i costi del TAV Venezia-Trieste
il gazzettino 13 agosto
Tav, il progetto low-cost del commissario:
potenziare la linea Mestre-Portogruaro Dossier di Bortolo Mainardi sulla “Grande opera” che procede
troppo a rilento: «Mancano i fondi, va sfruttato l’esistente» |
di Giorgio Gasco
VENEZIA – È stato nominato con il compito di mettere, finalmente, ordine e quindi nero su bianco. Da troppi anni si continua a parlare, in Veneto come nel resto dalla Valle Padana («per la Lione-Torino non c’é ancora il progetto preliminare»), del treno ad alta velocità senza ancora vedere una traversina posata (a parte i trenta chilometri, primi realizzati in Italia, tra Padova e Venezia, ma inutili senza punti di partenza definiti). Bortolo Mainardi ha ricevuto l’investitura di commissario straordinario per la nuova linea veloce nella tratta Venezia-Trieste nel luglio del 2011 con tanto di decreto dell’allora governo. Dopo appena un anno l’architetto bellunese è riuscito a riempire venti pagine di considerazioni («un’informativa»), inviate al governatore del Veneto Luca Zaia e al ministro Corrado Passera, dove racconta di aver messo a confronto la miriade di idee lanciate e i progetti presentati, le proposte fatte dal territorio. E indica la soluzione più logica, non in modo evidente («sono un tecnico – dice – non spetta a me, ma alla politica scegliere l’ipotesi migliore») ma chiaramente individuabile scorrendo le comparazioni e le valutazioni economico-finanziarie fatti. Partendo proprio dalle considerazioni finali (da pagine 13 alla 20 del dossier) è chiaro che Mainardi consiglia alla politica una scelta quasi obbligata: la nuova linea da Mestre a Portogruaro (il tratto veneto, per quello friul-giuliano le procedure sono ancora indietro) dovrà correre parallela all’attuale ferrovia. Motivi: è più corta ed economica (57 chilometri; costo dimezzato) rispetto all’altra ipotesi sul tavolo (il cosiddetto corridoio litoraneo, verso le spiagge: 61,5 chilometri, 43,5 milioni di euro al chilometro); provocherà un impatto ambientale assai meno devastante («l’assessore regionale Chisso, fautore del tracciato litoraneo, dice che si dovranno abbattere 2.500 abitazioni, a me risulta non più di 50» ribatte il commissario). Dove si troveranno i 18 miliardi di euro necessari per realizzare la linea dal confine con la Francia fino a Trieste? E chi è disposto a sborsare i 5,7 miliardi per il previsto progetto Mestre-Ronchi dei Legionari di 120 chilometri? Dunque, l’architetto bellunese dà il suo suggerimento fondamentale alla politica: «Con 600 milioni si renderebbe più moderna l’attuale tratta Mestre-Portogruaro-Cervignano, ora utilizzata per solo il 40% della sua potenzialità prevedendo anche la nuova bretella da Mestre all’aeroporto Marco Polo («ma non in galleria: gli 8 km in tunnel costerebbero 772 milioni, i binari in superficie meno della metà); poi si procederà, con dati di traffico aggiornati e certi, a posare, nel caso servissero, i nuovi binari per il supertreno «affiancati alla linea storica». Una certezza che deriva proprio da ciò che sta accadendo nei Paesi vicini e che rende fondamentale le infrastrutture già in funzione: la tratta Mestre-Portogruaro-Cervignano che si innesta alla ferrovia Pontebbana, metterebbe in comunicazione proprio il punto in cui l’Austria sta realizzando i tunnel per il corridoio Baltico-Adriatico. «Per questo – conclude Mainardi – posso con convinzione dire che quest’ultima soluzione, potenziamento prima e raddoppio dopo, sia la più condivisa dal Veneto, più convincente, più economica, più razionale da un punto di vista dell’esercizio ferroviario». Ovviamente, «sono i leader politici con equilibrio e trasparenza nei confronti della collettività a dover dire l’ultima parola. In tempi rapidi». Che sia la volta buona…
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Lunedì 13 Agosto 2012 – 12:45 Ultimo aggiornamento: 19:36
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Il Piccolo Monfalcone 6 agosto 2012
Dal Piccolo del 03/08/12
No alla Tav “balneare” Il dossier arriva a Passera
TRIESTE Bortolo Mainardi sta limando il dossier sull’alta velocità ferroviaria tra Mestre e Portogruaro. Entro il 10 agosto, fa sapere il commissario straordinario per la Tav veneta, la documentazione verrà consegnata a Corrado Passera, ministro dei trasporti, e al governatore Luca Zaia. Non c’è dubbio che, ancora una volta, Mainardi sottolineerà l’opportunità di puntare non sul costoso tracciato balnere ma su quello affiancato agli attuali binari. E che, altro passaggio già noto, l’alta velocità in quel tratto sarà alta ma non altissima. «Non decidono i tecnici, ma la politica», sottolinea l’architetto bellunese. Ma i tecnici dicono la loro con molta forza: la Tav balneare non conviene. Il nodo è economico. Nell’ipotesi costiera, il solo tratto da Mestre a Portogruaro costerebbe 3,4 miliardi di euro sui 7,4 complessivi dell’intero percorso Mestre-Trieste e, di quei 3,4 miliardi, 772 milioni sono il costo stimato per il segmento Mestre-Tessera mentre i restanti 2,6 miliardi servirebbero a realizzare l’alta velocità a servizio delle spiagge, con un costo al chilometro di 44 milioni di euro. «Costi non sostenibili – puntualizza Mainardi – né da un punto di vista economico né da quello ambientale. Tanto più inaccettabili in un periodo di difficoltà economica». E allora ecco l’alternativa: virare verso il tracciato che fa perno sulla linea esistente, la Mestre-Portogruaro, da modernizzare e ampliare con la quadruplicazione dei binari. «Costerebbe tra i 15 e i 18 milioni di euro al km», fa sapere Mainardi. In sostanza si risparmierebbe circa il 60%, un tassello fondamentale per ottenere il consenso di sindaci e cittadini. Lavorare sui binari esistenti significa rinunciare alla Tav, cioè alle velocità attorno ai 350 km/h? «Non si tratta di dire no alla Tav – precisa il commissario – ma di prendere atto che nessun progetto preliminare in Veneto ipotizza velocità superiori ai 250 km/h, quella del Frecciargento Venezia-Roma». Un progetto graduale, quello ipotizzato da Mainardi, che piace anche a Debora Serracchiani. Secondo l’europarlamentare del Pd, «il quadruplicamento è a tutti gli effetti una linea con le caratteristiche dall’alta velocità e dell’alta capacità, ma con un surplus di attenzione alla sostenibilità ambientale specie nei centri abitati. Già con i primi interventi sui colli di bottiglia la tratta ferroviaria Trieste-Venezia potrebbe porsi meglio a servizio non solo delle merci dei porti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ma anche dei bisogni dei viaggiatori». Mentre Giulio Lauri (Sel Fvg) parla di «svolta storica» e allarga il tiro: «Il governo dà ragione a movimenti e comitati, che da anni si oppongono all’alta velocità, sul fatto che, per quanto riguarda questa regione, l’opera non è necessaria e non si farà». (m.b.)
2 agosto 2012
Il commissario Mainardi boccia la Tav Mestre-Trieste: «Insostenibili e inaccettabili 44 milioni di euro al chilometro»
- TRASPORTI Pronto il dossier per il governo Monti che dà ragione agli ambientalisti. L’alternativa? «Potenziare la linea esistente»
- 2.8.2012 | 14.07 – No alla Tav, sì al potenziamento dell’attuale linea. A dirlo è lo stesso commissario straordinario per la Tav Mestre-Trieste Bortolo Mainardi (nella foto). “Clamoroso al Cibali” verrebbe da dire citando il grande Sandro Ciotti ma anche questo accade nell’estate del 2012. Ecco ad ogni modo la decisione presa da Mainardi spiegata poco fa ai microfoni della Rai: «La prossima settimana sarà completato il dossier sull’alta velocità ferroviaria tra Mestre e Portogruaro, con prosecuzione verso Ronchi dei Legionari. Il documento sarà consegnato nelle mani del ministro delle infrastrutture, Corrado Passera, e del governatore del Veneto, Luca Zaia».
Il commissario Bortolo Mainardi pone l’accento soprattutto sui costi del progetto. «44 milioni a km per il nuovo tracciato non sono sostenibili né da un punto di vista economico né da quello ambientale. Sono costi eccessivi e inaccettabili in un periodo di forte difficoltà come quello che stiamo vivendo».
- La soluzione per il commissario? Quadruplicare l’attuale linea ferroviaria. «Mi auguro – ha detto Mainardi – che i sindaci e cittadini possano garantire quel consenso che oggi non esiste».
- Mainardi ha quindi deciso di percorrere la via meno onerosa sia dal punto di vista economico che ambientale, dopo aver visto cassati i precedenti progetti da quasi tutti i comuni coinvolti nel percorso della linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità. Una decisione che lui stesso ha definito «del buon padre di famiglia». Per quel che riguarda il tratto Ronchi-Trieste e poi fino a Divaccia, Mainardi però non si sbilancia. Alla domanda diretta se il quadruplicamento della linea riguarderà anche l’ultima tratta, il Commissario ha risposto: «quel pezzo del tracciato non è di mia competenza, se e quando me lo affideranno allora potrò dire di più». Su Trieste il nodo che rimane critico è quello dello “scavallamento” del Carso, che comporterebbe la costruzione di chilometri di gallerie. Nel recente passato l’architetto bellunese era stato fortemente criticato dagli ambientalisti per il suo doppio ruolo di Commissario della Tav e membro della commissione di Via che deve giudicare il progetto. Per questo conflitto d’interessi era stato richiesto l’intervento diretto del Governo che, però, non ha mai preso una posizione in merito.
Da notare che Riccardi intervistato al TG3 delle 19.30 del 2 agosto, riconfermava il tracciato 2010 in affiancamento all’autostrada!
Video su facebook del TG Rai3 19.30
link Rai3 14.30
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Questi sono degli imbecilli!!!
Venezia, 27 luglio 2012 Comunicato stampa
http://www.scribd.com/doc/101312984/Tav-qual-e-Il-Gioco-Del-Commissario-Mainardi
il 27 luglio LEGAMBIENTE SCRIVEVA
TAV Venezia–Trieste:QUAL È IL GIOCO DEL COMMISSARIO MAINARDI?
Legambiente: “Esigiamo chiarezza e rispetto degli impegni assunti”
“Apprendiamo che Italferr ha depositato presso la Regione Veneto, conseguentemente alle osservazioni prodotte dal WWF, il nuovo Studio d’ImpattoAmbientale sul cosiddetto tracciato “litoraneo” della TAV Venezia-Trieste. Il Commissario ha recentemente l’abbandono di questa soluzione, aprendo alconfronto con enti locali e territorio sulla migliore scelta progettuale per definire ilpotenziamento dell’infrastruttura esistente e valutare, successivamente,l’eventuale raddoppio su un’ opera che con la TAV non ha più nulla a che fare”.
Se questa è la volontà
, – chiede Legambiente –
perché ha taciuto sul deposito di questa nuova documentazione? Perché non utilizza i poteri riconosciuti dal suo ruolo commissariale e ferma l’iter progettuale litoraneo, avversato da moltissimi, bloccando lo spreco di risorse pubbliche?
L’associazione ambientalista ha l’impressione che l’azione intrapresa sia solo fumonegli occhi e si voglia perseguire una strategia fatta di silenzi e omissioni di atti che dovrebbero essere alla portata di tutti e dovutamente pubblicizzati dalla pubblica amministrazione, insomma tutto il contrario di quanto hanno detto il ministro Passera e lo stesso Mainardi.
“La consultazioni con le forze sociali – commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – che riguardano, per altro, argomentiche necessitano la partecipazione e la condivisione dei territori coinvolti,non sono un gioco a nascondino. Durante l’incontro ufficiale dello scorso 12 luglio, su convocazione del Commissario stesso, assieme a WWF ed Italia Nostra abbiamo consegnato nelle mani del Commissario Mainardi delle precise richieste ed indirizzi operativi contenuti in un documento sottoscritto dalle tre associazioni e dagli agricoltori veneti (CIA, Confagricoltura, CoopAgri). Ora esigiamo un coinvolgimento concreto, l’applicazione del documento ed il rispetto degli impegni presi in quella sede”.
“Il Commissario – conclude Lazzaro – deve intervenire immediatamentepresso il Ministero e la Commissione VIA Nazionale per bloccare l’iter procedurale del tracciato basso e le spese ad esso connesse”. Legambiente invita tutti coloro che già avevano presentato osservazioni aconfermare le stesse previa comunicazione alla commissione VIA Regionale integrandole, possibilmente, con il richiamo alle dichiarazioni pubbliche del commissario sull’inattuabilità del progetto litoraneo.Inoltre l’associazione ambientalista invita i parlamentari locali a presentare opportune interrogazioni alla camera e al senato.