Nuovo polo commerciale, riparte l’iter
di Laura Blasich
SAN CANZIAN D’ISONZO
A San Canzian d’Isonzo i “sì” al polo commerciale hanno vinto e la variante al Piano regolatore necessaria per dare il via libera al progetto andrà all’esame del Consiglio comunale per l’adozione al massimo entro la fine di novembre. I confronti con la popolazione si chiudono qui, Anche se a votare il sondaggio predisposto dall’amministrazione comunale si è recato solo il 10,5% degli aventi diritto, cioé 565 cittadini. All’ultimo sondaggio popolare, il referendum sul nucleare a San Canzian si era registrata un’affluenza pari al 69%. IL SINDACO Il sindaco Silvia Caruso si è detta comunque soddisfatta per la partecipazione alla consultazione. «Vista la campagna a favore del non voto – spiega – non ci attendevamo più di 400 partecipanti. Invece la gente è venuta e ha risposto chiaramente alle domande. La loro posizione sarà rispettata». Lo sarebbe stata, però, anche se fosse stata contraria al centro commerciale? Il sindaco assicura di sì. «L’ho detto anche nell’incontro pubblico di giovedì sera – afferma -. Il parere raccolto con la consultazione sarebbe stato in ogni caso vincolante, perché non era una questione di quorum, ma di capire la sensibilità dei cittadini». A questo punto l’amministrazione «procederà con il percorso consigliare della variante», che andrà in aula al massimo entro la fine di novembre, senza che dopo l’adozione sia attivato il percorso partecipativo di Agenda 21. «Questo era il momento per esprimersi, senza aver paura di contarsi – afferma il sindaco -, mentre ad Agenda 21 si sono iscritte solo 8 persone in un mese e mezzo. Ci sono dei costi di Agenda 21 da valutare, inoltre».
IL COMITATO Nel ribadire la faziosità e l’inutilità del sondaggio promosso dall’amministrazione, il Comitato contro il centro commerciale assicura che non si fermerà. «Ascolteremo le opinioni della gente per valutare la possibilità di un referendum – afferma il comitato – che sia vincolante, magari da tenere proprio in concomitanza con le prossime elezioni comunali, favorendo la partecipazione e la veridicità del risultato». Scomparso di fatto il percorso partecipativo di Agenda 21 locale, il Comitato annuncia che informerà i cittadini casa per casa e continuerà a chiedere il posticipo della variante alla primavera del 2012, «non capendo ancora quale sia la fretta di questa amministrazione di voler lottizzare quel pezzo di terreno lì». Il Comitato nello stesso tempo porterà avanti anche le proprie proposte alternative, dallo sviluppo dei Centri commerciali di via, un progetto finanziato dalla Regione, alla riduzione sostanziale del progetto. Senza scordarsi della «creazione del cuore verde tra le tre frazioni principali del comune, che questa amministrazione aveva promesso».
GLI AMBIENTALISTI Wwf e Legambiente che pure hanno chiesto a più riprese di non accelerare il percorso del progetto, chiedendo una riflessione sull’occupazione del suolo agricolo, ora si preparano ad agire nell’ambito dell’iter autorizzativo della variante al Piano regolatore. «Presenteremo assolutamente delle osservazioni alla variante dopo che questa sarà adottata», afferma il presidente del circolo del Monfalconese di Legambiente, Michele Tonzar, che definisce le domande del sondaggio «tendenziose, fuorvianti e ricattatorie». Non a caso Legambiente, come il Wwf, ha deciso di non partecipare alla consultazione. «Contiamo ci siano tante osservazioni anche da parte dei cittadini – afferma il responsabile del Wwf isontino Claudio Siniscalchi -. Noi presenteremo le nostre, in ogni caso, valutando anche la compatibilità delle previsioni del parco commerciale con quelle del tracciato della Tav». Il Wwf non rinuncia inoltre a veder avviato il percorso di Agenda 21 locale, anche se il sindaco pare già di tutt’altro avviso.
RIFLESSI POLITICI Inevitabili, visto l’avvicinarsi delle elezioni comunali, in programma la prossima primavera. Mentre Progresso democratico fa l’occhiolino al Pd, quest’ultimo ha superato lo scoglio del sondaggio più o meno compatto. L’unica voce fuori dal coro, oltre a quella dell’ex segretario Stefano Minin, è stata quella del consigliere regionale Giorgio Brandolin, che alla giunta Tondo ha presentato, assieme al collega di Rc Roberto Antonaz, una richiesta di moratoria dei centri commerciali. Sel, dopo aver le espresso le proprie perplessità sul progetto, si è messa alla finestra, mentre, tacciata, da più parti, di equilibrismo, Rifondazione comunista si trova a tutti gli effetti in una situazione non facile, schiacciata tra il suo elettorato e l’alleanza di maggioranza con il Pd. Prc ora andrà alla prova dell’aula sull’adozione della variante al piano regolatore con il problema di gestire, nel frattempo, un montante dissenso interno. Secondo una parte della base, l’atteggiamento di Rc è stato incoerente con la campagna per le elezioni provinciali di solo qualche mese fa. Luca Furlan, componente del Comitato contro il centro commerciale, ma anche iscritto di Prc, è finito sospeso per tre mesi dal partito. Il motivo, secondo Furlan, sta nell’aver tentato di autoconvocare gli iscritti. L’esclusione arriva a poche settimane dal congresso e di un’assemblea di circolo in cui Furlan avrebbe ribadito una netta divergenza sulla politica locale (no alla “sudditanza dal Pd”) e il sostegno alla mozione congressuale che sostiene l’unità dei comunisti. In vista c’è, quindi, la formazione di liste “antagoniste” a sinistra? Una possibilità che pare farsi sempre più concreta. In zona sono contrari al progetto anche i Comunisti uniti.