Il Piccolo
MARTEDÌ, 11 SETTEMBRE 2012
Nuovi treni soppressi, richiamo a Ferrovie
Interruzioni sulla Sacile-Gemona. E 64 cancellazioni in due settimane. Riccardi convoca la società
TRIESTE Siamo alle solite. Trenitalia manca in qualcosa senza dare troppe spiegazioni ed è subito querelle. Stavolta i disservizi si sono verificati sulla tratta Sacile-Gemona, ma è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di cancellazioni, soppressioni, malservizio in genere. E poi i pendolari si lamentano, e la Regione, secondo un copione già visto più volte, richiama la società ai doveri del contratto di servizio. Ieri altra puntata della telenovela. Riccardo Riccardi, incontrati i sindaci interessati alla tratta, ha inviato al direttore di Trenitalia per il Friuli Venezia Giulia, Maria Giaconia, la richiesta per un incontro urgente, che dovrebbe svolgersi già nei prossimi giorni. «All’ordine del giorno – spiega l’assessore regionale ai Trasporti – ci saranno sia il problema della Sacile-Gemona, con l’esigenza di ripristinare al più presto il collegamento ferroviario, sia le tantissime soppressioni dei treni registratisi dalla fine di agosto». L’agenda compliata dal Comitato pendolari del Friuli Venezia Giulia segnala dal 27 agosto a sabato 8 settembre la soppressione complessiva di ben 64 treni sulle linee che interessano la regione, a cui si possono aggiungere i 19 treni soppressi lo scorso 7 settembre a causa di un incidente avvenuto tra Venezia Santa Lucia e la stazione di Mestre, con notevoli ripercussioni sul traffico pure in Friuli Venezia Giulia. «Martedì 4 settembre – puntualizza ancora Riccardi – sono state 15 le soppressioni che hanno interessato la Trieste-Udine-Venezia, la Trieste-Portogruaro, la Casarsa-Portogruaro, la Udine-Carnia e la Venezia-Udine». Sulla vicenda Sacile-Gemona è molto dura la lettera che è stata pubblicata da una passeggera sul blog dei pendolari. «Vorrei iniziare smascherando una bugia – è l’esordio della missiva –: Trenitalia, che avrebbe dovuto riprendere il servizio sulla tratta il 26 agosto, non lo ha fatto adducendo come motivazione “i collegamenti sono effettuati con pullman dal 6 luglio in seguito ai gravi danni provocati da una frana che ha interessato l’infrastruttura ferroviaria». A seguire compaiono fotografie che testimoniano invece che le riparazioni sono state effettuate. Viene riportata pure la risposta ai pendolari di un ex operaio delle Ferrovie che assicura che «la linea non è interrotta e il treno può passare tranquillamente; non ci sono lavori da fare; per pochi metri di cedimento non è necessario alcun collaudo». Ma il treno, di lì, non ripassa ancora. Un disservizio inaccettabile. «Ritengo la cosa piuttosto grave – conclude l’utente –, ai limiti dell’inadempimento contrattuale. La Regione contribuisce per il trasporto regionale; e per la tratta Gemona-Sacile paga per avere treni, non corriere». (m.b.)
Messaggero Veneto
11 settembre 2012
Oltre 90 treni cancellati in 2 settimane
Convogli allagati e pochi posti: i pendolari alzano la voce. La Regione chiede un incontro urgente con i vertici di Trenitalia
di Martina Milia
UDINE. Il trasporto ferroviario fa acqua da tutte le parti? È il caso di dirlo visto che il 31 agosto il regionale 11021 Udine-Venezia con partenza alle 13.30, è stato soppresso a “causa dell’allagamento” delle carrozze. L’inconveniente sarebbe stato creato dalla pioggia entrata dai finestrini rimasti aperti (dalla sera prima). Ma questo, tragicomico, è solo un esempio dello stato del trasporto ferroviario in Friuli Venezia Giulia. Anche ad agosto i disagi non sono andati in vacanza e nei primi giorni di settembre non è andata meglio. Considerate anche le soppressioni di ieri, il bilancio sale a quota oltre 90 corse cancellate – in tutto o solo in alcune tratte – in due settimane. E non mancano i ritardi dei convogli che comunque sono partiti dalle stazioni.
Il Comitato pendolari Fvg e la Regione hanno registrato dal 27 agosto a sabato 8 settembre la soppressione complessiva di 64 treni sulle linee che interessano il Friuli Venezia Giulia, a cui si possono aggiungere i 19 treni soppressi lo scorso 7 settembre a causa di un incidente avvenuto tra Venezia Santa Lucia e la stazione di Mestre. Il 4 settembre il meglio: 15 corse tagliate in un giorno. Aggiungendo al totale le giornate di domenica e lunedì vanno conteggiate altre dieci corse saltate. E il conto è presto fatto.
Le cause dei disagi sulle linee Trieste-Udine-Venezia, Trieste-Portogruaro, Casarsa-Portogruaro, Udine-Carnia e Venezia-Udine sono sempre le stesse. Pendolari e personale delle ferrovie parlano di carenza di personale, treni che si guastano anche durante il viaggio, disservizi di varia natura: cambi di convogli all’ultimo minuto o imprevisti come la pioggia che ha allagato il treno in partenza da Udine. Chi ha la fortuna di pagare il biglietto per un treno che poi effettivamente parte non può comunque dormire sonni tranquilli.
Perché l’incognita ora si chiama “posto”. Ci sarà un posto per me che ho pagato il biglietto? E’ la domanda da porsi. A tanti convogli è stato decurtato il numero di carrozze. Il fenomeno viene denunciato periodicamente dai comitati pendolari su alcune corse più frequentate di altre, ma recentemente la situazione è ulteriormente peggiorata: è facile trovare solo quattro carrozze anziché le sei o le otto previste, con inevitabili episodi di sovraffollamento. Un problema che nelle settimane scorse poteva anche non far rumore, ma che, con la ripresa di scuole, università, fabbriche, rischia di ripresentarsi .
La Regione, con l’assessore Ricccardo Riccardi, ieri ha diffuso una nota con la quale chiede un incontro urgente con il direttore Trenitalia per il Friuli Venezia Giulia, Maria Giaconia. Sarà risolutivo? I pendolari lo sperano, ma da esperienza sanno che, quando la Regione batte i pugni, l’azienda si rimette in riga per un po’. Fino alla prossima ondata di stop e ritardi.
Resta un’arma che, secondo i viaggiatori, potrebbe aiutare a fare maggior pressione sulle ferrovie: la trasparenza. Nel sito della Regione, alla voce domande frequenti (area dedicata al trasporto pubblico locale), alla richiesta “I risultati dell’attività di controllo della Regione vengono pubblicati?”, la risposta è “Sì. I risultati vengono pubblicati periodicamente sul sito della Regione in questa sezione”. Peccato che questi non si trovino, fanno notare i pendolari. L’aggiornamento della situazione è ancora affidato al comitato spontaneo. Altro elemento che andrebbe pubblicato, secondo chi viaggia, sono le sanzioni inflitte a Trenitalia in base al contratto di servizio. La cattiva pubblicità, si sa, può essere molto efficace.
Treni, Riccardi non convince i pendolari
A Cavasso Nuovo l’assessore regionale si è impegnato a contattare Rfi per far ripartire la linea ferroviaria Sacile-Gemona
di Giulia Sacchi
CAVASSO NUOVO. «Contatterò immediatamente Rfi affinché, considerati i disagi dell’utenza, specialmente scolastica, possa ripartire da subito la circolazione dei treni sulla linea Sacile-Gemona e vigilerò con costanza affinché sia osservato e soddisfatto il contratto di servizio tra Regione e Ferrovie, che scadrà nel 2014, e per la nuova gara vedremo se sarà possibile che partecipino altri gestori.
La Regione ha garantito col proprio bilancio e investendo 200 milioni di euro l’anno un trasporto pubblico locale di qualità: bisogna far sì che continui a funzionare bene, ricercando, se non la redditività, almeno un equilibrio. Per il futuro, si cercherà di capire se e quali potranno essere le prospettive per la linea, data anche la sua significativa valenza ambientale e turistica». Questi gli impegni che l’assessore regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi si è assunto nell’incontro di ieri, al Palazat di Cavasso Nuovo, con i sindaci dei comuni ubicati lungo la tratta, tra cui Meduno, Cavasso Nuovo, Maniago, Vito d’Asio, Travesio, Castelnovo, Montereale, Aviano, Sacile, ma anche Gemona, Osoppo e Forgaria. Presenti pure il vicepresidente del consiglio regionale Maurizio Salvador, i consiglieri regionali Piero Colussi, Franco Dal Mas e Paolo Pupulin, l’assessore provinciale Nicola Callegari e rappresentanti della Provincia di Udine.
Subito dopo il convegno, Riccardi ha inviato al direttore di Trenitalia per il Friuli, Maria Giaconia, la richiesta per un incontro urgente, che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni, per discutere della Sacile-Gemona, rimarcando l’esigenza di ripristinare al più presto il collegamento ferroviario. Pure la Provincia, tramite Callegari, ha contattato Trenitalia per trovare soluzioni che soddisfino gli utenti e già oggi si potrebbero avere risposte più chiare. I problemi maggiori, come è stato sottolineato nell’incontro dai sindaci e da Laura Magris, rappresentante dei genitori di studenti pendolari, riguardano gli orari dei bus sostitutivi, che non sono in linea con quelli scolastici. Da qui l’intenzione di trasferire gli studenti da Sacile a Pordenone.
Riccardi, postosi a fianco di Comuni e utenti «in questa protesta civile e costruttiva, che condivido in pieno», cercherà pure con la Provincia di Pordenone «di capire come si potrebbero intanto armonizzare gli orari bus-scuola».
Ma la protesta di ragazzi e genitori per quanto sarà ancora civile e costruttiva? «Siamo contribuenti e pretendiamo i servizi: la nostra protesta non potrà essere ancora a lungo così calma – tuona un genitore –. Le esigenze dei ragazzi non possono attendere: da domani per loro non cambierà nulla e per quanto ancora andranno avanti questi disagi?». Non nascondono una certa amarezza, mista a delusione, i genitori degli studenti al termine dell’incontro e il timore è «di essere davanti a una mancanza di volontà, dato che la linea sembra riparata, e a decisioni forse già prese. Dobbiamo fare gli abbonamenti o no? Non ci sono state date certezze oggi – rimarcano –: sappiamo che c’è l’impegno, questo sì, ma non se ci sarà il treno e cosa accadrà nei prossimi mesi. Possiamo stare tranquilli e continuare a mandare i ragazzi a Sacile o dovremo pensare seriamente al trasferimento? – interrogano –. Oggi non sono state date linee-guida agli utenti: come genitori ci siamo dati da fare, ma non possiamo pensare di doverci preoccupare noi di risolvere problemi che non ci competono».