Anche a Pordenone alla rivoluzione su appuntamento “spuntano” i fascisti

Anche a Pordenone alla rivoluzione su appuntamento “spuntano” i fascisti

10 dicembre 2013 alle ore 19.37

Chi aveva seguito le sigle e i contenuti che avevano dato il via alla fantomatica “rivoluzione” del 9 dicembre già sapeva l’impronta nazionalista e fascista della protesta.
Bastava conoscere i referenti nazionali, regionali o provinciali di questo fenomeno e in particolare quello dei “Forconi” per scoprire che dietro c’era Forza Nuova con suoi uomini (che ha per altro aderito ufficialmente come partito) ma anche altri gruppi neofascisti, come quello di Casa Pound, han deciso di non farsi scippare il giocattolo. 
Nonostante questo e dopo essere stati smascherati a più riprese in molti han fatto di tutto per negare l’evidenza e far passare l’idea che non c’entrano destra e sinistra, soprattutto sapendo che una connotazione troppo ideologica avrebbe allontanato molti insofferenti.
In mezzo infatti c’erano diverse persone, organizzate e non, spinte da rivendicazioni corporative o populiste (bottegai, imprenditori, associazioni di categorie) ma quello che più interessava era far abboccare tante altre persone in buonafede tra l’esasperato e l’insofferente verso le “caste” e lo strozzinaggio economico. 
Purtroppo non è mai buona cosa affidarsi in modo qualunquista a iniziative che inneggiano a “rivoluzioni” nazionaliste, soprattutto con l’idea che ciò che unisce non sono interessi di classe e di giustizia sociale ma di “sangue e suolo”; la storia insegna come va a finire: il popolo bue cambia padroni, questi conservano privilegi e interessi ma il popolo rimane mazziato.
D’altra parte molti dei padroni e padroncini nostrani sono almeno 20 anni e più che delocalizzano dove i salari sono da fame o assumono migranti perché privi di diritti e ricattabili col permesso a scadenza per pagarli meno, ed ora sostengono che gli interessi di quei lavoratori, licenziati per spostare i capitali all’estero e di quelli che rischiano in massa lo stesso destino, sono gli stessi loro in nome dell’italianità. 

Tornando in provincia, all’appuntamento rivoluzionario per ora non si son presentati in molti e andando a verificare scopriamo quanto già si sapeva.
Tra gli amministratori del gruppo FB “Coordinamento 9 dicembre 2013 Pordenone” c’è ad esempio tal Vittorio Roncaglia che fa sapere di aver studiato presso “il Duce”. 
Il pomeriggio in P.tta Cavour per tutta le giornate fin’ora a gestire il gazebo c’erano gli striscioni e i militanti di casapound italia, i cosiddetti “fascisti del 3° millennio” che han sostituito, su direttiva romana, il loro simbolo con la bandiera italiana.
Tra le proposte che emergono nei punti programmatici degli appelli di questa “rivoluzione” a scadenza c’è anche l’instaurazione di un regime militare, transitorio pare.

E’ evidente che quelli che scelgono di stare in mezzo a questa canea nazional-reazionaria o sono completamente sprovveduti o sono complici d’idee che hanno segnato le pagine più vergognose e sanguinose della storia di questo paese.

Coordinamento Antifascista e Antirazzista pordenonese