Quello che segue è il comunicato diffuso oggi dal Comitato NOTAV di Trieste e del Carso in seguito ai fatti di ieri pomeriggio alla sede del Piccolo di Trieste.
Il 2 aprile 2012 alle ore 18 il Comitato Notav di Trieste e del Carso aveva indetto una conferenza stampa assieme al Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci per parlare del documento inviato da 360 tecnici al presidente del consiglio Mario Monti chiedendogli di ripensare il progetto alta velocità, documento ricco di motivazioni tecniche, ambientali e socioeconomiche. Questo documento, inviato il 9 febbraio scorso, non è stato ancora preso in considerazione dal governo, nonostante una petizione a sostegno sia stata sottoscritta da circa 15.000 cittadini.
Il Comitato Notav (assieme a decine e decine di persone) ha inviato il testo dell’appello alla redazione de “Il Piccolo”, unico quotidiano triestino in lingua italiana, con la richiesta di dare quantomeno notizia del fatto, e dato che nel frattempo (dal 17 marzo) era iniziato un digiuno a staffetta in tutta Italia, a Trieste il Comitato Danilo Dolci si era fatto carico di organizzare questa forma di protesta con l’adesione all’appello “Ascoltateli!” per la riapertura del dialogo democratico sulla questione dell’alta velocità..
Questo pomeriggio una ventina di persone, tra i quali anche alcuni digiunanti, si sono presentati alla conferenza stampa, dove il Comitato Notav intendeva anche smentire le illazioni false e diffamatorie del “Piccolo” che aveva scritto che il Movimento Notav aveva cercato di strumentalizzare la protesta contro la devastazione operata dalla Protezione civile nella Val Rosandra.
Stante che nessun giornalista del “Piccolo” si è presentato alla conferenza stampa, i presenti hanno domandato in portineria di essere ricevuti da qualcuno della redazione, ma dopo alcune telefonate la risposta è stata che non c’era nessun giornalista disponibile a scendere.
Pertanto alcuni aderenti ai due comitati sono saliti alla segreteria di redazione domandando un breve incontro con qualche giornalista, ed a quel punto alcuni giornalisti del “Piccolo” sono usciti dalla redazione protestando contro la presenza degli attivisti, intimando loro di uscire ma rifiutandosi persino di ritirare il volantino dell’appello “Ascoltateli!”, arrivando al punto di dire che se i Comitati avevano qualcosa da dire potevano indire una conferenza stampa (!): a questo punto è stato fatto loro presente che la conferenza stampa era stata indetta ed il motivo per cui si era saliti era proprio il fatto che alla conferenza stampa non era intervenuto alcun rappresentante del “Piccolo”.
Dopo essere stati oggetto di improperi (“fascisti rossi”, ma anche parolacce) da parte dei giornalisti intervenuti, gli attivisti sono usciti dalla sede del “Piccolo”, e sono stati successivamente raggiunti, in strada, da un giornalista (lo stesso che aveva sostenuto la necessità di indire una conferenza stampa per essere ascoltati) che ha scattato alcune foto dei presenti asserendo di volerle mettere in Facebook.
Auspicando che il giornalista inserisca in Facebook oltre alle immagini degli attivisti dei due Comitati, anche la notizia del documento dei 360 studiosi, non possiamo fare a meno di stigmatizzare che per l’ennesima volta la redazione de il “Piccolo” di Trieste, peraltro in prima fila nel rifiuto delle “leggi bavaglio”, abbia posto il bavaglio a chi domanda solo che vengano pubblicate notizie su un argomento di interesse generale come il progetto dell’alta velocità ferroviaria che riguarda tutta la cittadinanza e non solo gli “addetti ai lavori”.
Per questo motivo i due Comitati continueranno ad inviare solleciti e lettere alla redazione del “Piccolo”, ed invitano la cittadinanza a fare altrettanto.