E’ quindi arrivata la seconda parte del rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che nella sintesi pubblicata dai media riporta quanto segue
Yokohama, 31 marzo 2014 – Insicurezza alimentare, accesso all’acqua, spostamenti migratori, conflitti… L’impatto dei cambiamenti climatici, che si ripercuote già su “tutti i continenti e gli oceani”, diventerà sempre più grave nel 21esimo secolo, avvertono gli esperti dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) nella seconda parte del quinto rapporto pubblicato oggi a Yokohama, che servirà da base ai negoziati sul clima.”La probabilità di conseguenze gravi, estese ed irreversibili aumenta con l’intensificazione del riscaldamento”, si legge nel rapporto, che prevede costi per migliaia di miliardi di dollari all’ecosistema se non verranno posti limiti alle emissioni di gas a effetto serra. “Nessun abitante di questo pianeta sarà risparmiato dalle conseguenze dei cambiamenti climatici”, ha detto il presiedente dell’Ipcc, Rajendra Pachauri. Secondo le previsioni dell’Ipcc la temperatura globale salirà di 0.3-4.8 gradi Celsius in questo secolo, mentre il livello del mare si innalzerà tra i 26 e gli 82 centimetri entro il 2100. Si calcola che un riscaldamento di circa 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali potrebbe costare circa lo 0.2-2.0 % del pil globale annuo. Le conseguenze si amplificano in modo quasi esponenziale con ogni grado di temperatura in più e, oltre i 4 gradi, le conseguenze potrebbero essere disastrose, con migrazioni di massa dalle zone divenute inabitali e conseguenti conflitti. Il rapporto sostiene che il rischio planetario potrebbe essere sostanzialmente contenuto solo se le emissioni di gas serra verranno ridotte nettamente.
Di fronte questo scenario avremo ovviamente un intensificarsi delle strutture di controllo e repressione a livello planetario.
Dal punto di vista anarchico dobbiamo fare essenzialmente due cose.
1. Approfondire e diffondere l'”utopia” di una società anarchica come la più coerente, appropriata e forse unica soluzione alla catastrofe planetaria che si sta concretizzando. L’anarchismo del 21° secolo deve essere fondato oltre che sui principi classici di ablozione del Capitalismo, dello Stato e di ogni forma di Potere, anche sui principi scientifici dell’ecologia, che devono guidare le nostre scelte operative per riorganizzare una società plenatearia ( che oramai supera i 7 milardi di abitanti) affinché sia effettivamente sostenibile verso l’ecosistema e in modo che garantisca a tutt* una vita dignitosa.
2. Guardare da subito la realtà che ci circonda con occhi diversi, tenendo quotidianamente conto dei mutamenti climatici in atto e delle conseguenze già verificabili a livello ambientale e sociale. Se vogliamo riuscire a prospettare una società diversa dobbiamo essere in grado di sapere come agire localmente, cioè nel posto in cui viviamo, attraverso una profonda conoscenza degli ecosistemi e di come l’economia capitalista e in generale distruttiva e dissipativa, li ha modificati e deteriorati. Bisogna anche essere in grado di porre rimedio ai danni già fatti oltrechè, ovviamente, difendere il territorio da ulteriori devastazioni.
Paolo De Toni