Dal Piccolo del 29/03/12
«Rigassificatore, vecchi i dati sulla sicurezza»
«Il progetto definitivo del rigassificatore riproduce il Rapporto di sicurezza vecchio, coi serbatoi disegnati ora a destra e ora a sinistra, gli estensori (anonimi) affermano che “progettare impianti di gas naturale (Gnl) in modo da assicurare livelli di rischio generalmente accettati per la vita e la proprietà all’interno e all’esterno del perimetri degli stessi (…) è obiettivo oneroso” e che “lo studio non si prefigge di quantificare i rischi connessi al terminale, né di esaminare in dettaglio i rischi provenienti da fonti esterne». Lo denuncia la ventina di docenti e ricercatori dell’Università di Trieste, dell’Ogs e del Cnr coordinati dalla Uil-Vigili del fuoco che sul progetto definitivo di Gas Natural aveva chiesto un’audizione al Consiglio comunale. Prevista per il 2 aprile, al momento non si farà. «Secondo i capigruppo – spiega Iztok Furlanic, presidente del Consiglio – la lettera con cui il Tavolo tecnico rigassificatore motivava la richiesta di audizione conteneva argomentazioni già più volte trattate in aula, hanno dunque deciso di invitare il “Ttrt” dapprima in commissione, affinché siano illustrate eventuali novità anche in riferimento alle ipotesi di riutilizzo dell’area». Constatato che il Consiglio comunale ha già espresso col voto quattro “no” al rigassificatore, i capigruppo hanno deciso di vederci meglio. Ora incombe l’approvazione del bilancio e non si sa quando la commissione potrà essere messa in agenda. Intanto i professori scoprono che il progetto “definitivo” contiene analisi sulla sicurezza ancora imprecise. Il rapporto, dicono, rimanda appena al «progetto esecutivo l’analisi dei rischi provenienti da fonti esterne». Contestate le distanze dei serbatoi dal confine dello stabilimento: «Si citano fonti Usa che indicano 61 metri, qui la distanza tra serbatoi e recinzione sarebbe di 62. Ma ci si dimentica – scrivono i professori – che la legge Usa in caso di impianti con serbatoi di gas infiammabile di capacità superiore ai 38 metri cubi consiglia una distanza di 1600 metri dalla recinzione dello stabilimento: e a Zaule ne avremmo 280 mila, di metri cubi». Infine, confermano gli esperti che il rigassificatore bloccherebbe «le attività della Siot, del canale navigabile, del Molo VII per 200 giorni all’anno, perché le gasiere devono avere attorno 450 metri di spazio di manovra». Aggiungono i docenti: «Ovviamente il nuovo terminal traghetti Aquilinia-Noghere nascerebbe morto». Allarme anche per il cloro versato in mare e «le centinaia di tonnellate di cloroderivati», per l’abbassamento della temperatura, calcolato, si dice, con misurazioni troppo brevi (18 e 72 ore), mentre «i primi consulenti di Gas Natural (Alatec) avevano prefigurato correttamente il raffreddamento progessivo della baia e il superamento dei limiti di legge, ma sono stati subito sostituiti». (g. z.)