Per il terzo anno consecutivo la trieste anarchica, libertaria ed anarcosindacalista (Gruppo Anarchico Germinal, USI-AIT e individualità libertarie e simpatizzanti “riuniti” nell’Assemblea Libertaria) hanno dato vita ad uno spezzone caratterizzato all’interno del rituale corteo del 1 maggio.
Il corteo ha seguito il percorso classico con partenza la mattina dal popolare quartiere di S.Giacomo per poi sfilare per le vie del centro e concludersi nella centrale piazza unità. Davanti la triplice sindacale con in coda Fiom, sinistra Cgil e Anpi, a seguire gli spezzoni di movimento (quest’anno costituiti da “Trieste antifascista-antirazzista” e il nostro) e a seguire i sempre più esigui spezzoni di Rifondazione, Pdci e Lista Tsipras. Il corteo ha visto come di consueto la partecipazione di qualche migliaio di persone.
Il nostro spezzone, (che quest’anno aveva come tema la solidarietà fra gli sfruttati) aperto dallo striscione “Divisi siamo nulla-solidali siamo tutto-senza padroni, razzisti, governi-repressione” e chiuso dal quello dell’Usi-Ait “per l’alternativa libertaria-per un mondo senza sfruttati e sfruttatori” ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone ed è stato molto visibile e comunicativo: camioncino per gli interventi al microfono, bandiere rossonere, della FAI, dell’USI, NOTAV, NOMUOS e antifasciste, centinaia di volantoni bilingui in italiano e sloveno diffusi, centinaia di copie del nuovo numero di Germinal vendute e una rumorosa e allegra banda di tamburi e percussioni che ha animato tutto il percorso. Durante tutta la strada abbiamo coperto con adesivi antifa e antirazzisti adesivi fascisti e affisso ai pali i volantini della manifestazione del 23 maggio a gorizia contro i fascisti di casapound. All’interno del nostro spezzone vi era anche lo striscione di Radio Fragola (radio locale legata a Popolare Network) e alcuni compagni curdi con la propria bandiera, segnale che il lavoro politico e di solidarietà svolto negli scorsi mesi sulla situazione della Rojava è stato significativo.
Molto partecipato (circa duecento persone) anche lo spezzone unitario di “trieste antifascista-antirazzista” assemblea cittadina formatasi da qualche settimana e formata da diverse realtà e individualità (fra cui gli anarchici) per contrastare il riemergere in città delle formazioni fasciste e spingere alla mobilitazione per il 23 maggio a Gorizia.
Arrivati in piazza unità, non ci siamo fermati a sentire il comizio dei tromboni sindacali e, come lo scorso anno, abbiamo proseguito fino a p.della Borsa dove abbiamo dato vita ad una nostra piazza con banchetto informativo, microfono aperto, piccola mostra sulle origini del 1 maggio e No Expo (che ha destato molto interesse fra i passanti) e con finale l’esibizione del coro sociale “Voci arcutinate” che ha coinvolto tutt* i presenti.
La giornata è proseguita alla festa dell’USI-AIT in carso e con la presenza con un banchetto alla festa di Radio Fragola.
Il bilancio della giornata è per noi sicuramente positivo: non solo abbiamo confermato una presenza visibile e sempre meglio organizzata, ma abbiamo avuto una partecipazione notevole nonostante quest’anno la mancanza di compagn* da fuori città (sia perchè andati a Milano contro l’expo o per altri impegni) e la presenza dello spezzone unitario antifascista che mancava gli anni passati.
Foto e volantone della giornata su www.info-action.net
Uno che c’era
(report che apparirà su umanità nova)
dopo le foto il volantone diffuso
Divisi siamo nulla – Solidali siamo tutto
Senza razzisti, padroni, governi e repressione
La grave situazione in cui siamo immersi (impoverimento crescente, disoccupazione e precarietà sempre più diffusi, servizi sociali sempre più carenti, inquinamento ambientale…) sta facendo emergere una marcata spinta alla frammentazione sociale, al ripiegamento su se stessi, alla logica del “tutti contro tutti”. In questo clima di incertezza e di paura del domani trovano facilmente terreno di coltura idee ed atteggiamenti autoritari e discriminatori: razzisti, nazionalisti se non apertamente fascisti.
Sempre più spesso vediamo additare gli immigrati, i poveri, gli emarginati come la causa dei problemi che ci troviamo di fronte quotidianamente. Sono idee pericolose, che vanno combattute in maniera risoluta, non solo perché opposte ai principi di solidarietà, uguaglianza, libertà di circolazione che noi troviamo irrinunciabili ma anche perché fanno il gioco di chi -realmente- decide sulle vite di tutt* noi (padroni nostrani e multinazionali, stati, lobby, apparati militari e religiosi…).
L’artificiale divisione fra “noi” (triestini, italiani, europei, cristiani…) e “loro” (immigrati, extracomunitari, profughi, negri, islamici…) che molte persone hanno in testa è il primo passo di una lotta fra sfruttati in cui a guadagnarci è solo chi comanda e specula riducendo ogni cosa e ogni essere vivente a merce da scambiare, forza-lavoro da sfruttare o consumatore da spremere.
Contro tutto questo occorre reagire agendo in prima persona nelle lotte sociali e territoriali (per la casa, per servizi sociali gratuiti e di qualità, contro le devastazioni ambientali…) e con pratiche di solidarietà concreta.
Solidarietà: ecco una parola chiave da riscoprire, una risposta possibile allo sfacelo e alla disperazione che vediamo crescere giorno dopo giorno, tramite la costruzione di relazioni dirette e di aiuto fra sfruttati/e.
Solidarietà fra vicini contro uno sfratto nel condominio in cui si vive.
In molte città esistono comitati di lotta e associazioni che mettono assieme persone in difficoltà abitativa e sotto sfratto che si autoorganizzano per opporsi agli sfratti e occupare case abbandonate e lasciate al degrado.
Solidarietà fra abitanti di un quartiere in lotta contro la cementificazione del poco verde pubblico rimasto.
A Roma è in atto una lotta per impedire che il lago e il verde presenti nell’area dell’ex Snia venga cementificata e creare invece un parco pubblico.
Solidarietà fra lavoratori e lavoratrici contro ricatti e licenziamenti sul posto di lavoro.
Negli ultimi anni nel settore della logistica hanno preso piede delle lotte molto ampie e determinate portate avanti soprattutto da lavoratori immigrati che –grazie alla solidarietà attiva fra lavoratori di aziende diverse e solidali e con il metodo del blocco delle merci e dello sciopero- sono riuscite ad ottenere grandi miglioramenti nelle condizioni di lavoro e dei salari.
Solidarietà internazionalista verso chi lotta in altre parti del mondo per una società più libera.
Negli ultimi mesi come area libertaria siamo riusciti tramite iniziative pubbliche a inviare nella zona del Kurdistan fra la Turchia e la Siria oltre 1400 euro di sostegno ai profughi fuggiti dalla città di Kobane durante i combattimenti contro l’Isis e per la ricostruzione della stessa.
Solidarietà fra genitori con forme di mutuo appoggio per i bambini esclusi dagli asili pubblici.
Gli esempi potrebbero continuare: quello che conta è uscire dalla sensazione di isolamento, di impotenza e capire che assieme, fra persone con uguali dignità pur nelle nostre diversità -che sono una ricchezza collettiva-, possiamo invertire la rotta, possiamo riprenderci in mano -pezzo dopo pezzo- le nostre vite che ci sono state espropriate dal soffocante potere politico ed economico.
Assemblea Libertaria
Gruppo Anarchico Germinal
Unione Sindacale Italiana – USI AIT
Brez rasistom, gospodarjem, vladam in represiji
Solidarni zmoremo vse, ločeni ničesar
Trenutna težka situacija v kateri se znajdemo (naraščajoče obubožanje, brezposelnost in začasna zaposlenost, vedno bolj pomanjkljive socialne storitve, onesnaženo okolje…) postaja pogon k čim večji socialni razdrobljenosti, k zaprtju v same vase, k logiki “vsi proti vsem”. V tem ozračju nelagodja in strahu prihodnosti se zlahka pojavljajo in rastejo ideje ki so avtoritarne in diskriminantne kot rasizem, nacionalizem ali v najslabšem primeru fašizem.
Vedno bolj pogostoma smo priča krivljenja priseljencev, revnih, oseb na robu družbe kot razlog problemov katere moramo vsak dan premostiti. To so nevarne ideje, katerim moramo odločno nasprotovati, ne samo ker se postavijo na nasprotno stran za nas neobhodnih principov solidarnosti, enakosti, svobodnega premikanja, ampak tudi ker so izraz igre tistih, ki res odločajo o naših življenjih (domači in tuji gospodarji, države, lobby, vojaški in verski aparati).
Namišljena ločitev med “nami« (tržačani, italijani, slovenci, evropejci, kristjani..) in«njimi« (priseljenci zunaj in znotraj Evropske Unije, ubežniki, »črnci«, muslimani…), katero mnogi imajo v mislih, je prvi korak k vojni med izkoriščenimi. Zaslužek pri temu ima kdor ukazuje in špekulira nad vsemi živimi bitji, ki postanejo v njegovih rokah blago izmenjave, delovna sila za izkoristiti ali potrošniki katerim izmolsti prihranke.
Proti vsemu temu je treba reagirati v prvi osebi s socialnimi in teritorjalnimi boji (za hišo, za zastonj in kvalitetnejše socialne storitve, proti razdejanju okolja…) in s konkretnimi solidarnostnimi praksami.
Solidarnost je ključna beseda in edini možen odgovor proti razpadu in obupu ki nas obdaja. Solidarnost izvršena z ustanovitvijo direktnih vezi in pomočjo med izkoriščenimi.
Solidarnost med sosedi proti prislini izselitvi.
V mnogih mestih obstajajo odbori in organizacije ki združujejo osebe ki so prisljene se izseliti iz lastnih domov in jim pomagajo se upreti prisilnim izselitvam ter zasesti zapuščena stanovanja in hiše.
Solidarnost med prebivalci iste mestne četrti proti cementifikaciji še zadnjega mestnega zelenja.
V Rimu je v teku boj da bi ohranili jezero in zelenje na območju ex Snia in da bi iz tega predela ustvarili ljudski park.
Solidarnost med delavci in delavkami proti izsiljevanju in odpustitvam na delovnem mestu.
V sektorju logistike se v zadnjih letih pojavljajo boji za boljše delovne pogoje. Zelo aktivni so priseljenci, kateri hvala aktivni solidarnosti med delavci raznih podjetij, prekinitvi dostave dobrin ter stavkanju, so si v kratkerm priborili boljše pogoje ne delovnem mestu in izboljšanje plač.
Internacionalistična solidarnost do tistih ki se v drugih krajih sveta borijo za svobodnejšo družbo
V zadnjih mesecih nam je uspelo z raznimi javnimi pobudami zbrati in odposlati v Kurdistan, med Turčijo in Sirijo, preko 1400 euro za podporo ubežnikom ki so zbežali iz mesta Kobane med boji proti ISISU in za ponovno izgradnjo porušenega mesta.
Solidarnost na podlagi vzajemne podpore med starši otrok, kateri niso bili vključeni v ljudske vrtce
Lahko bi nadaljevali s primeri, a važno v tem trenutku je to, da se upremo temu občutku izolacije in nemoči. Važno je razumeti, da naša drugačnost, ki predstavlja eno kolektivno bogastvo, lahko združuje osebe z istim dostojanstvom in nam pomaga pri spremembi smeri, da si znova priborimo naša življenja, ki so nam bila odvzeta od dušeče politične in ekonomske oblasti.