NO TAV/ Costa: non ci sono soldi (benissimo)

LUNEDÌ, 23 NOVEMBRE 2009
Pagina 1 – Prima Pagina
L’INTERVISTA

Costa: «La Tav? Nessuna certezza sui finanziamenti»

Il presidente dell’Autorità portuale di Venezia interviene sul ”nodo” della Trieste-Divaccia

lUrizio a pagina 3
TRIESTE «Sul piano formale il governo non può decidere sui progetti per la Tav, si tratta di impegni europei». Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia ed ex presidente della Commissione trasporti dell’Unione europea, è categorico. L’Italia, così come la Slovenia e qualsiasi Paese europeo, non ha la potestà formale di bloccare progetti decisi dall’Unione europea anche se «sul piano sostanziale non ci sono finanziamenti. Bisognerebbe mostrare interesse non solo a parole ma anche nei fatti». E se questa è la sostanza, il Friuli Venezia Giulia, e Trieste in particolare, rischia di trovarsi in posizione periferica e non nel tanto decantato cuore d’Europa.
LUNEDÌ, 23 NOVEMBRE 2009

Pagina 3 – Attualità
L’INTERVISTA IL PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ PORTUALE DI VENEZIA
TRIESTE-DIVACCIA

Costa: «Tav? Non ci sono finanziamenti»

«Impegno europeo ma solo a parole»


di ROBERTO URIZIO

TRIESTE «Sul piano formale il governo non può decidere sui progetti per la Tav, si tratta di impegni europei». Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia ed ex presidente della Commissione trasporti dell’Unione europea, è categorico. L’Italia, così come la Slovenia e qualsiasi Paese europeo, non ha la potestà formale di bloccare progetti decisi dall’Unione europea anche se «sul piano sostanziale non ci sono finanziamenti. Bisognerebbe mostrare interesse non solo a parole ma anche nei fatti». E se questa è la sostanza, il Friuli Venezia Giulia, e Trieste in particolare, rischia di trovarsi in posizione periferica e non nel tanto decantato cuore d’Europa.
Il viceministro Castelli ha confermato che la Trieste-Divaccia è una priorità del governo. Un fatto positivo?
Sicuramente è un bene, sarebbe stato grave se questa smentita non ci fosse stata. Adesso però devono anche seguire i fatti concreti e, per quanto visto finora, non vediamo dal governo prospettive finanziarie certe per questa tratta del Corridoio V.
Le voci sul disimpegno italiano tuttavia si rincorrono. Come le valuta?
Si è diffusa un’idea molto strana, ovvero che la realizzazione della Trieste–Divaccia sia nella disponibilità di Italia e Slovenia quando in realtà si tratta di impegni presi dalla Commissione e dal Parlamento europeo e non differibili con decisione unilaterale. Questo sul piano formale.
E su quell sostanziale?
Non ci sono i finanziamenti, l’interesse è solo a parole. Il Cipe non ha finanziato nemmeno la progettazione della Tav e anche il Veneto ci ha messo del suo proponendo due alternative per il tracciato. E solitamente quando siamo di fronte a due progetti ci si ferma: si scelga una soluzione e la si porti avanti.
Dal Cipe si attende anche il via libera per i finanziamenti alla piattaforma logistica.
Ma senza i necessari investimenti ferroviari i porti di Venezia e Trieste finiranno per venire strozzati. I due scali hanno bisogno che si sblocchi la situazione perché necessitano di due binari per il trasporto merci, altrimenti saranno incapaci di dare sfogo al loro potenziale. E non parlo solo di Trieste–Divaccia o di alta velocità nel Nord Est; Trieste e Venezia hanno bisogno anche della Tav nella val di Susa per sviluppare i traffici con la Francia. All’Italia serve l’intero tracciato del Corridoio V e deve fare il massimo perché gli impegni europei vengano rispettati. Sarà necessario chiedere al commissario europeo, che mi risulta sarà nuovamente Tajani, che si vada avanti sulla strada tracciata.
Il piano investimenti per la terza corsia della A4 ha ricevuto il via libera. Un dato positivo?
Indubbiamente ma anche qui ci sono degli elementi di criticità. In particolare si è dimostrata l’incapacità di prevedere l’affiancamento del tracciato ferroviario. Come al solito si lavora per emergenze e si lavora per emergenze senza una visione complessiva. Sarebbe stato preferibile quantomeno prevedere la possibilità della progettazione del tracciato ferroviario, così invece di troviamo con un «cul de sac».
Il Friuli Venezia Giulia si trova ad affrontare anche il problema dei collegamenti aerei.
Qui entrano in gioco questioni di mercato ma non è estraneo nemmeno il tema del Corridoio V. Con l’alta velocità Trieste non è più l’ultimo avamposto ma la porta verso l’est e Ronchi potrebbe diventare una sorta di aeroporto di Lubiana. Il problema è che in Italia si continua a ragionare come se ci fosse ancora la Cortina di Ferro e non si punta a conquistare dei mercati in espansione. E qui si gioca il futuro di Trieste che può acquistare centralità ma anche, se non si lavorerà nella giusta direzione, rimanere chiusa in un angolo.