RIGASSIFICATORE: Clini smentisce Passera

Il piccolo del 24/07/12

Clini sul rigassificatore: ancora tutto in discussione

 

di Gabriella Ziani Sì, l’approvvigionamento di gas è una questione strategica per l’Italia. Ma non per questo il rigassificatore previsto a Zaule è da considerarsi cosa fatta. Anzi. Pendono sul previsto impianto di Gas natural questioni grandi, tuttora irrisolte, e molto controverse, quindi lo spazio per discuterne c’è. All’indomani delle certezze, e del sollecito espresso al nostro giornale dal ministro per le Infrastrutture Corrado Passera, sull’urgenza indiscutibile di realizzare un rigassificatore e proprio a Trieste, è il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a declinare in dettaglio lo stato problematico delle cose. Il tema, dice, è ancora aperto. Ministro Clini, Passera è stato impositivo nel sostenere che il rigassificatore si debba realizzare e presto. A Trieste si ritiene che venga sottovalutato il capitolo delle criticità. Lei che cosa ne pensa? La posizione di Passera è assolutamente condivisa, è necessario diversificare le fonti energetiche, avere una sicurezza a livello europeo, considerare l’uscita della Germania dal nucleare che crea opportunità molto grandi, sono temi cui prestare grandissima attenzione. Ma per Trieste mancano ancora dei passaggi per una decisione, che sono ancora tutti da definire. Quali sono? Il ministero, ancora col governo Berlusconi, ha dato parere positivo alla Valutazione d’impatto ambientale, ma per esempio il rigassificatore non è inserito nel piano di sviluppo regionale. Secondo, un rigassificatore comporta vincoli e servitù per il porto, e per gli usi dell’area circostante. Ed è un altro problema. Su questo la situazione è ancora ferma, manca il parere della Regione e delle altre autorità locali. Quindi si vede come il tema sia ancora aperto, e su cose rilevanti. È allora dalla Regione che tutto dipende? Manca ancora una politica regionale in materia di portualità e in campo energetico. La Regione su questi temi deve perciò esprimersi. E una volta che la Regione lo avesse fatto? C’è un’altra questione, ben più complicata. Ed è l’opposizione manifestata dalla Slovenia, e ribadita nuovamente al presidente Napolitano nel corso della sua recente visita a Lubiana. È un tema non banale, ma sostanziale. Ci viene chiesto di rispettare procedure europee, che sarebbe stato molto opportuno già osservare in precedenza. E cioé avviare una Valutazione ambientale strategica (Vas) transfrontaliera. A settembre abbiamo un incontro fissato con la Slovenia, e questo sarà certamente uno dei primi temi. Quindi, fatto salvo che uno “hub” del gas, come dice Passera, è importante per la politica energetica nazionale, abbiamo su Trieste ancora questi problemi da risolvere. E quelli di sicurezza dell’impianto? L’approfondimento dei problemi relativi ai rapporti fra sicurezza, protezione ambientale e sviluppo portuale potrebbe essere d’aiuto per raggiungere margini di miglioramento in fatto di tecnologie e dispositivi per la sicurezza. Quindi lei non dà affatto per certo e imminente il rigassificatore di Zaule? No, perché il tema è aperto anche su altre questioni ancora. Il procedimento di Vas per il piano regolatore del porto è ancora in discussione al ministero dell’Ambiente proprio perché si stanno analizzando i diversi usi dell’area portuale e le loro compatibilità. È a causa del rigassificatore che il piano regolatore del porto non viene dunque “rilasciato”? Sì, per questo. Ma poi stiamo analizzando anche altro. Che cosa? Al ministero è stato presentato un secondo progetto per Trieste, quello per il rigassificatore “off shore”, e il procedimento di Valutazione d’impatto ambientale non è concluso. Ma un rigassificatore in Alto Adriatico non dovrebbe escludere l’altro? La domanda è di solo buon senso. Ma si può rispondere soltanto con un piano nazionale energetico e dei rigassificatori, che invece manca. Il principale punto debole procedurale è comunque che avremmo dovuto, come paese, affrontare la Valutazione strategica per situare i rigassificatori. È del resto cosa prevista dalle norme Ue. Ma in passato si è invece preferito valutare caso per caso. Ora stiamo lavorando a questo.