NO TAV Udine/ Campagna Babbo Notav distribuiti 1500 volantini

Report. Questa forse è stata  la campagna più massiccia No Tav realizzata fin’ora ad Udine.  Due giorni di distribuzione di volantini a due facciate, oltre 1500,  in vari punti della Città con buona visibilità nelle strade affollate, per il Babbo Notav e gli attivisti-volantinatori con la bandiera legata  attorno al collo. Un piccolo inconveniente si è avuto con l’identificazione da parte di una volante della Questura di 4 attivisti No Tav che stavano volantinando, sabato alle ore 18.00 circa, in centro Città. Come è oramai consolidato il volantinaggio è diventato un lavoro psicologicamente duro anche per i dinieghi da parte dei passanti. Comunque considerato che il rifiuto del volantino è un filtro si è poi potuto constatare che pochissimi volantini venivano buttai via. La trovata “nataliza” di babbo Notav pare abbia funzionato bene e sicuramente ha incuriosito verso la lettura del foglietto che la persona si è trovata in mano. C’è anche da rilevare un certo numero di “No grazie, sono si tav”, pochissimi in realtà, però la risposta pronta è un fatto che assume un suo significato. In realtà mancano dati sul grado di conoscenza del problema da parte del “cittadino medio” e quindi dell’orientamento più o meno consapevole qualore esprime effettivamente un opinione. Ribadisco che la lotta No Tav è dura, se vogliamo fare un paragone, molto più dura rispetto all’acqua e al nucleare.

Paolo De Toni

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In questa fase, di drammatica crisi economica, più o meno il 90% della popolazione è chiamato a pagare il debito pubblico realizzato negli ultimi decenni dalle caste, dalle lobby, dalle mafie, dalle logge massoniche, dalle consorterie, dalle cricche, cioè da tutti coloro che hanno succhiato i soldi delle tasse dei lavoratori per far crescere senza freni il tornaconto economico di una parte minoritaria della società.  Si creano privilegi, si aumenta il debito pubblico e si fa pagare la crisi a chi non può sottrarsi al sistema di prelievo coercitivo e agli obblighi imposti dalle leggi finanziarie varate dai Governi.

Non entriamo nei dettagli della “rapina istituzionale” del Governo Monti. Qui vogliamo rilevare che se non si capiscono i meccanismi che hanno provocato la voragine del debito, questa spirale perversa non finirà mai e ci porterà alla miseria, anche perché, nell’attuale economia globalizzata, il capitalismo in Europa difficilmente tornerà a “crescere” e, come mostrano i fatti, l’Italia è oramai entrata in una fase recessiva.

Uno dei meccanismi principali che hanno fatto aumentare il nostro debito pubblico è quello delle “Grandi Opere” (quasi sempre inutili) oramai concepite solo per finanziare le lobby più potenti che vogliono accedere all’ordine di grandezza più elevato nel flusso del denaro pubblico. Poi ci sono ovviamente i Politici con i loro stipendi, le loro pensioni, le loro tangenti. Quindi vengono le SpA pubblico-private (in Italia se ne contano circa 20 mila) dove i Consigli di Amministrazione si fanno la paga da soli. Spesso i politici a fine carriera si ritagliano un posto dentro queste SpA che gestiscono i servizi pubblici essenziali, che poi cittadini devono pagare, quali acqua, energia, trasporti, viabilità, rifiuti. Queste società sono a capitale pubblico, ma di diritto privato e mettono in pratica in modo sistematico il famigerato principio “privatizzare gli utili e socializzare le perdite”.

Allora ecco che è arrivato un governo di banchieri e professori-zombie, con un’immagine apparentemente neutrale, ma con lo scopo ben preciso di far pagare la crisi secondo “la legge dei grandi numeri” che consiste nel prelevare il più possibile dalla grande massa della popolazione e toccare il meno possibile i privilegi dei ricchi. Una manovra come quella del Governo di Mafio Monti sapeva farla chiunque anche Michele Zagaria. E’ sempre stato vero, ma oggi lo è più di sempre, il fatto che sono i poveri a mantenere i ricchi.  Oggi come oggi, chi si è arricchito è quantomeno un delinquente; della criminalità organizzata, della casta dei politici, della classe dei pseudo-imprenditori come Berlusconi, Anemone, Don Verzè, nonché delle imprese Edili come l’Impregilo o delle Cooperative come la CMC. Già che ci siamo mettiamoci pure una parolina sul mondo del calcio, dello spettacolo (comici compresi) e dell'”informazione” asservita al potere.

In questo quadro deprimente però va rilevato che il primo premio per le truffe in atto oggi in Italia è quello del TAV (Treno ad Alta Velocità)-Corridoio 5 Lisbona-Kiev, sostenuto “manu militari” da PDL + PD + LEGA che si spartiscono la responsabilità della repressione in Valsusa e dello sperpero di 22 miliardi di euro per la tratta Torino-Lione e di 7,4 miliardi di euro per la tratta Venezia-Trieste di quest’opera ferroviaria inutile; si badi bene che queste sono solo le cifre ufficiali, il costo finale sarà molto più elevato.

Fermare questa truffa del TAV – Corridoio 5 è un dovere ed un interesse di tutti perché raffigura l’operazione più scellerata (assieme al Ponte sullo Stretto)  presente oggi in Italia e che ha solamente il significato di mantenere in piedi un modello politico-economico di rapina nelle tasche della gente e di devastazione ecologica del territorio.