NOTAV: secco no da Doberdò

Da Il Piccolo

LUNEDÌ, 30 LUGLIO 2012

Pagina 19 – Gorizia-Monfalcone

Doberdò, barricate contro la Tav

Il sindaco Vizintin: «Una follia spendere 50 milioni e devastare l’ambiente»

DOBERDO’ Il Comune di Doberdò del Lago alza le barricate contro il progetto della Tav «macroscopicamente sproporzionato e inutile, devastante per l’ambiente, per la Riserva dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa e che farebbe addirittura scomparire dalla cartografia la frazione di Sablici». Dopo aver esaminato l’ultima relazione progettuale inviata da Rfi il mese scorso per la linea Venezia-Trieste, in particolare per la tratta Ronchi-Trieste, il sindaco Paolo Vizintin ha convocato l’altra sera con urgenza la Giunta, estesa anche ai capigruppo per la maggioranza Fabio Visintin di “Unità Cittadina” e per la minoranza Dario Bertinazzi Slovenska skupnost-Unione slovena, (assente Marino Ferfolja del Centro destra), che ha espresso il parere negativo e ha respinto all’unanimità il documento. «E’ un ulteriore diniego che si aggiunge a quello precedente – afferma il sindaco Vizintin – in quanto è una follia spendere 50 milioni di euro per una devastazione irreparabile dell’ambiente. Sarebbe meglio utilizzare questi soldi specie in questi momenti di crisi per creare nuovi posti di lavoro. E’ inconcepibile, dopo che Rfi continua a sopprimere (anche ieri) treni merci e passeggeri da e per Trieste, che voglia incrementare questa tratta dove il movimento è calato del 50%. Sarebbe il caso di ottimizzare, invece, la linea Alta Capacità esistente e non realizzare opere devastanti e costosissime delle quali non ci sono soldi che poi sarà costretta la comunità a pagare». Il Comune ribadisce che dalla progettazione, oltre a mancare dell’analisi costi-benefici imposta dalla normativa vigente sulla Via (Valutazione impatto ambientale), emerge che l’opera è fortemente impattante per l’ambiente, il territorio e l’abitato di Sablici. La linea ferroviaria attraverserebbe infatti la Riserva dei laghi di Doberdò e Pietrarossa con enormi viadotti e gallerie. «Una gigantesca colata di cemento e ferro – continua il sindaco Vizintin – che deturperebbe il territorio già martoriato dalla presenza di elettrodotto, metanodotto e autostrada. Gallerie e viadotti proseguirebbero per il centro di Sablici dove è previsto l’esproprio e il vincolo urbanistico di quasi tutta l’area e il probabile abbattimento di alcune abitazioni. In tale contesto – continua Vizintin – si inserisce la realizzazione del nuovo raccordo stradale tra le statali SS55 e SS14 che passerebbe sotto il viadotto soprastante Sablici e consentirebbe un ritorno massiccio dei Tir sul Vallone. L’abitato di Sablici si svuoterebbe e sparirebbe dalla cartografia». La preoccupazione per il tracciato Tav aumenta anche perché a detta degli stessi esperti Rfi nella relazione non ci sono garanzie per l’attraversamento dei calcari di Aurisina . Ciro Vitiello