1° MARZO/ Sui media nazionali

Repubblica 1° Marzo

Iniziative e concerti in molte città per l’iniziativa “24 ore senza di noi”
a Roma presidio davanti all’Inps per i contribuiti negati a chi torna in patria

Immigrati, il giorno della protesta
da Milano a Napoli, migliaia in corteo

di Vladimiro Polchi

Immigrati, il giorno della protesta da Milano a Napoli, migliaia in corteo

Il corteo degli immigrati a Napoli, la manifestazione più affollata

ROMA – “Non siamo criminali, non siamo clandestini, ecco a voi i nuovi cittadini”. Lo slogan parte dal centro di Milano, rimbalza a Roma e arriva a Rosarno. Viaggia sull’onda dei tamburi delle tante manifestazioni di questo “Primo marzo. Una giornata senza di noi”. Sessanta città italiane, 50mila membri su Facebook, decine di migliaia di cittadini italiani e stranieri in piazza per partecipare all’iniziativa “24 ore senza di noi”, promossa contro il razzismo e per i diritti dei quasi 5 milioni di cittadini di origine straniera che vivono e lavorano in Italia.

Il corteo più grande è quello di Napoli dove a sfilare sono quasi in 20mila. In piazza le maggiori comunità straniere, dal Bangladesh al Burkina Faso, dal Marocco al Senegal. In contemporanea altre manifestazioni occupano le strade delle città francesi, spagnole e greche.

A Roma, con Legambiente centinaia di rifugiati e richiedenti asilo insieme ai volontari hanno ripulito il parco di Colle Oppio. Un gruppo di immigrati ha manifestato sotto la sede dell’Inps, chiedendo che vengano restituiti ai lavoratori stranieri che decidono di tornare in patria i contributi versati per gli anni lavorati in Italia. In testa al corteo del pomeriggio ci sono gli immigrati di Rosarno. Mentre un maxi-divieto di accesso, con sotto
la scritta “Eccetto per gli studenti bianchi, ricchi e italiani” è lo striscione esposto davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, da alcuni studenti universitari dei collettivi durante un blitz sulle scale dell’edificio.

A centinaia hanno sfilato anche per le vie di Milano: “Basta razzismo, siamo i nuovi cittadini, le vostre pensioni le paghiamo noi”. E’ uno degli slogan gridati nel corso del corteo. Racconta Emanuel, 34 anni del Camerun, dipendente di un grande albergo: “Sono a Milano da sei anni e da sei anni in metropolitana vengo guardato con disprezzo. I motivi di questa manifestazione sono tanti, il punto è che non veniamo considerati come cittadini”.

Il giallo è il colore della giornata di “sciopero” degli immigrati. Ad Ancona la manifestazione è culminata in un comizio in piazza Rona. Alexandre Rossi, brasiliano con cittadinanza italiana, referente del comitato Primo marzo ha denunciato la politica di non gestione del fenomeno migratorio seguita dal governo: “Si vogliono cacciare gli stranieri quando il 20% della ricchezza del Paese viene proprio dal contributo dei lavoratori extracomunitari”.

In giro per Trieste a cercare scritte razziste sui muri per cancellarle: è invece l’iniziativa promossa, nel capoluogo giuliano, in occasione dello sciopero degli immigrati.

La giornata è stata anche occasione di denuncia. A Caserta i giovani del centro sociale Insurgencia hanno mostrato un video al direttore generale dell’Azienda trasporto pubblico, nel quale si vede che molti autisti dei mezzi pubblici, su alcune linee, in particolare la M1N, la M1B e M4, non effettuano le fermate lungo il percorso se in attesa ci sono solo immigrati.

A Perugia il corteo – composto in gran parte da immigrati – è partito da piazza Italia, ha percorso corso Vannucci e in piazza IV Novembre si è svolta la manifestazione conclusiva. Presente, fra gli altri, il sindaco Wladimiro Boccali. Molti gli striscioni e i cartelli con frasi come: “No al razzismo istituzionale”, “Italiani e migranti per una nuova cittadinanza”, “Troppa intelligenza nessun diritto”, “Siamo tutti cittadini”.

Per il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, lo sciopero è “una manifestazione particolarmente significativa, perché mostra quella indispensabile integrazione o convivenza che semina il futuro della nostra società”.

Intanto la Lega Nord ha deciso di organizzare per domani, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, una contromanifestazione in risposta allo sciopero di oggi proclamato dagli immigrati.

 

Corriere 1° marzo

Immigrati in sciopero:  «Producono il 9,5% del Pil»

Sciopero stranieri,
«Producono
il 9,5% del Pil»

23:09 CRONACHE Cortei in 60 piazze italiane contro il razzismo.

La Camera dell’Artigianato: «Serve riflessione»

Video 1

Video 2

 

Corriere 28 febbraio

Sciopero stranieri, cortei in 60 piazze
«Primo Marzo, 24 ore senza di noi»

14:31 CRONACHE Lunedì l’iniziativa nata in Rete per «sostenere l’importanza dell’immigrazione per la tenuta socio-economica del Paese». Si svolgerà in contemporanea in Francia, Spagna e Grecia

 

Repubblica 27 febbraio

Primo marzo, lo “sciopero” degli immigrati
“Un giorno senza di noi e l’Italia si ferma”

Cortei in giallo e iniziative nelle città per la “Primavera antirazzista”: associazioni, comitati e 50mila adesioni su Facebook per i diritti dei migranti. Il sindacato: “Senza di loro economia, famiglie e sanità in ginocchio” di V. POLCHI Commenta / I numeri

 

Il primo marzo la mobilitazione che apre la Primavera antirazzista. Cortei in molte città
Per la “rivoluzione in giallo” 50mila adesioni su Facebook e 60 comitati sul territorio

Dalle fabbriche alle famiglie, così il Paese non può fare a meno dei lavoratori stranieri

Arriva il primo "sciopero" degli immigrati "Un giorno senza di noi e l'Italia si ferma"

Mafalda di Quino, testimonial d’eccezione della manifestazione

ROMA –  Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out è fissato per lunedì “Primo marzo 2010 – Una giornata senza di noi”: e “noi” sono i quasi 5 milioni di immigrati che vivono in Italia. La “rivoluzione in giallo” (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo “sciopero degli immigrati” aderisce anche il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti.

L’appuntamento è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia. Non si tratterà di uno sciopero in senso tecnico, in verità. “Ci sarà uno sciopero solo in alcune città come Trento, Trieste e Modena, dove le sigle sindacali hanno accolto questa richiesta che arrivava dal basso  –  spiega Stefania Ragusa, presidente del Comitato “Primo marzo 2010″  –  per il resto i grandi sindacati a livello nazionale non ci hanno supportato, eppure nessuno ha mai pensato di indire uno sciopero etnico. Sarebbe bello che in Italia si tornasse a fare scioperi per tutti i diritti, non solo per quelli contrattuali. Vogliamo dare alla gente la possibilità di riflettere sull’importanza degli immigrati per la tenuta della società italiana. Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole”.

Il logo della giornata (otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti) è opera dell’artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per testimonial è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E il giallo sarà il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei palloncini, dei braccialetti e dei foulard che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell’iniziativa. Il calendario con tutti gli appuntamenti città per città è sul sito del movimento (