TRIESTE: «Rigassificatore, bocciati i siti alternativi»

Dal Piccolo del 18/07/13

«Rigassificatore, bocciati i siti alternativi»

di Silvio Maranzana «Non solo quella prevista di Zaule, ma anche qualsiasi altra localizzazione del rigassificatore di Gas Natural in un punto della costa all’interno del porto di Trieste andrebbe a pregiudicare lo sviluppo dei traffici dello scalo». È la perentoria conclusione alla quale è giunta la Commissione istituita dall’Autorità portuale dopo che il decreto del 18 aprile dell’ex ministro Clini ha sospeso l’efficacia della Via rilasciata nel 2009 al progetto di Gas Natural, subordinandola a un’eventuale rideterminazione delle previsioni di sviluppo del Piano regolatore del porto per renderlo appunto compatibile con il rigassificatore. Della Commissione hanno fatto parte Eric Marcone (Authority), Umberto Laureni (Comune di Trieste), Nerio Nesladek (sindaco di Muggia), Vittorio Zollia (Provincia), Giorgio Lillini (Genio civile), Natale Serrano (Capitaneria di porto), Fabrizio Zerbini (Associazione terminalisti), ed è stata inoltre aperta a rappresentanti di organizzazioni che promuovono la protezione dell’ambiente: Roberto Sasco (Italia Nostra), Carlo Franzosini (Riserva di Miramare), Dario Predonzan (Wwf) e Lucia Sirocco (Legambiente). «Alla luce dei dati di traffico attualmente in essere, delle previsioni del Piano regolatore attualmente in itinere, nonché degli scenari che si determinerebbero nei traffici portuali quali evidenziati dagli studi commissionati dall’Autorità portuale – conclude la relazione – la Commissione non ritiene né utile, né percorribile la rideterminazione del Piano regolatore portuale per renderlo compatibile con l’impianto di rigassificazione proposto dalla società Gas Natural. La Commissione è del parere che rispetto a quanto richiesto dal Decreto interministeriale, non si possa provvedere alla rideterminazione delle previsioni di sviluppo espresse dal Piano regolatore del porto senza arrecare grave nocumento allo sviluppo dei traffici e del porto medesimo. La Commissione ritiene incompatbile – è appunto la conclusione – ogni altra localizzazione del terminale Gnl di rigassificazione all’interno dell’ambito portuale di Trieste per gli stessi motivi e le stesse criticità evidenziati dal caso dell’impianto localizzato a Zaule». Nella relazione si fa presente che le sole opere previste dal Piano regolatore fanno stimare in 2900 le navi che annualmente dovrebbero percorrere il canale di accesso al porto. «In tale contesto – viene sottolineato – l’introduzione delle navi gasiere (stimate in almeno 100 unità annue sulla base delle dichiarazioni della società Gas Natural) porterebbero a delle condizioni di traffico eccessivo sul canale Sud creando disservizi (quali tempi di attesa) per gli altri terminal». Ma si entra anche nel dettaglio prefigurando che «nello scenario di lungo periodo la presenza di navi gasiere abbia quali conseguenze: un incremento del tasso di occupazione del canale fino al valore del 70% (superiore al valore massimo di funzionamento ottimale); un generale incremento dei ritardi dei tempi di arrivo e partenza delle navi; un particolare ritardo delle navi che non hanno priorità di ingresso e di uscita con conseguenti difficoltà dei traffici relativi (in particolare ro-ro e contenitori)». Dopo aver passato in rassegna i numerosi tipi di traffici presenti in porto, l’incremento fatto registrare negli ultimi anni e in particolare il pericolo di interferenze con le petroliere dirette al terminale della Siot (più di 500 all’anno), la Commissione rileva che «nei principali porti del mondo dove sono stati costruiti impianti di rigassificazione sono state introdotte da parte delle locali Autorità marittime ordinanze di accesso che hanno modificato in senso più restrittivo le priorità di ingresso e uscita delle navi, a svantaggio dei traffici più tradizionali ritenuti non prioritari da un punto di vista della sicurezza, mentre, per gli aspetti di security e safety, hanno imposto aree di rispetto che, di fatto, sotrarrebbero spazi ad altre attività in banchina, incidendo altresì sulla movimentazione delle navi all’interno dell’area portuale e, in rada, sulle superifici destinate alle navi alla fonda. La Commissione ritiene che nell’ipotesi di costruzione del terminal Gnl sarebbero introdotte anche per il proto di Trieste nuove misure in tema di priorità di ingresso e uscita delle navi, oltre a zone di rispetto in corrispondenza dell’impianto e in rada, limitando l’operatività dei terminali esistenti e pregiudicando la potenzialità di sviluppo di nuove opere».