Dal Piccolo del 08/03/12
Furti, linea dura delle Coop Anche per due arance
Ha scelto di costituirsi parte civile in ogni processo per le “spese gratis” chiedendo 500 euro. Ogni anno 3 milioni di merce rubata, il 3% del fatturato
di Claudio Ernè
Cinquecento euro di risarcimento per due arance e un paio di bistecche sottratte dal bancone di vendita del supermercato che le Cooperative operaie gestiscono in Largo Barriera.
Questa somma, quasi identica a quanto tanti anziani percepiscono ogni mese per sopravvivere, è stata chiesta come risarcimento a una pensionata di 77 anni che aveva infilato nella borsetta la frutta e la carne e si era presentata alla cassa con altri generi alimentari.
Un altro cliente l’aveva vista rubacchiare e aveva segnalato alla cassiera il tentato furto. In breve V.F., per la prima volta nella sua lunga vita è stata rinviata a giudizio per furto e due giorni fa è stata convocata davanti al giudice Marco Casavecchia per essere processata pubblicamente. Rischia in astratto da uno a sei anni.
In aula le Cooperative operaie si sono costituite parte civile e hanno chiesto 500 euro di risarcimento per le arance e le bistecche, peraltro regolarmente pagate dall’imputata dopo essere stata colta con la merce nella borsetta. Il valore totale della merce sottratta era di 19,88 euro e a molti è apparsa sproporzionata la richiesta di risarcimento di 500 euro.
Il processo – il primo in cui le Coop si sono costituite parte civile chiedendo di essere risarcite per il danno “morale” patito in conseguenza del furto – è slittato a nuova data ma la severa linea di condotta delle coop ha suscitato reazioni opposte.
«Pietà l’è morta» ha affermato un legale che ritiene che alla base del “prelievo” effettuato dalla pensionata vi sia l’indigenza che accomuna l’imputata a tanti anziani costretti a sopravvivere con la pensione “minima”.
«Il furto è furto e non può essere giustificato nemmeno dalla fame» ha ribattuto, severo, un collega. «E’ un segno preciso della crisi economica che si sta estendendo e penalizza i più poveri» ha aggiunto un terzo. Certo è che le Coop subiscono ogni anno a Trieste “prelievi” ingiustificati di merce dai propri supermercati per un valore complessivo di tre milioni di euro. Il tre per cento del fatturato, una cifra enorme che si riflette sul bilancio e, necessariamente, anche sui prezzi praticati al dettaglio.
«I furti nei supermercati sono in costante aumento», ha affermato ieri il presidente delle Cooperative operaie Livio Marchetti. «Abbiamo dovuto assumere adeguate contromisure, potenziando la sorveglianza ma anche scegliendo di denunciare alla magistratura tutti i furti che vengono scoperti, indipendentemente dalla loro entità, consistenza e valore. Spesso ci vengono rubati superalcolici, profumi, creme per il corpo, non solo arance o mele. Allo stesso tempo abbiamo deciso di costituirci parte civile in ogni procedimento proprio a tutela dei nostri soci e dei nostri clienti».
Secondo il presidente Livio Marchetti «chi si rende responsabile di un furto commette un atto punito dalla legge, indipendentemente dall’entità di quanto ha prelevato e dal tipo di prodotto sottrattoci. I furti ci danneggiano e danneggiano anche i nostri soci e i nostri clienti. A tutela di queste persone le Cooperative operaie hanno scelto la strada più complessa, ma anche quella che tutela i propri consumatori e lancia pubblicamente un segnale concreto della propria responsabilità e del proprio impegno». In sintesi tutti sono avvisati.