qui ancora in parte resiste. Alla partenza dal popolare rione di S.Giacomo il colpo d’occhio era pessimo: poche centinaia le persone presenti. Ma pian piano il corteo si ingrossa fino ad arrivare a circa 3000 presenze in linea con gli ultimi anni. Davanti gli spezzoni della triplice sindacale poi un bel vuoto ed ecco lo spezzone del comitato con furgone e striscione (lo stesso del 1 marzo “siamo tutti stranieri-antirazzisti”) con dietro varie centinaia di persone sia migranti (pochi ma molto visibili in prima fila) che autoctoni. Di sicuro il settore di corteo più animato e colorato al cui interno trovavano spazio con le proprie bandiere e striscioni varie realtà di movimento (Cobas, anarchici, sinistra critica, USI-AIT, arci, uds ecc).
A chiudere il corteo gli spezzoni dei partiti ex-parlamentari. Negli interventi al microfono e nel volantinaggio da parte del comitato si è scelto di porre l’accento in particolare sul perverso legame fra contratto di lavoro e permesso di soggiorno, legame nato dalle varie leggi razziste e alla base dello sfruttamento a cui sono sottoposti gli immigrati. Come compagne e compagni del Gruppo Anarchico Germinal oltre a partecipare allo spezzone con le nostre bandiere, abbiamo diffuso con ottimi risultati il nuovo numero di Germinal. Arrivati alla fine del percorso, abbiamo allestito come sempre il nostro banchetto di libri e giornali, bandiere anarchiche e Notav e cartelloni antirazzisti, dando simbolicamente la schiena al palco dove si svolgevano i discorsi ufficiali. Rispetto agli scorsi anni il banchetto è stato fatto direttamente senza comunicazioni né al comune né alla polizia. Questo per rivendicare l’uso libero delle piazze, visto che ormai da anni il comune ci nega il permesso per l’occupazione di suolo pubblico il primo maggio (e crea molte difficoltà il resto dell’anno). Scelta vincente visto che né la digos né i vigili sono venuti a romperci.
Un buon primo maggio quindi qui a Trieste, anche se da parte del comitato primo marzo occorrerà intensificare l’iniziativa per un maggior coinvolgimento e protagonismo degli immigrati nelle lotte.
Un compagno presente
Questo resoconto apparirà su Umanità Nova-settimanale anarchico (www.umanitanova.org)