UDINE/ Il flop dei forconi

Il flop della seconda ondata dei forconi è un dato nazionale.

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Il flop della seconda ondata dei forconi: dalle piazze gremite del dicembre scorso ai quattro gatti del 10 gennaio di fronte alle Prefetture.

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    Paolo De Toni Anche se la rivoluzione (proletaria ed antinazionalista) è cosa ardua questo non vuol dire che dobbiamo andare a votare. L’analisi sul flop dei forconi è condivisibile, meno lo sono le proposte strategiche e tattiche che dovrebbero adottare i movimenti di lotta. Autogestione, auto-organizzazione, democrazia diretta, estraneità ai partiti ed alle istituzioni sono oggi come ieri la base “ontologica” su cui fondare i movimenti. Per il resto è chiaro che bisogna rinnovarsi ed arricchirsi di contenuti.

 

Il 9 e 10 gennaio in alcune Città le piazze erano praticamente vuote.

Per quanto riguarda la nostra Regione, alla manifestazione regionale di  Trieste del 9 gennaio sono sfilati in  circa un centinaio

http://ilpiccolo.gelocal.it/foto-e-video/2014/01/09/fotogalleria/trieste-forconi-in-piazza-protesta-e-disagi-al-traffico-1.8436572

Il 10 gennaio ad Udine si è avuta solo la notizia di un flash mob, ma del quale nessuno si è accorto.

La precedente fiaccolata sui suicidi, del 5 gennaio, ad Udine ha totalizzato una cinquantina di persone.

Certamente non è finita e qualcosa di grosso può ancora accadere.

Il risultato di questa ondata nera-tricolore è, purtroppo, solo il consolidamento di casapound ed il ritorno, a tutti gli effetti, ad Udine in particolare,  dello squadrismo, sotto gli occhi soddisfatti e complici delle fdd che non vedono le minacce fasciste neanche se fatte di fronte a loro.

Peraltro, ci si chiede, il presidio di casapound davanti alla propria sede in piazzale Cella, ma ovviamente in luogo pubblico, con tanto di striscioni e slogans, in risposta al pignarul del 6 gennaio, era autorizzato??

 

Chi ha una coscienza politica seria sa che sull’antifascismo non si scherza; anche per rispetto dei partigiani, di chi è morto o ha sofferto per abbattere il fascismo.

L’applicazione della discriminante antifascista è un principio essenziale dal quale non si può derogare.

Chi a sinistra ha favorito il gioco ambiguo del presidio di Pazzale Osoppo dovrà assumersi le sue responsabilità!

Chi ha agito ed agisce in chiave antifascista sarà legittimato a continuare per il futuro.

Gli opportunisti, gli struzzi e i confusionari hanno ancora una sola possibilità: quella dell’autocritica punto e basta.

Paolo De Toni

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Ri-pubblico qui una mia lettera pubblicata sul Messaggero Veneto del 28 dicembre 2013, il cui testo è stato elaborato subito dopo la manifestazione nazionale del 18 dicembre

Sul movimento dei Forconi.

Avevano annunciato 40 mila presenze, poi sono scesi a 15 mila e si sono ritrovati in qualche migliaio; vale a dire una manifestazione irrisoria e per di più a forte connotazione neofascista. Questo accade a Roma, che ha 2 milioni 650 mila abitanti e in una manifestazione a carattere nazionale. Vediamo la situazione in Regione. A Trieste il “coordinamento 9 dicembre” esiste in forma assolutamente minimale e caratterizzato completamente a destra. Questo fatto, apparentemente strano, della poca consistenza dei forconi nel capoluogo regionale, è facilmente spiegabile tenendo conto che nell’ambito populista/corporativo oramai prevale la sigla Mtl (Movimento Trieste Libera) che ha fatto dell’Italia il suo nemico principale, quindi oggi come oggi, qui, il tricolore non è per nulla amato. A Pordenone prevale la componente Veneta che ha rotto con il leader maximo, il laziale Danilo Calvani e non ha partecipato alla manifestazione romana. Nelle scuole di Pordenone poi è ritornato in azione il movimento studentesco che ha scalzato “casapound” che ora quindi appare indebolita in tutti gli ambiti politici locali. A Monfalcone le uniche mobilitazioni reali sono state quelle dei commercianti e una sorta di serrata padronale che ha interessato i cantieri; qui la presenza dell’estrema destra è debole. La situazione più grave risulta quella di Udine che ha visto scendere in campo un leader locale: il quasi-grillino Alessandro Gallo, fortemente legato a Calvani. La ricetta politica confezionata da Gallo è abbastanza astuta. Nel suo profilo facebook fa sfoggio della foto di Sandro Pertini (…un partigiano per Presidente…) Gallo inoltre si fa scudo della Costituzione, ma allo stesso tempo assume e legittima tutti gli slogan dei neofascisti di casapound che con la Costituzione nata dalla Resistenza, ovviamente non c’entrano nulla. Il giochino della bandiera italiana, come unico simbolo legittimato della protesta, risulta sempre più come accordo sotterraneo fra casapound e Calvani, il quale, qualche volta ha preso le distanze da Fn (Forza Nuova), ma mai da Cpi (Casa Pound Italia), presente in forze alla manifestazione romana. Cpi di fatto fornisce a Calvani una struttura organizzativa, su tutto il territorio nazionale e in cambio ottiene di essere completamente legittimata nelle manifestazioni. Questo è anche quanto è accaduto ad Udine dove questo giochino ha funzionato molto bene producendo ben tre cortei in una settimana. Il presidio udinese però ha mandato a Roma solo 70 persone invece delle 300 prima sbandierate. Ora il problema è di non farsi intortare da questi furbacchioni, che oltretutto alla crisi non sono in grado di dare risposte reali. Infatti, come si è potuto vedere nella manifestazione di sabato ad Udine, anche se il corteo era consistente poi l’assemblea in piazza Venerio era più che dimezzata perché non sono in grado di dire niente di concreto. In Friuli, in alternativa a iniziative demagogiche e obiettivamente egemonizzate dal neo-fascismo, io credo che si debba fondare una specie di osservatorio/consultorio autogestito contro la crisi, anche Comune per Comune. Un organismo che si ponga sia i problemi impellenti delle persone che sono maggiormente a rischio, ma anche quelli strategici sulla gestione della cosa pubblica e sulla situazione delle realtà industriali. Credo che interlocutori qualificati per questo progetto si possano trovare fra i comitati ambientalisti che sono radicati nel territorio friulano e che hanno una visione allargata e non riduttiva anche dei problemi sociali.

Paolo De Toni

Coordinamento di Difesa Ambientale della Bassa Friulana

 

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Udine 9 dicembre 2013 l’inizio dei forconi

http://messaggeroveneto.gelocal.it/foto-e-video/2013/12/09/fotogalleria/la-protesta-a-udine-1.8267733?p=6