DUMBLES / Femminicidio

Ieri sera non abbiamo avuto parole, se non un: Ancora?! Il suono uscito da un pugno nello stomaco tanto più forte quanto più il fatto è vicino nel tempo e nello spazio. Ancora? Ma non potevamo mica pensare che dopo il 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dopo che i giornali e i telegiornali ne hanno parlato, dopo che hanno perfino adottato il termine “femminicidio, questo fosse finito? No. Il bollettino di guerra si aggiorna sempre; oggi ci parla di Lisa che da ieri sera non c’è più perchè accoltellata a morte dall’ex convivente che lei aveva già denunciato tre volte.

All’articolo di cronaca del MV di ieri c’era questo commento: Risulta che la ragazza aveva denunciato molte volte il suo carnefice. Tragedia quindi annunciata! Finche’ non uccidono nessuno fa nulla. Questo e’ un grosso problema che andrebbe risolto, anzi che bisogna risolvere!!!
Domanda: come?
Volendo schematizzare ci sono due vie: quella repressiva, quella culturale.
Allora: per la prima Carfagna e Alfano hanno fatto la legge anti stalking per cui gli atti persecutori sono diventati  reato da carcere fino a quattro anni. Poi ci sono le lesioni, le percosse ecc, che comunque si configurano come reati perseguibili penalmente. Poi c’è il femminicidio per il quale recentemente Carfagna e Buongiorno con un disegno di legge hanno proposto l’ergastolo.
Per la seconda, se si ragiona a partire dal presupposto che il femminicida non soffre di patologia psichiatrica, se si elimina la parola “raptus”, depressione, passione e tutta la coloritura di sentimenti che si vorrebbe descrivere come ingovernabili dal soggetto che ne sarebbe vittima inconsapevole… non resta che il drammatico dato culturale nudo e crudo.
Che delinea, quello sì, una patologia generale, diffusa, comune, condivisa, taciuta, accettata, riprodotta: una donna deve stare al suo posto, a quello assegnato in genere da chi rivendica su di lei il diritto alla fedeltà, all’amore corrisposto, all’obbedienza, a tutte quelle distorsioni che fanno di quella cosa chiamata “amore” un esercizio di potere.
Che tragedia! Per carità, non tutti uccidono, no, ma se oggi contiamo 118 donne uccise ci sono altrettanti uomini che si sono sentiti pienamente legittimati ad ucciderle e per questi, se manteniamo un discorso di proporzioni, ce ne sono molti altri che si sentono pienamente legittimati a picchiarle, maltrattarle, stalkizzarle, ancora di più ad offenderle, irriderle, oggettivizzarle, e ancora di più e di più a non rispettale, prevaricarle, sfruttarle… l’immagine insomma è quella di una piramide senza soluzione di continuità tra la base e la cima perchè purtroppo, l’una alimenta culturalmente l’altra.
Dice Biancardi procuratore capo di Udine che siamo davanti all’ennesimo delitto passionale…. ” questo non fa che confermare il fatto che il Friuli è diventato terra di delitti di questo genere… una volta finiva a schiaffi, ora invece a usare il coltello non sono più soltanto gli extracomunitari”.
Lasciamo stare l’infelice battuta sugli extracomunitari, questa storia che una volta finiva schiaffi l’abbiamo in parte commentata qualche tempo fà e sinteticamente si può ripetere: le donne li prendevano e stavano zitte, e se c’è una cosa che unifica l’Italia, questa entità statale amministrativa in cui noi da anarchiche friulane e bioregionaliste non ci riconosciamo, è la violenza esercitata contro le donne; un bel fattore di unità nazionale, interclassista, interetnica.
Allora, Lisa non era stata zitta, dal 2010 aveva presentato tre denunce, anche per lesioni visto che lui l’aveva picchiata al punto da far sospettare la frattura delle costole.
Nulla fu, per cui la sua, come dice la madre, è stata una morte annunciata.
Sarebbero stati efficaci un divieto di avvicinamento, una condanna per lesioni, un provvedimento restrittivo? Non lo sappiamo, però sappiamo che per esempio la legge sullo stalking non è una legge fatta bene, non è precisa, ammesso che sia stata dotata di mezzi finanziari per la sua attuazione, poi questi sono spariti, mentre Carfagna con una mossa che ha più dello speculativo e propagandistico spinge sull’ergastolo agli stupratori piuttosto che verificare lo stato di attuazione della sua creatura concepita ma, si potrebbe dire, mai nata. Anche quello che pensiamo di quest’ultima mossa da politicanti  alla frutta abbiamo già scritto.
Che resta? Resta il dato culturale nudo e crudo. Più siamo, donne e uomini,  a minare alla base quell’infame piramide che abbiamo immaginato, più la sua punta si indebolisce, si smorza, frana, finisce.
Prima ammettiamo l’autodeterminazione di ogni soggetto, prima finiamo di contare i morti e le morte. E Lisa sarebbe ancora tra noi.