FERROVIE/ Pordenone sempre più isolata

MV 17 giugno

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Treni, pendolari allarmati
«Pordenone sempre più isolata»

Tagli in vista ai convogli per Venezia, mail di protesta inviata in Regione. «Già ora, così come sono, le corse non sono sufficienti a garantirci il servizio»

di Massimo Pighin

PORDENONE. Pendolari allarmati dalle notizie dei possibili tagli di Trenitalia ai treni che percorrono le linee regionali e quelle di collegamento con il Veneto: il rischio, dicono Marco Chiandoni ed Elti Cattaruzza, portavoce di due comitati di viaggiatori, è di rimanere ancora di più isolati, visto che già attualmente «le corse non sono sufficienti a coprire le esigenze di chi deve spostarsi».

Entrambi, tuttavia, attendono gli sviluppi della vicenda, annunciando che, qualora le indiscrezioni trapelate corrispondessero al vero, i loro gruppi si renderebbero protagonisti di azioni di protesta nei confronti dell’azienda, ma anche di governo centrale e Regione. Il comitato di Chiandoni, a dire il vero, una prima iniziativa l’ha già messa in essere: una delle responsabili, Cristina Sartor, venerdì scorso, non appena venuta a conoscenza dei possibili tagli, ha inviato una mail ai competenti uffici della Regione per chiedere chiarimenti. «Siamo preoccupati, è inutile nasconderlo, ma attendiamo – ha riferito Chiandoni -. Bisognerà vedere quali treni saranno eventualmente interessati e se ci sarà una loro sostituzione: il quadro, attualmente, è abbastanza fumoso. Speriamo non si verifichino le condizioni previste, perché già oggi abbiamo numerosi problemi» ha proseguito il portavoce dei pendolari che utilizzano la linea Pordenone – Udine, per poi aggiungere: «Va detto che da marzo puntualità e pulizia sono migliorate, ma eventuali tagli finirebbero unicamente col pesare sulle tasche di cittadini già molto tartassati: non si riesce ancora a comprendere che il trasporto su rotaia migliora la qualità di vita delle persone e quella dell’ambiente e, di conseguenza, non si fa nulla per incentivarlo, costringendo chi deve muoversi a utilizzare la macchina».

Sulla stessa lunghezza d’onda Cattaruzza, responsabile del gruppo di pendolari che viaggia verso Venezia. «A una situazione non certo idilliaca si andrebbero ad aggiungere ulteriori tagli. Di questo passo dove andremo a finire?», si chiede. «Restiamo vigili, in attesa di capire se si tratta di un bluff, come spesso accade in questo settore; qualora non fosse così, manifesteremo nelle sedi e con i modi opportuni il nostro dissenso». Anche lui pone l’accento sull’isolamento a cui si rischierebbe di andare incontro. «Molti di noi devono sopportare tante peripezie per arrivare e tornare da Venezia: già attualmente il numero di treni è insoddisfacente, mi chiedo come si possa pensare di ridurlo ancora. È insensato che questo Paese non comprenda l’importanza di sostenere il trasporto su rotaia, che potrebbe risolvere tanti problemi. In ogni caso, monitoreremo la situazione».