Dal Manifesto
ANCORA UN GRAVE MALFUNZIONAMENTO
DELL’ETR 485 CON RISCHIO INCENDIO IN GALLERIA. *
*LA COMPLESSITA’ DEL SISTEMA DI TRAZIONE MODIFICATO PER I 25.000 VOLT
E IL SISTEMA DI TRAINO DEDICATO (NON COMPATIBILE CON ALTRI TRENI)
AMPLIFICANO RISCHI E DISAGI PER VIAGGIATORI E FERROVIERI
LA LINEA BOLOGNA FIRENZE E LE SUE GALLERIE PUR CON L’ ACCORGIMENTO
DELLE “VIE D’ESODO” RESTA UN’OPERA NON SODDISFACENTE
SOTTO IL PROFILO DELLA SICUREZZA E DELL’AFFIDABILITA’
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*TAV: Principio di incendio sull’Eurostar. Tre ore nel tunnel per 400
persone*
*Il convoglio si è fermato nella galleria Emilia 1, l’interconnessione
provvissoria con l’Alta velocità. Un tratto in cui c’è solo un binario*
*Cinzia Gubbini
ROMA
*
*Un botto, il fumo, preoccupazione. E tre ore sotto una galleria. E’
stato un incubo per i 400 passeggeri che venerdì sera viaggiavano
sull’Etr 9421 Venezia- Roma. Dovevano arrivare nella capitale alle
20,13. Sono arrivati dopo tre ore e mezza. Secondo il comunciato di
Trenitalia a bloccare il treno che era appena entrato nella tratta ad
Alta velocità – dunque sotto la nuovissima (e contestatissim) serie di
gallerie lunga 78 chilometri – è stato «un guasto». L’evento, scrive
Trenitalia, ha creato «un certo nervosismo tra i passeggeri». Certo,
stare fermi per tanto tempo sotto una galleria non è ilmassimo della
vita. Tanto più che lo stop non è il primo da quando la Tav è entrata in
servizio, pochi mesi fa. Stavolta, però, il nervosismo era dovuto anche
a qualcosa di più contingente: non si è trattato infatti di un semplice
guasto, ma di un principio di incendio. A scoppiare, con parecchio fumo
annesso, è stato ilmotore posizionato nella vettura numero 5. Il
problema si è verificato quando il treno dalla linea tradizionale a
3mila volts doveva passare ai 25 mila della linea ad alta velocità, in
un punto che in gergo si chiama «Poc». Un passaggio che non funziona
sempre, e che sta creando qualche problema alla super-linea che
l’amministratore delegato Mario Moretti propaganda come un grandissimo
successo. Invece i vecchi treni modificati per correre sulla nuova linea
– come il pendolino Etr 485 che si è fermato l’altra sera – non sempre
funzionano come dovrebbero. E come accadrebbe se si collegasse un
telefonino a una linea di corrente più alta del dovuto, imotori possono
andare in tilt. Per fortuna, però, l’incidente è avvenuto a un paio di
chilometri dalla stazione periferica bolognese di San Ruffillo. La
domanda sorge spontanea: perché i passaggeri (c’erano anche donne con
bambini piccoli e anziani) hanno dovuto aspettare tre ore prima di
essere tirati fuori dalla galleria? Trenitalia spiega: «L’attesa si è
prolungata perché in un primo momento si è pensato che il treno potesse
retrocedere da solo fino alla vicina stazione di Bologna San Ruffillo,
ma invece è stato necessario inviare un altro locomotore dal capoluogo
emiliano». Ma anche si fosse pensato di operare un trasbordo dei 400
passeggeri su un altro treno – operazione che comunque Trenitalia
sostiene non essere solitamente attivata in casi di questo tipo – non
sarebbe stato possibile. Il convoglio – 9 carrozze – infatti si è
bloccato nel punto più infelice della mega galleria, già sotto accusa
perché è composta da una serie di tunnel monotubo senza galleria di
soccorso e perché in alcunitratti le uscite di sicurezza non rispettano
le distanze prescritte dalle normative più avanzate.Mala Emilia 1, dove
è avvenuto l’incidente, è più pericolosa delle altre. Non a caso è
provvissoria, in esercizio solo in attesa che il nodo di Bologna venga
concluso. In questo tratto, lungo 5 chilometri, il binario infatti è
unico. A sinistra c’è un marciapiede. Ma certo sarebbe stato poco
razionale far scendere i passeggeri e farli camminare in fila fino
all’uscita: un esodo biblico. L’unica soluzione era quindi aspettare che
arrivasse una locomotrice diesel (ce n’è una ferma a Bologna), far
attaccare il treno e farlo arrivare fino all’uscita. Così è stato fatto,
solo che ci sono volute tre ore. Da quanto risulta, inoltre, Trenitalia
non ha fatto scattare alcun piano di emergenza: ad intervenire sono
stati ad un certo punto solo i carabinieri. La Polfer, ad esempio,
sarebbe stata avvertita solo con un certo ritardo. E per quanto riguarda
l’assistenza, ecco cosa scrive un anonimo blogger su youreporter:
«Assistenza? Ce la siamo fatta da soli, neanche una bottiglia d’acqua ci
hanno dato».
14 marzo 2010