dal Messaggero Veneto del 25/01/12
L’odissea dei pendolari Cancellati 264 treni
di Martina Milia Anno nuovo problemi vecchi, anzi incancreniti. La Regione batte i pugni, minaccia di rescindere il contratto di servizio con le ferrovie – che vale più di 36 milioni di euro l’anno di soldi pubblici – ma il servizio sembra lento a recepire il cambio di rotta, per non dire immobile. E a dirlo non sono solo le voci, tra l’arrabbiato e lo sconsolato, dei pendolari. Treni soppressi. A dirlo sono i numeri, numeri che arrivano da fonti ferroviarie e che fotografano, solo nel mese di gennaio (non ancora conclusosi per altro), 264 soppressioni, pari a 11.488 chilometri-treno cancellati. Certo, i conti si faranno a fine anno, ma gli ultimi mesi del 2011 certo non sono andati meglio, come raccontano le cronache, le lamentele, gli incontri fatti soprattutto di promesse da parte di Trenitalia. Le linee. Tralasciando la Casarsa-Portogruaro, dove le soppressioni non fanno più notizia – nei primi 22 giorni dell’anno se ne sono contate addirittura 163 in barba ai sogni che parlano di Tav su quel tracciato – , la Udine-Gorizia-Trieste è quella che ha patito di più (anche in relazione al bacino di utenza che ha), seguita dalla Udine-Tarvisio e dalla Udine Cervignano. Va un po’ meglio in direzione Venezia, ma in qualunque direzione la si guardi non si scende mai sotto le dieci soppressioni. E comunque se si guarda all’anno vecchio, a dicembre ci sono state molte cancellazioni anche sulla Udine-Sacile-(Venezia) e Trieste-Latisana-(Venezia). Se non si è un pendolare è difficile comprendere quanto sia frustrante dover subire ripetutamente questo disagio, soprattutto se quello che dovrebbe essere un evento occasionale diventa quasi una routine. «L’abbonamento al “treno fantasma” – dice con autoironia un pendolare di vecchio corso – si paga comunque». Le motivazioni. Ma quali sono le ragioni di queste soppressioni? Carenza di materiale rotabile (treni guasti o in manutenzione?) e carenza di personale (malattia, sciopero bianco o ferie forzate?), raccontano nelle ferrovie. Il personale. Per quanto riguarda il personale, i sindacati da tempo denunciano il sotto dimensionamento dell’organico e le tensioni che ne derivano nell’organizzazione del lavoro. Nei mesi scorsi lo sciopero bianco dei capitreno – racconta chi l’ambiente lo conosce – è stato innescato dalla massiccia richiesta di straordinari per sopperire a tale carenza. Il miglioramento. Ma per non guardare solo alle cose negative, bisogna dire che negli ultimi due giorni la situazione è migliorata. Ieri si è registrata una sola soppressione, quella del treno 6004 Trieste–Udine. I pendolari possono dormire sonni tranquilli? Come loro stessi ricordano dopo periodi di forte criticità arrivano periodi di tregua, «ma questa non dura mai abbastanza a lungo da far ritenere che l’emergenza sia passata»