Messaggero Veneto 14 marzo
DOMENICA, 14 MARZO 2010 Pagina 11 – Udine
«Nessun rischio acquedottizzazione»
I presidenti di Cafc e Tubone rassicurano il “popolo delle fontane”
ACQUA NELLA BASSA
Gomboso e De Marco intervengono dopo l’allarme dei comitati e della Lega Nord «La nostra fusione non cancellerà i pozzi che sono previsti dalla legge regionale»
SAN GIORGIO. «Nessun rischio acquedottizzazione per i Comuni della Bassa Friulana a seguito della fusione Cafc Consorzio Depurazione Laguna spa». I presidenti dei due Enti Gestori, Eddi Gomboso e Luisa De Marco rassicurano il “popolo delle fontane”.
E ribadiscono che l’attuale sistema di approvvigionamento idrico autonomo (pozzi) è tutelato dalla normativa regionale vigente che nessuno intende mettere in discussione. Il piano industriale allegato al progetto di fusione, già illustrato ai sindaci, che sarà portato all’attenzione dei consigli comunali entro il 30 aprile «non prevede alcun investimento in materia di acquedotto e il sistema delle fontane che storicamente contraddistingue alcuni comuni della Bassa Friulana è pertanto assolutamente garantito. I timori espressi dai Comitati attraverso le pagine del giornale – affermano Gomboso e De Marco – appaiono dunque assolutamente immotivati. Per quanto concerne l’installazione dei contatori, il piano fa chiaramente riferimento agli acquedotti di quartiere e non alle fontane». I due presidenti ricordano inoltre, che gli enti gestori non hanno alcuna competenza in merito ai Piani di investimento che sono di esclusiva competenza dell’assemblea dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) che è composta da tutti i sindaci della Provincia. I sindaci della Bassa, al fine di ribadire ulteriormente e sottolineare l’importanza di mantenere l’attuale sistema di approvvigionamento, hanno chiesto attraverso un documento, che verrà approvato dalle assemblee delle due società, un unanime impegno alla tutela dei pozzi. Fondamentale è quindi che l’attuale organizzazione del ciclo idrico che è saldamente in mano agli enti locali in seno all’assemblea dell’Ato non venga ridisegnata.
«Nessuna gestione che prescinda dal coinvolgimento dei sindaci – concludono -, in temi così delicati e importanti per l’intera cittadinanza, potrebbe dare le stesse garanzie». La De Marco e Gomboso non lo dicono, ma è evidente che la fusione Cafc-Tubone abbia dei “nemici” che fomentano per boicottare l’accordo. Ricordiamo che la nuova società che nascerà dalla fusione tra i due Enti Gestori, raggrupperà 83 comuni in Provincia di Udine (17 Consorzio Depurazione e 66 Cafc) per un bacino di utenza pari a 326 mila abitanti, con un fatturato di 30 milioni di euro e investimenti previsti per 800 milioni di euro. Avrà impianti valutati sui 300 milioni di euro e 180 dipendenti. Insomma, una società in grado di far fronte alle gare europee previste nel 2011 per la gestione del ciclo idrico integrato, con un potenziale in grando di non far “colonizzare” il territorio mantenendo la governance in loco.
Francesca Artico
Messaggero Veneto 13 marzo 2010
Accordo sull acqua, è già polemica