Il Gazzettino 14 marzo
CASA PER CASA
Indagini a tappeto in molti condomini di Cervignano alla ricerca di canoni non dovuti
Alessandro Landi
Domenica 14 Marzo 2010, Sono in corso da qualche giorno indagini a tappeto in molti condomíni di alcune strade di Cervignano. Lo conferma il sindaco Pietro Paviotti per il quale «a seguito della denuncia da parte del Comitato Ambiente – rende noto – la Procura della Repubblica ha avviato indagini per verificare scarichi ed allacciamenti onde accertare un’eventuale truffa conseguente a canoni di depurazione non dovuti». Impegnati nelle indagini, come confermano anche gli ambientalisti cervignanesi, la Capitaneria di Porto, l’Arpa, con la presenza di personale del Consorzio depurazione laguna (Tubone) e tecnici ed operai del Comune.
Gli edifici sottoposti ad indagine sono quelli lungo le rive del fiume Ausa, ed ancora via Mercato e via Divisione Julia che tra l’altro è una strada ancora privata nonostante i lustri trascorsi da quando è sorto l’elegante quartiere residenziale che la strada attraversa. Gli ambientalisti parlano di controlli a tappeto, presso diverse famiglie, di cui hanno testimonianza diretta, onde consentire a chi conduce le indagini, di avere l’opportunità, anche mediante l’impiego di coloranti, di controllare il tipo di scarico e, soprattutto, il luogo dove avviene lo stesso. Ritorna così in primissimo piano la questione tanto discussa relativa al canone addebitato in bolletta, con tutti i vari distinguo, riguardo alle varie classificazioni degli utenti. In particolare sull’arbitrario, discusso criterio applicato dal Consorzio Depurazione Laguna, dell’«allacciabilità» ed il conseguente addebito anche della quota di depurazione da parte del Tubone. Il tutto mentre la sentenza 335 della Corte Costituzionale, dell’ottobre 2008, la deliberazione della Corte dei Conti del Fvg del 7 maggio 2009 e la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale del 16 marzo 2009, affermano in maniera univoca che per poter richiedere il canone di depurazione ci deve essere la controprestazione, cioè deve essere svolta effettivamente la depurazione. Quindi non basta la potenziale “allacciabilità” e nemmeno la possibile “depurabilità”, se non si è allacciati ad una fognatura collegata ad un impianto di depurazione, cioè a quella del Tubone, mentre le fognature comunali, generalmente non lo sono.
«Ora le bollette emesse – conclude Paviotti – sono conformi alla sentenza della Corte Costituzionale». Ma il problema riguarda, da molti anni, il pregresso.