Da Il Piccolo
13/03/2012
Rigassificatore, entro il 2012 le autorizzazioni
L’iter autorizzativo per il rigassificatore di Gas Natural Fenosa a Trieste si potrà chiudere entro il 2012. E’ quanto indicano fonti vicine all’iter sullo stato d’avanzamento del progetto. La stima è stata fatta tenendo in considerazione i tempi tecnici delle procedure di autorizzazione – le conferenze dei servizi – previsti dalla legge e dalle sospensioni delle stesse. Domani nel frattempo si riunirà la Conferenza dei servizi relativa all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dell’opera, mentre il 19 marzo la multinazionale presenterà alla Conferenza dei servizi generale le integrazioni sul progetto.
Originariamente, l’iter della Conferenza dei servizi, cominciata il 26 settembre 2011, si sarebbe dovuto chiudere nel maggio 2012. In virtù di alcune sospensioni e delle richieste di nuovi documenti, il termine potrà slittare a settembre o ottobre, comunque entro l’anno. Il progetto ha già ottenuto il decreto di Valutazione di impatto ambientale (Via) dal Ministero dell’Ambiente, mentre si attende il decreto relativo al gasdotto che collegherà l’impianto alla rete nazionale.
La riunione di domani era stata convocata dalla Regione Friuli Venezia Giulia inizialmente per il 14 febbraio, ma era stata annullata su richiesta della Provincia di Trieste. Secondo Gas Natural tale richiesta era immotivata, per cui il gruppo iberico ha diffidato la Provincia. Nell’incontro di domani gli enti potranno chiedere integrazioni sul progetto. La Conferenza dei servizi per l’Aia si dovrà comunque chiudere entro la conclusione della Conferenza generale. Il 19 marzo Gas Natural Fenosa presenterà le integrazioni richieste dalla Regione e anche altre precisazioni non richieste dagli enti.
Da Il Piccolo
11/03/12
Clini: rigassificatore, impossibile ignorare il no degli enti locali
di Gabriella Ziani «Il parere negativo degli enti locali conta, eccome. Le loro considerazioni riguardano il futuro da dare a quest’area così particolare, e anche i vincoli sulla sicurezza non sono ininfluenti, così come la valutazione sulle attività portuali e sui vincoli di sicurezza per la navigazione. Vedremo con estrema franchezza quali possono essere le soluzioni migliorative. Ma non possiamo forzare nessuno. Peraltro ci sono anche un contenzioso diretto con la Slovenia e uno in sede di Commissione europea perché la Slovenia chiede che il rigassificatore sia soppesato anche con valutazione transfrontaliera. L’importante, e questo è il momento, è mettere tutti i problemi in fila, senza nasconderne alcuno che possa saltar fuori più tardi, e che ci porterebbe a fare il gioco dell’oca». Corrado Clini, il ministro dell’Ambiente, torna a Trieste per annunciare a Duino Aurisina una riserva naturale, ma deve fare conti diretti e urgenti col contrario, un insediamento industriale ad alto rischio e in zona inquinata all’altro capo della provincia, dove nella Baia di Zaule preme il rigassificatore di Gas Natural. Che si porta addosso il “no” di Comune e Provincia, ma che ha l’assenso del governo. Lo ha detto il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera: «No a un secondo caso-Brindisi», dove British Gas ha detto addio dopo 11 anni di procedure inconcluse per un rigassificatore. Il riconoscimento dei problemi in campo, e del diritto di farli valere tutti in sede locale, spezza però l’unanimità della voce del governo. «Il dialogo – ha proseguito ieri Clini, per nulla perentorio, e anzi molto accogliente rispetto alle riserve – è sempre aperto, il problema è che noi vogliamo anche chiuderlo». Cioé arrivare a un punto, con decisioni chiare. Ma mentre fino a ieri si dava per meramente “consultivo” il parere di Comune e Provincia, oggi si ammette limpidamente: è una pietra non oltrepassabile in corsa. L’assessore regionale all’Ambiente, Luca Ciriani: «È difficile che la Regione possa obbligare il Comune di Trieste a ospitare il rigassificatore». Motivo: «È il Comune che ha piena titolarità sulle politiche urbanistiche e pianificatorie del territorio». «La cosa più responsabile – afferma Ciriani rammentando le necessità nazionali di approvvigionamento di gas, e comunque tendenzialmente favorevole, come Tondo – è riaprire il dialogo senza pregiudiziali, il parere del Comune determina il luogo fisico dell’impianto, e rende difficile la strada, la localizzazione è difficile da cambiare». Forse è questa l’ipotesi (difficile) di estrema ratio. Anche l’eventuale concessione regionale dell’Autorizzazione ambientale (procedimento al via il 14 marzo) non potrebbe sorpassare il “no” degli enti locali. Il sindaco Cosolini peraltro ha innalzato barriera: ricorso al Tar se passa il rigassificatore. Ciriani ricorda che Cosolini «con Illy aveva un’opinione diversa, non dubito – aggiunge – che l’abbia cambiata per motivi nobili…». Ma si prepara il campo alle controfferte. L’assessore ricorda i dialoghi Dipiazza-Gas Natural per le “royalties”: «Oggi quel discorso è surgelato, ma va riaperto il tavolo delle compensazioni». Tentar di acquistare il Comune? Il ministro Clini mette sul tavolo tutto quello che c’è, non dimentica né il porto, né la Slovenia, che il ricorso al Tar (e alla Ue) lo ha già fatto. «Aspettiamo l’approvazione del piano regolatore portuale per sapere se esso considera l’insediamento industriale – annuncia -, quanto alla Slovenia, ieri ne ho parlato a Bruxelles alla Commissione europea: abbiamo bisogno di reciprocità, dobbiamo esportare i vincoli anche sul porto di Capodistria e sui progetti della Croazia, dunque dobbiamo aprire un tavolo Italia-Slovenia-Cro
«Resta da chiarire chi ha il pallino in mano»
TRIESTE «Gas Natural fa pressioni, manda diffide e minaccia sul rispetto dei tempi, ma noi dobbiamo ancora chiarire in mano di chi sia il pallino». Parole di Luca Ciriani, vicepresidente della Regione e assessore all’Ambiente. Sul rigassificatore preme anche il governo Monti. La Regione sa che non può obbligare il Comune di Trieste, contrario all’impianto, ma non sa se potrà eventualmente farlo proprio il governo. È in parte da chiarire appena il quadro istituzionale, quello degli enti sovraordinati. Insomma, tutti i voti contano uno, oppure no? Il principale dubbio della Regione su questa così importante questione è addirittura dove debba svolgersi la conferenza di servizi, quella abilitata alla decisione finale. In Regione, poiché si tratta di un insediamento locale, oppure al ministero, visto che il rigassificatore riveste importanza nazionale nell’ambito dei piani energetici? Ultimo dubbio: basta che firmino gli enti locali, o deve firmare anche il ministro allo Sviluppo economico? La Giunta regionale, questo è chiaro, deve essa stessa esprimere (prima della conferenza collettiva) un proprio parere. Il presidente Renzo Tondo ha già detto che arriverà «nel giro di poche settimane». Intanto di settimana se ne apre una cruciale. Domani si mette un punto fermo, con la firma sotto i documenti, alla procedura definita nei giorni scorsi in sede prefettizia, con la regia del ministro Clini, per il Sito inquinato nazionale. Vengono presi impegni ufficiali su procedure e tempi (si prevede che il processo di analisi, riperimetrazione, riapertura all’uso dei terreni Ezit non pericolosi avvenga entro il 31 gennaio 2013). «Questa settimana – annuncia poi Ciriani – avremo in Regione un incontro con Gas Natural». Mercoledì 14 marzo infine si tiene la prima riunione degli enti in sede tecnica (Regione, Comune, Provincia, Azienda sanitaria, Arpa, ecc.) per il procedimento di esame dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale. Documento senza il quale un’industria “inquinante” non può essere attiva ma che, come la Valutazione d’impatto ambientale (Via), non costituisce autorizzazione vera e propria. E su questo avvio di procedimento Gas Natural ha diffidato la Regione. La Provincia, titolare del parere ambientale, aveva chiesto un rinvio per esaminare l’ultima documentazione recepita. Non lo ha ottenuto. (g. z.)
Sit-in di protesta dei sindaci di Muggia e San Dorligo
Un presidio organizzato dai Comuni di Muggia e San Dorligo per esprimere la propria contrarietà al rigassificatore di Zaule. Escluse dalla Conferenza dei servizi, le amministrazioni Nesladek e Premolin hanno deciso di far sentire la propria voce dando vita ad un sit-in “pacifico ma fermissimo” in programma mercoledì alle 10, sotto il palazzo della Regione in via Giulia. Il presidio avverrà in concomitanza con la riunione indetta negli uffici della Direzione regionale all’Ambiente nell’ambito del sottoprocedimento per la concessione dell’Aia al progetto di Gas Natural. «Il Comune di Muggia, estromesso dalla Conferenza dei servizi ma deciso a non rinunciare al proprio dovere di portavoce di una volontà popolare assolutamente contraria al rigassificatore, insieme al Comune di San Dorligo ha deciso di alzare comunque la voce – spiega Nerio Nesladek, la cui amministrazione ha anche presentato ricorso al Tar contro l’estromissione dalla Conferenza dei servizi. L’invito a partecipare al presidio è stato esteso a tutti i gruppi consiliari che siedono nelle assemblee dei due Comuni. «Ma il gruppo del Pdl muggesano non parteciperà – ha già preannunciato il capogruppo Paolo Prodan -. Non cambiamo la nostra posizione contraria al rigassificatore, ma ci dissociamo dal sistema del presidio in quanto non pensiamo sia questo il modo di centrare l’obiettivo comune». Il presidio verrà disertato anche dal gruppo consiliare del Pdl di San Dorligo: «Siamo sempre stati fermamente contrari al rigassificatore – puntualizza il capogruppo Roberto Drozina -, ma riteniamo che una simile protesta abbia carattere più folcloristico che di contenuto vero e proprio. Il traguardo va raggiunto e trattando con tutte le autorità preposte e facendo capire i tanti effetti negativi che il rigassificatore produrrebbe sul nostro territorio». (r.t.)
10/03/12
Passera: «Rigassificatore, non si perda altro tempo»
Sei domande. Una risposta. Si esaurisce così il dialogo via e-mail di ieri tra il Piccolo e Gas Natural. «L’azienda – si legge nella risposta – impegnata sin dal 2004 nello sviluppo di un progetto per la costruzione a Zaule di un rigassificatore segue l’ultima fase del procedimento previsto per il rilascio dell’Autorizzazione unica da parte della Regione, auspicando di ottenerne un esito positivo. Gas Natural collabora con tutte le amministrazioni, nazionali e locali, e con gli enti che, con diverse competenze, sono chiamati ad esprimersi alla Conferenza dei servizi. Oltre a fornire tutte le integrazioni che rispondono alle normali dinamiche che un procedimento di questo tipo richiede, l’azienda, su base volontaria, si è resa disponibile a fornirne di ulteriori. L’azienda è fiduciosa che venga data attenzione e sia valutato l’apporto positivo che il progetto potrà generare in termini di valore per il territorio locale». (pi.ra.) di Piero Rauber Passera scalpita («giusto discutere ma Trieste non sia un’altra Brindisi, dove il rigassificatore non si fa più», è il suo pensiero), Tondo invece temporeggia, Cosolini infine barrica. Il ministro, il governatore, il sindaco. Chi sia il buono, chi il brutto, e chi il cattivo, dipende dai punti di vista. La storia del rigassificatore dà però l’idea del kolossal. Primo perché non finisce mai. E secondo perché è difficilissimo intuire quale sarà il finale. Per intanto, nella settimana in cui la Provincia boccia per mano della giunta Bassa Poropat il progetto on-shore di Zaule con un parere negativo analogo a quello lapidato dal Consiglio comunale (Gas Natural Fenosa non fa una piega e si professa ancora fiduciosa e collaborativa, si legga sotto, ndr) nel dibattito irrompe Corrado Passera, il superministro a Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti. È una sferzata rispetto all’atteggiamento del collega del dicastero dell’Ambiente, il “triestino” Corrado Clini, che a fine febbraio ha parlato di «una questione non ancora chiusa», benché dal 2009 esistano i nulla osta preliminari rilasciati sotto forma di procedura di Via chiusa dai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali. «Non dobbiamo ripetere storie ingiuste e un po’ vergognose di altri casi», detta Passera da Roma, dove ieri è intervenuto alla presentazione del report “Italiadecide” sull’energia. Chiaro il riferimento a quanto è successo sempre in settimana a Brindisi, dove British Gas si è chiamata fuori dal proposito di fare in loco un rigassificatore, dopo aver aspettato per 11 anni un’autorizzazione mai arrivata. Ma altrettanto chiaro è il riferimento a Trieste, dove di anni, dalla presentazione della prima domanda di Gas Natural, ne sono passati sette. Per Passera l’Italia ha il fisico per diventare «l’hub europeo» del gas. E ciò passa per i futuri impianti di rigassificazione. Tra questi c’è Trieste, per l’appunto, anch’esso a rischio per la lentezza dell’iter burocratico. Una volta presa una decisione quindi, secondo Passera, tutta la filiera istituzionale «deve farsi garante di facilitare, e non ostacolare, le soluzioni più adeguate dal punto di vista tecnologico, ambientale e di impatto occupazionale». Ora la chiusura della pratica spetta alla Regione. E il presidente Renzo Tondo, nell’annunciare che ormai è questione di poche settimane, si dice “laico”, «senza pregiudiziali», nonostante i pareri negativi di partenza del Comune di Trieste, e adesso anche della Provincia, più il ricorso al Tar del Comune di Muggia che si oppone al fatto di essere stato lasciato fuori dall’apposita Conferenza dei servizi. Ma un altro ricorso, pesantissimo, la Regione potrebbe vederselo sbattuto in faccia dal Comune capoluogo. Si azzardi solo a concedere a Gas Natural l’ultimo nulla osta. È quanto lascia intuire Roberto Cosolini: «Nella baia di Zaule, in base al progetto esistente e in base alle risposte fornite finora alle nostre osservazioni, le controindicazioni alla realizzazione impianto continuano a essere nettamente prevalenti». No al rigassificatore di Zaule, insomma. «Noi – precisa Cosolini – abbiamo espresso un parere nell’ambito di un iter istruttorio che si concluderà con un atto amministrativo. È logico che, qualora in tale atto non si dovesse tener conto del nostro parere, valuteremo la possibilità di un ricorso al Tar». E il Passera-pensiero allora? «Sul fatto che i progetti abbiano diritto ad essere esaminati in tempi accettabili siamo tutti d’accordo – chiude il sindaco – a patto che questo non renda automatici dei “sì” anche in presenza di impatti sul territorio interessato non sostenibili
08/03/12