1. 29 gennaio. Il processo per l’ex caserma Osoppo (occupazione + resistenza) dopo l’udienza del 29 gennaio 2016 è aggiornato al 22 aprile: si tratta di udienza conclusiva e condanne certe. Questo, passerà alla storia come il processo nel quale si sono violate le leggi della Chimica e della Fisica: un portone di ferro è diventato di legno e un moto oscillatorio è diventaro traslatorio. Qui foto: il legno non si arrugginisce. Qui filmato: il moto oscillatorio ritorna al punto di partenza.
2. 11 febbraio. Si è svolta l’udienza per il processo per resistenza a un compagno e una compagna in occasione dell’arresto di Kabu (novembre 2013). Dall’esame dei testi dell’accusa si vede chiaramente che la montatura non regge. Prossima udienza il 19 maggio.
3. Sono arrivate 7 denunce come “promotori di manifestazione non autorizzata” per il contrasto del tutto spontaneo ai fascisti di msi fiamma nazionale il 21 novembre 2015 in Piazza Libertà. Anche queste denunce non reggono logicamente e peraltro c’è il precedente del CIE di Gradisca con relative assoluzioni.
4. 5 febbraio. Sono arrivati 3 decreti di condanna per l’incendio delle bandiere italiane del 25 aprile 2015; qui non avendo prove e dopo aver fatto un delirio di sequestri di computer, telefonini e intercettazion, eccetera hanno pensato bene di piazzare dei decreti di condanna invece di archiviare. Anche questo fatto sta ad indicare l’esistenza di una strategia repressiva non solo di ripo kuesturino ma coordinata a livello di Prokura. La cartina al tonasole sarà proprio il comportamento del Giudice (Angelica De Silvestre) al processo per resistenza di cui al punto 2.
5. Per quanto riguarda i processi del duo Gondolo (PM) – Pecile (Giudice) cioè ex-caserma + manifestazione per Kabu (del 23 novembre 2013 davanti alla Questura che si svolgerà il 22 marzo) non abbiamo dubbio che si tratterà di condanne certe e questo esito è perfettamente congruente con l’ipotesi della repressione orchestrata.
Certamente ci farebbe piacere essere smentiti, ma la netta impressione è che, negli ultimi anni, qui ad Udine, si sia progressivamente creato un piano precostituito nella fabbricazione e gestione dei processi politici e nella repressione in generale. Il fatto è che purtroppo abbiamo ragione, vale a dire che l’analisi anarchica sulla funzione dello Stato è puntualmente verificata.