FOTO ZAKUNIN
LINK A FOTO:
http://bora.la/2012/12/11/no-al-rigassificatore-la-protesta-continua/
http://bora.la/2012/12/11/corteo-e-protesta-contro-il-rigassificatore-le-foto-di-bruno-carini/
Dal Piccolo
MARTEDÌ, 11 DICEMBRE 2012
No al rigassificatore, protesta e tensioni
I circa 600 manifestanti hanno fatto saltare l’incontro previsto dalla Diocesi in Porto Vecchio. Clini: possibile riaprire la Via
di Fabio Dorigo L’assalto alla Cattedra di San Giusto è partito dall’albero di Natale di piazza Unità alle 18. Ed è finito tre ore dopo in Porto Vecchio con il vescovo Giampaolo Crepadi in fuga – dopo aver tentato invano di placare gli animi – assieme al governatore Renzo Tondo. Venti persone, non una di più, hanno risposto al primo raduno del coordinamento contro il rigassificatore di Zaule. In attesa della partenza del corteo (avvenuta alle 19) hanno raccolto un po’ di firme. In marcia verso Porto Vecchio circa 150 persone a cui, strada facendo, se ne sono aggiunte altre cento, tra cui le 50 che attendevano davanti alla Sala Tripcovich. Non una marea. Tanto da far dire a una partecipante: «Hanno ragione a farcelo in testa il rigassificatore. Siamo quattro gatti». Invece è finita con la cattedra ribaltata. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, annunciato come relatore con Tondo, avvertito di quanto accadeva non si è fatto vedere alla centrale idrodinamica, sede dell’incontro pubblico. Arrivato nei pressi ha deciso con la sua scorta di fare retromarcia. Ma ha aperto a sorpresa un’altra “via” per il rigassificatore. Una «nuova valutazione di impatto ambientale». Tema di cui avrebbe voluto parlare ieri sera, ha detto. «Il tema vero – ha spiegato Clini – è quello del ruolo di questo impianto nelle attività portuali. Non ho trovato queste considerazioni nella Via rilasciata nel 2009 dal precedente ministro, e avevo chiesto pubblicamente che venissero fatte. Non solo: un anno fa abbiamo avviato con il Porto la Valutazione ambientale strategica (Vas)». Una buona notizia, che però i manifestanti non hanno potuto sentire dalla viva voce del ministro. «Poiché la Vas non è conclusa – così Clini – potrei riaprire la Via sull’impianto, qualora emergessero dall’Autorità portuale indicazioni sullo sviluppo del traffico diverse da quelle alla base dell’autorizzazione rilasciata». Il terzo appuntamento su “Sviluppo e ambiente: disinquinare Trieste” è così saltato. Cancellato. «Non c’è nessun dibattito da fare sul rigassificatore», urlavano i manifestanti al vescovo che tentava di calmare gli animi. Eppure fino a 15 minuti prima dell’inizio sembrava tutto sotto controllo. Nel piazzale davanti alla centrale erano radunate alla fine 600 persone (300 per la Questura) e davanti all’ingresso uno schieramento di forze di polizia, in tenuta antisommossa, appariva invalicabile. «Non potete bloccare l’accesso a un incontro pubblico. Siamo in democrazia». «Caro vescovo nel Vangelo sta scritto bussa e ti sarà aperto» gridavano i no global. Ma, a parte qualche altro slogan e due tre fumogeni da stadio, sembrava un dissenso gestibile. Alle 20.25 il vescovo ha preso posto alla cattedra con il moderatore, il giornalista Luigi Bacialli. È arrivato Tondo. La sala da 250 posti era praticamente esaurita. Mancava solo il ministro quando una fiumana di gente è entrata da tutte le porte saturando in un attimo la sala e mandando in tilt il labile servizio d’ordine. Un’invasione in piena regola. I manifestanti (No Tav, Trieste libera, associazioni ambientaliste, Trieste Gasata) hanno srotolato striscioni e urlato slogan per tutte le stagioni: “A casa”, “Vergogna” “Venduti”. E il classico “Vaffa”. «Credo che qualcuno dovrebbe dare le dimissioni per quanto è successo», ha commentato in diretta il consigliere regionale Pdl Bruno Marini: «Dentro la sala c’erano solo due poveri poliziotti, è stata messa in pericolo l’incolumità del vescovo e del governatore». Eppure tutto era iniziato con una marcia tranquilla in Porto Vecchio. Quella che non era riuscita neppure al sindaco Roberto Cosolini a settembre. «Un fatto storico» ha gridato uno degli organizzatori ringraziando persino la “signora Monassi” (presidente dell’Authority) che stavolta non ha fatto trovare i lucchetti.
MARTEDÌ, 11 DICEMBRE 2012
CREPALDI: «PROFONDAMENTE ADDOLORATO PER L’ACCADUTO»
Tondo: nessuna decisione presa Pronto anche a un passo indietro
«Se queste persone pensano che suonando un paio di trombette io possa cambiare opinione sono fuori strada. Sono pronto a discutere e a confrontarmi con tutti, ma questo è il modo peggiore per farlo. Stasera non ho potuto parlare e ritengo di avere subito una violenza». Così il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha commentato quanto accaduto, poco prima di lasciare il Porto Vecchio. A caldo, prima di precisare la possibilità di una riapertura della Via sul rigassificatore, Clini ha detto che l’impianto «non deve diventare un simbolo: con i simboli non si lavora. Conta solo il rispetto delle leggi e in particolare la valutazione della compatibilità sulla gestione del Porto e dei movimenti delle sue navi. Il rigassificatore è un’opportunità per Trieste ma anche un vincolo: bisogna capire cosa si vuole scegliere». A lasciare Porto Vecchio amareggiato e attonito anche il governatore Renzo Tondo, che doveva intervenire al convegno. «La protesta è legittima fino a che rimane verbale ma non quando sorpassa i limiti – ha chiosato -. La Regione non ha alcuna intenzione di andare per la propria strada né intende prendere decisioni non volute dalla comunità. Prendo atto dell’atteggiamento delle autorità locali e sono pronto a confrontarmi con categorie economiche e cittadinanza. Non è troppo tardi per cambiare idea, sono pronto ad ascoltare tutti e anche a fare eventualmente un passo indietro. C’è tutto il tempo per un percorso di condivisione. La Giunta non ha mai deliberato a favore del rigassificatore: a farlo era stata semmai la precedente amministrazione regionale guidata da Riccardo Illy e in cui c’era anche l’attuale sindaco Cosolini». Chi ha provato in tutti i modi, invano, di riportare la calma nella sala conferenze è stato il vescovo Giampaolo Crepaldi, che poi ha dovuto arrendersi, con parole pregne di profonda amarezza. «Sono profondamente addolorato perché oggi è stato sfigurato il profilo di laicità di questa città ed è stato inferto un colpo pesante alla vita democratica di Trieste – ha dichiarato Crepaldi -. Questa è stata una giornata nera per una città civile e i responsabili dovrebbero interrogarsi su quanto hanno fatto. Ci sarebbe da capire chi c’è dietro a queste manifestazioni. E pensare – ha concluso il vescovo – che siamo di fronte a un falso problema, in quanto tutti alla fine sono contrari al rigassificatore. Io sono pronto a dialogare con chiunque, ma non si può farlo con chi occupa una sala in maniera violenta e non permette un dialogo sereno e corretto». Pierpaolo Pitich
Da triesteallnews.it
Rigassificatore, in Porto vecchio contestati Tondo e Clini
CRONACA Il ministro, che non è riuscito ad accedere alla sala: «Possibile la riapertura della Valutazione di impatto ambientale». Tondo: «Pronto a fare eventualmente un passo indietro»
10.12.2012 | 23.59 – Almeno un migliaio di persone questa sera ha protestato contro il progetto di realizzazione del rigassificatore a Trieste in Porto vecchio dove era stato organizzato dalla diocesi un incontro con il ministro Clini e il presidente della Regione Renzo Tondo. Centinaia di persone sono entrate nella sala contestando in particolare Tondo, mentre Clini è rimasto bloccato all’esterno dell’edificio “assediato” da migliaia di manifestanti.
Secondo la Rai il ministro voleva portare al dibattito una notizia: «Sul progetto del rigassificatore a Trieste è possibile la riapertura della Valutazione di impatto ambientale (Via), legata alle variazioni del traffico portuale che l’Authority giuliana potrebbe fornire al Ministero dell’Ambiente». Questa la dichiarazione rilasciata da Clini ai giornalisti.
Il tema vero sarebbe quindi quello dell’impatto che questo impianto finirebbe per avere sulle attività portuali e sulle eventuali limitazioni al traffico delle navi a Trieste. «Non ho trovato queste considerazioni all’interno della Via rilasciata nel 2009 dal precedente ministro, e avevo chiesto pubblicamente che venissero fatte. Un anno fa abbiamo inoltre avviato con il Porto la Valutazione ambientale strategica (Vas), procedura che consente di inquadrare gli effetti ambientali delle strategie di sviluppo del porto. Poiché la Vas non è conclusa – aggiunge – potrei riaprire la Via sull’impianto, qualora emergessero dall’Autorità portuale indicazioni sullo sviluppo del traffico diverse da quelle alla base dell’autorizzazione rilasciata».
Anche Tondo, dopo aver lasciato la sala, ha detto che «è pronto ad ascoltare tutti e anche a fare eventualmente un passo indietro».
MERCOLEDÌ, 12 DICEMBRE 2012
Il questore Giuseppe Padulano replica alle critiche del consigliere regionale Pdl Bruno Marini. L’altra sera, subito dopo la manifestazione che ha fatto saltare l’incontro pubblico della Cattedra di S. Giusto promossa dalla Diocesi alla Centrale idrodinamica, Marini è stato netto: «Qualcuno dovrebbe dare le dimissioni, si è messa in pericolo l’incolumità del vescovo e del governatore», ha aggiunto riferendosi ai tanti entrati in sala per esprimere dissenso sul rigassificatore al governatore Tondo e al ministro dell’Ambiente Clini, attesi come relatori. Marini ha sottolineato come in sala vi fossero solo «due poveri poliziotti». «In ordine pubblico – ribatte Padulano – ci vuole molto, molto equilibrio specie quando c’è un movimento di persone che protestano in modo trasversale. L’altra sera c’era di tutto: associazioni, gruppi, mamme con carrozzina. Qualsiasi azione basata sulla forza sarebbe stata totalmente fuori luogo. C’erano persone andate lì per evitare che gli oratori potessero parlare. E come sempre in queste situazioni la polizia si trova nel mezzo e non può lasciarsi andare ad atteggiamenti basati sull’emotività. Dobbiamo dimostrare calma, saggezza ed equilibrio». Secondo Padulano «non è vero che nella sala c’erano solo due poliziotti. Erano presenti 10 agenti della Digos in borghese. Non si può militarizzare la sede di un convegno pubblico, dove è impossibile fare controlli e distinguo. Se fosse stato a invito la polizia avrebbe potuto verificare gli ingressi. Tutti potenzialmente avevano il diritto di entrare. E fuori c’erano 800 persone che tentavano di entrare». Ma intanto Sandra Savino e Pietro Tononi, rispettivamente coordinatore e vice del Pdl incalzano: «Non è tollerabile che un gruppo di contestatori abbia avuto la meglio. Chi non permette all’altro di esprimersi è sempre nel torto, così come chi doveva tutelare questo diritto e non l’ha fatto. Ci chiediamo perché non sono state prese misure di prevenzione». Roberto Sasco segretario dell’Udc chiosa: «Purtroppo ciò che temevo si è verificato. Un manipolo di facinorosi ha impedito che l’incontro avesse luogo contro ogni regola della democrazia». (c.b.)
MERCOLEDÌ, 12 DICEMBRE 2012
Ma spunta l’ipotesi di un sito alternativo
Il ministro: la proposta spetta a Gas Natural. L’Authority: è l’Ue a dover dare un’indicazione
Se sul rigassificatore on shore di Zaule potrebbe presto essere posta una pietra tombale, non altrettanto si può dire per un rigassificatore a Trieste. Ad aprire inaspettatamente è addirittura il sindaco Roberto Cosolini: «Non abbiamo mai detto di essere contrari a una struttura di rigassificazione, abbiamo sempre detto di essere contrari al tipo di impianto proposto da Gas Natural e soprattutto alla localizzazione proposta.» E il discorso di un possibile sito alternativo sta in effetti emergendo, anche se nessuno ha voglia di parlarne chiaramente. «Certo che si può valutare – afferma il ministro Clini – ma non spetta sicuramente a noi proporlo, logicamente spetta a Gas Natural.» «Potrebbe in effetti essere proposta un’ubicazione diversa – sostiene ancora più enigmaticamente la presidente dell’Authority Marina Monassi – ma in base alle più recenti normative spetta all’Unione europea indicare la nuova collocazione.» Una normativa di cui l’assessore regionale all’Ambiente Sandra Savino sostiene di non essere a conoscenza. Nella lettera indirizzata al Governo, Monassi rileva che nell’ultimo anno nel porto industriale si è registrato un aumento del 76,72% dei traffici, che stanno aumentando le navi da crociera e i traghetti e che già nel 2013 si prevede che alla Siot arriveranno ben 500 peroliere per scaricare quaranta milioni di greggio, il che farà del porto di Trieste il primo scalo italiano per quantità di merci. «In questa fase di sviluppo – si sottolinea – da parte degli operatori viene lanciato un grido d’allarme che potrebbe portare seri problemi economici, occupazionali e di sicurezza.» E intanto il Tavolo tecnico rigassificatori della Uil Vigili del fuoco, attraverso il coordinatore regionale Adriano Bevilacqua, rileva come per il rigassificatore di Porto Viro in provincia di Rovigo (l’unico oggi in attività in Italia assieme a quello già vecchio di La Spezia) un’ordinanza della Capitaneria di porto preclude il traffico navale per un diametro di 4 km e proibisce l’ancoraggio di navi in un diametro di 5,5 km. «Ciò in base alla normativa Imo la cui applicazione è stata richiesta dallo stesso governo italiano. Risulta inequivocabilmente – sostiene Bevilacqua – che se il rigassificatore dovesse essere costruito a Zaule, causa il transito delle metaniere, il traffico portuale verrebbe interdetto e le normative costringerebbero al collasso le strutture portuali.» (s.m.)
«Rigassificatore in contrasto con lo sviluppo del Porto»
Pronta la lettera di Monassi per il governo. Tondo: dirigente rimosso, ha sbagliato a non tener conto degli enti locali. No del Consiglio comunale, voto all’unanimità
Per la prima volta il presidente della Regione Renzo Tondo lo dice chiaramente: «Sul rigassificatore di Trieste ha sbagliato il nostro dirigente Piero Giust. Per questo l’ho rimosso da quell’incarico: non si possono dichiarare inconferenti due pareri contrari, espressi dal Comune e dalla Provincia di Trieste e trasformarli in un parere complessivamente positivo. Giust doveva constatare che non c’era l’unanimità e passare la decisione alla giunta regionale.» Al rigassificatore di Zaule dunque dopo la clamorosa protesta di lunedì sera quando 600 manifestanti hanno impedito l’effettuazione del convegno in Porto Vecchio con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini viene posto un doppio freno. Da un lato lo stesso Tondo sostanzialmente “annulla” l’Autorizzazione integrata ambientale che i dirigenti avevano già dato, dall’altro il ministro Clini, all’uscita del vertice di ieri mattina in Prefettura su rigassificatore e Ferriera, ribadisce quanto già accennato l’altra sera, e cioè che molto probabilmente la Valutazione d’impatto ambientale dovrà essere rifatta o comunque integrata dal momento che risale al 2008-2009. E la presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi esce dalla Prefettura mostrando la lettera che sta per inviare al Governo in cui mette in luce che l’impianto di Zaule contrasta con lo sviluppo delle infrastrutture portuali e con l’incremento del traffico di navi e soprattutto di petroliere che si sta registrando in questi ultimi mesi e che si prevede si protrarrà o crescerà ancora in futuro, come si evince anche da uno studio sull’argomento che è stato fatto dalla società Technital. «Saranno ora il mio ministero e quello dello Sviluppo economico – ha ribadito ieri Clini – a valutare se e come riaprire la Via». Secondo voci, Clini avrebbe parlato di questo già ieri pomeriggio a Roma, dove ha fatto ritorno all’ora di pranzo, con il ministro Corrado Passera. E una mozione per «ricondurre la procedura di Aia rilasciata dalla Regione nei dettami della vigente normativa nazionale ed europea, rianalizzando gli effetti e i rischi di varia natura derivanti dalla contemporanea realizzazione di impianti finora considerati disgiuntamente (rigassificatore, gasdotto, centrale termoelettrica) è stata approvata all’uanimità dal Consiglio comunale. A presentarla Roberto Decarli della lista civica Trieste cambia che replica a Tondo: «Può fare il colpo di scena e silurare il dirigente, ma non può smentire ciò che dichiarò in primavera a Udine nel corso dell’assemblea di Confindustria dove annunciò in tono perentorio di voler prendersi la responsabilità e di voler realizzare il rigassificatore a terra nella zona industriale di Trieste, ponendosi contro la reiterata volontà del Comune di Trieste e della Provincia. Silvio Maranzana