Dal Piccolo del 16/12/11
Blitz della Digos nella sede di Era
Il blitz è scattato alle 6. E ieri non si è trattato di un falso allarme come l’altra mattina. Venti tra poliziotti e carabinieri hanno effettuato lo sgombero dell’ex Meccanografico delle ferrovie dove da una settimana si erano sistemati gli aderenti di “Occuppytrieste”. A entrare nell’area dopo aver rotto i lucchetti con le cesoie sono stati gli agenti della Digos. «Ragazzi, dovete uscire». Sono state queste le parole pronunciate dal funzionario che ha coordinato l’operazione. I sedici presenti sono stati subito identificati dai poliziotti. Nei giorni scorsi erano giunte in Questura alcune segnalazioni e denunce. Pare che una di queste sia stata da parte di Globo l’associazione di divulgazione scientifica che fa riferimento a Fulvio Belsasso, capofila del progetto incompiuto di Era, il polo della scienza che si sarebbe dovuto realizzare proprio all’ex Centro meccanografico attualmente in attesa di conoscere il proprio destino penale in quanto sotto inchiesta per truffa e malversazione. L’altra segnalazione sarebbe giunta dalla ditta che ha in corso i lavori edili. Gli occupanti hanno vivacemente protestato. Ma poi hanno dovuto lasciare lo stabile. Nel pomeriggio hanno inviato una nota. Ecco cosa si legge: «Evidentemente, invece che luoghi vivi e autorecuperati pare meglio lasciare per anni disseminati nella città gusci vuoti e tristi, buchi neri di risorse e spazio comune il cui costo economico e sociale è immane. Un bel regalo coordinato e continuativo al partito trasversale della speculazione e del cemento. La scusa ufficiale, questa volta, è che non era un luogo sicuro. A noi pareva di sì. Ci sentivamo sicuri di condividere la costruzione di qualcosa di migliore rispetto a quello che c’è fuori». Poi continua la nota: «Almeno lì di sicuro il problema non era l’albero di Natale in piazza Unità, ma i beni comuni e il fatto che migliaia di persone in questa città sono senza casa, gas, luce e acqua. O che per occupare i binari dopo tre mesi senza stipendio dalle ferrovie si rischiano anni di galera. O che le scuole crollano a pezzi ma tre milioni di euro per uno scheletro di cemento invece saltano magicamente fuori dalle pieghe dei bilanci». Occupy aggiunge: «Almeno lì dentro avrebbero potuto trovare rifugio fratelli e sorelle con la pelle di ogni colore prima che qualche agente volesse portarli in uno di quei lager chiamati Cie. Dicono che qualcuno avrebbe potuto farsi male, ma sarebbe stato bello che il sindaco avesse accettato il nostro invito di venire a visitarlo e vedere tutti i lavori che stavamo facendo, prima di esserne tanto certo». Infine hanno annunciato: «Insieme a tanti in questa città, stavamo invece organizzando un evento per sabato sera che fosse una risposta di vita alle tragedie di questa settimana. E manterremo questo impegno». (c.b.)