Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}
Dal Piccolo del 08/06/12
Taglio degli alberi in Val Rosandra, gli indagati sono otto
Avvisi di garanzia al vicepresidente della giunta regionale Ciriani e al responsabile regionale Berlasso. Nei guai anche il sindaco di San Dorligo Premolin e il suo vice. Viene contestata la disastrosa operazione “Alvei puliti” di fine aprile: l’accusa è di deturpamento di bellezze naturali
Il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani, e il responsabile della Protezione civile regionale, Guglielmo Berlasso, sono indagati per il presunto “scempio” della Val Rosandra, nel marzo scorso, a causa di contestati lavori di deforestazione. Assieme a loro hanno ricevuto un avviso di garanzia altre sei persone, tra cui il sindaco di San Dorligo della Valle, Fulvia Premolin, e il suo vice.
La notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati è stata notificata dalla Procura della Repubblica di Trieste a Legambiente del Friuli Venezia Giulia, che in seguito alla vicenda aveva presentato un esposto alla magistratura.
Nei confronti degli indagati, il sostituto procuratore Antonio Miggiani ha ipotizzato la contravvenzione di distruzione o deturpamento di bellezze naturali, prevista dagli articoli 733 bis e 734 del codice penale.
L’azione dei volontari della Protezione civile si era svolta il 24 e 25 marzo scorsi, nell’ambito del progetto “Alvei puliti 2012”, con la pulizia di sponde arginali, il taglio di piante pericolanti in corrispondenza degli argini, l’eliminazione dalle sponde di vegetazione infestante. Secondo esponenti ambientalisti, biologi e politici locali, che avevano organizzato anche clamorose proteste pubbliche, l’azione era stata troppo invasiva e aveva portato al grave depauperamento di alberi e piante rari.
Lo scempio della Val Rosandra era emerso un paio di giorni dopo essere stato commesso grazie alla mobilitazione sul web. La pagina Facebook del Piccolo e questo sito erano stati sommersi dai messaggi di condanna dell’operato della Protezione civile regionale.