NOTAV: continuano le balle sulla Trieste-Divaccia

Da Il Piccolo

11/03/12

Trieste-Divaccia, 5 anni per i progetti

 

Ma se la Trieste-Divaccia avanza a ritmi lenti già nella fase preliminare e presumibilmente non potrà essere percorribile prima di una decina di anni, non brucia i tempi, nonostante il maggior dinamismo messo in mostra perlomeno fino a pochi mesi fa dalla Repubblica di Slovenia, nemmeno la Capodistria-Divaccia, tratta ferroviaria che se realizzata rapidamente rischia di mettere fuori da molti giochi il porto di Trieste. Il secondo binario avrebbe dovuto essere completato entro il 2018 e invece il termine sembra destinato a slittare di un paio d’anni. É la conseguenza del fatto che l’Agenzia della Repubblica di Slovenia per l’ambiente (Arso) ha finora negato il permesso ambientale per l’opera al Ministero dei Trasporti sloveno. Le manchevolezze del progetto sono rappresentate dal fatto che non è chiaramente esplicitato dove finiranno tutti i materiali di riporto (l’unica discarica indicata potrebbe contenere solamente la metà di quello che dovrà essere scavato) ed è stato giudicato incompleto lo studio dell’impatto ambientale sul bacino idrico del fiume Risano. E il rischio più grave è che il ritardo faccia perdere i 400 milioni di fondi europei detsinati al progetto. di Silvio Maranzana wTRIESTE Dal confine occidentale d’Italia a quello orientale, ma nella migliore delle ipotesi passeranno cinque anni prima che i cantieri della Tav con tutte le battaglie ambientalistiche, ideologiche e politiche che si portano dietro si trasferiscano dal Piemonte alla Venezia Giulia. Il collegamento transfrontaliero Trieste-Divaccia, senza il quale l’intero tracciato italiano del Corridoio tre (Mediterraneo) Algeciras-Kiev non sta in piedi, porterà via infatti quattro anni solo per la fase progettuale. Ancora il 30 giugno scorso a Trieste la Commissione intergovernativa italo-slovena ha approvato lo studio di fattibilità del tratto in questione pianificando il completamento delle attività di progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) per la fine del 2015. «Subito dopo – era stato affermato – potranno essere avviati i primi cantieri». Chiaro che ulteriori fasi burocratiche e gare d’appalto fanno prevedere la perimetrazione delle aree interessate appena per il 2017. «In questi giorni – riferisce l’assessore regionale a Infrastrutture e trasporti Riccardo Riccardi – c’è stato a Trieste un nuovo incontro bilaterale riservato ai tecnici. Mi è stata ora inviata la relazione che devo ancora esaminare, ma non mi risultano proposte di variazioni del tracciato, né tantomeno slittamenti dei programmi. Le scadenze sono sempre quelle, ma trattandosi di Tav non posso certo giurare che verranno puntualmente rispettate, anche perché essendo questo un tratto transfrontaliero il progetto fa direttamente capo ai due Stati.» Il prossimo passaggio sarà la costituzione da parte dei due Stati del Geie, il Gruppo europeo d’interesse economico, un veicolo giuridico di cooperazione che è direttamente radicato nell’ordinamento comunitario che avrà potere di contrattazione e di rappresentanza e sarà quindi reponsabile delle attività di progettazione. Il termine per la costituzione del Geie è fissato per il 30 giugno 2012. Il tracciato approvato è meno impattante, in particolare sul Carso e la Val Rosandra rispetto a quello originariamenmte previsto. Si sviluppa per 12 chilometri in territorio italiano e per 9 in quello sloveno. Sulla tratta ferroviaria i treni potranno raggiungere i 250 km/h consentendo di ridurre notevolmente i tempi di percorrenza: per aggiungere Divaccia dalla Stazione centrale di Trieste occorreranno appena 21 minuti. Il tracciato ha origine dal Nodo di Trieste a partire dal termine orientale del previsto collegamento per il traffico passeggeri, prosegue in direzione Sud-Est e si interconnette con l’allacciamento nalla zona portuale-industriale della città. Superato il confine, in territorio sloveno si interconnette con il branch verso Capodistria e prosegue, volgendo a Nord-Est, fino a Divaccia. La pendenza massima sarà contenuta nella misura del 17 per mille. «La prima soluzione, ipotizzata nel 2008 – ha spiegato l’assessore Riccardi – prevedeva 36 chilometri di tracciato (che lambiva la Val Rosandra) con una pendenza molto alta e una velocità media di 160 chilometri all’ora. L’attuale studio di fattibilità riduce invece il tracciato a 21 chilometri, di cui 12 nella provincia di Trieste, con una velocità minore nelle interconnessioni e maggiore nei tratti liberi, e una pendenza del 12,5 per mille». È stata scelta è la cosiddetta “variante alta”, più corta ed economica però con ben 11 dei 12,3 chilometri in galleria. Originariamente il costo per la realizzazione dell’opera era stato stimato in 2,4 miliardi di euro di cui 1,3 per la porzione di tracciato in territorio italiano e 1,1 per la parte slovena. Secondo l’accordo firmato tra i Governi italiano e sloveno, il costo totale della progettazione invece, dallo studio di fattibilità fino ai disegni esecutivi, è di 101,4 milioni di euro di cui il 50% (50,7 milioni) sarà coperto dall’Unione europea. Dell’altra metà, 22 milioni saranno stanziato dal Governo italiano mentre 28,7 dovrebbero venire da quello sloveno. La Commissione europea per elargire i propri contributi, appunto il 50% del costo della progettazione, chiede che si arrivi a un tracciato condiviso, che su di esso venga formulato un progetto preliminare e come detto, entro giugno 2012, venga costituito il Geie (Gruppo europeo di interesse economico). Non rispettare questa scadenza significherebbe perdere i fondi comunitari e sostanzialmente rimandare la Tav sul fronte orientale in alto mare.