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e le vittime sono quasi sempre donne

Corriere 23 agosto 2012

ANALISI SUI DATI ISTAT

Reati, sono le famiglie a uccidere di più

Gli omicidi sono calati di un terzo, ma è aumentata la violenza tra le mura domestiche. E le vittime sono quasi sempre donne

 

Sarah Scazzi, vittima di un omicidio in famiglia ad Avetrana (Ansa)

La famiglia uccide più dei criminali. Se da una parte calano di un terzo gli omicidi, rispetto a 20 anni fa, dall’altra, però, aumentano pericolosamente i delitti che si consumano tra le mura domestiche.

VITTIME LE DONNE – L’Istat, secondo quanto si ricava da un’analisi dell’agenzia Ansa, fotografa la situazione dell’Italia relativa al 2010, confermando un trend che già si manteneva costante dalla fine degli anni ’90. Vittime quasi sempre le donne, ne viene uccisa quasi una ogni due, tre giorni. Nel 2010 le donne uccise sono state 156, nel 209 erano 172, nel 2003 il picco del decennio scorso con 192 vittime. Avventure amorose finite nel sangue, follie dei mariti, aumenta così l’omicidio di matrice familiare o sentimentale. Circa il 70% di questi omicidi sono compiuti da partner o parenti, e solo nel 15% dei casi la vittima è un uomo.

NON PIU’ LA MAFIA – Se negli anni ’90 la paura era rivolta alla criminalità organizzata, letta come mafia, soprattutto al sud Italia, ora la violenza si avvicina e diventa il compagno o la compagna do letto. Lo Stato pensava di avere vinto e superato la paura di questo tipo di violenze, ma si è trovato a fronteggiare un nuovo mostro. In base ai dati a disposizione dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, in media dal 2006 gli omicidi tra familiari sono stati circa 200 l’anno, quelli della malavita organizzata 170. Altra analisi: secondo una «sottostima» dell’Eurispes, nel biennio 2009-2010 ci sono stati 235 omicidi «domestici», di questi 103 tra amanti. Se la coppia si sgretola iniziano i problemi: «Nelle coppie – spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani – l’80% degli omicidi avviene nelle fasi in cui la relazione sta finendo o quando è appena finita. Nell’85% dei casi, l’omicida è l’uomo, sia perchè di solito sono le donne a lasciare sia perchè per l’uomo è più difficile accettare di essere lasciato. A volte poi ci sono questioni di “onore”, specie nei piccoli paesi, oppure economiche, come la perdita della casa, ma anche di affetto, come le difficoltà per vedere i figli».

LA DENUNCIA DI STALKING NON FERMA LA VIOLENZA – C’è la denuncia di stalking (il 70% riguarda denunce a uomini), che nel 40% dei casi avviene prima dell’omicidio, ma non sempre si riesce a intervenire per fermare la violenza. L’Eurispes, nel rapporto Italia 2011, scende nel dettaglio: dei 103 omicidi che hanno riguardato “innamorati”, «gli autori sono stati principalmente mariti o conviventi (63,1%), ma anche fidanzati/ex amanti (15,5%), fidanzati, amanti, rivali o spasimanti (13,6%) ed ex coniugi o conviventi (7,8%). Per quasi 6 autori su 10 il movente è stata la gelosia, la non rassegnazione alla separazione o a un abbandono».

Redazione Online 23 agosto 2012 | 17:15