Messaggero veneto del 25/07/12
Più di 5 mila no
all’autostrada
Il comitato Arca: «Insensato che la Regione investa sul turismo e poi voglia costruire una simile opera»
di Davide Francescutti
SPILIMBERGO. Sono oltre 5 mila le firme di cittadini contrari alla realizzazione del nuovo raccordo autostradale Cimpello-Sequals-Gemona: ne ha dato notizia il comitato Arca Tagliamento che, nato dopo una riunione a Pinzano un anno e mezzo fa, ora vanta un discreto sostegno delle popolazioni locali nella sua battaglia contro l’opera voluta dalla Regione. Proprio l’amministrazione guidata da Renzo Tondo è al centro del nuovo attacco del comitato presieduto da Alberto Durì, che ha sottolineato come i soldi spesi per promuovere il turismo in Friuli potrebbero essere sperperati se la strada venisse realizzata.
«A noi – spiegano i componenti del comitato – pare insensato stabilire di spendere centinaia di migliaia di euro l’anno per promuovere quale attrattiva turistica, anche alla Bit di Milano, le nostre bellezze naturali negli stessi palazzi dove si progettano opere che le distruggeranno. Il nostro territorio è attrattivo per la sua naturalità (wilderness), bisogna soltanto pensare a come salvaguardarlo e organizzare la ricettività». Niente raccordo quindi, ma più turismo verde.
«Il turismo naturale – proseguono – è diverso da quello delle grandi città: nelle Highlands scozzesi, per esempio, le strade sono per la maggior parte a una corsia, ma il turismo è in continua crescita perché la strada stretta fa parte della bellezza del territorio. Le persone sentono la necessità di staccare dallo stress quotidiano e di immergersi nella natura, quindi a che scopo arrivare agevolmente in un posto quando di quel luogo non è rimasto più nulla? Tanto vale rimanere in città».
Lo sfogo contro Trieste è contenuto nell’ultimo aggiornamento del sito del sodalizio, dove senza fare nomi vengono accusati anche gli amministratori locali della Val d’Arzino e di quelle limitrofe, giudicati troppo “morbidi” verso l’opera. «Alcuni amministratori locali – concludono – che sostengono o che non sono dichiaratamente contrari al progetto focalizzano l’attenzione sui pedaggi per i residenti e sullo svincolo in Val d’Arzino. Prima di insistere sulla realizzazione dello svincolo in Val d’Arzino bisognerebbe considerare quanto terreno occupa uno svincolo autostradale e quanto spazio c’è in quella valle. Cosa rimarrebbe in Val d’Arzino? Solamente asfalto e smog per cui gli abitanti desidereranno di andarsene. Forse è per questo che a chiedere lo svincolo sono soltanto i Comuni non direttamente interessati».