CRISI/ Rassegna stampa Pordenone

Messaggero Veneto DOMENICA, 16 OTTOBRE 2011 Pagina 23 – Pordenone

Protesta degli indignati: sigillate tre sedi in città

Prese di mira ieri Prefettura, ex sede di Bankitalia in via Mazzini ed Equitalia Poco meno di un centinaio i partecipanti. Accuse a politici e mondo economico

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di Enri Lisetto Prefettura, ex sede della Banca d’Italia ed Equitalia “chiuse” rispettivamente per «abuso di potere, default e usura». Sigillate dagli indignati pordenonesi, poco meno di un centinaio per quattro ore di sit in, ieri pomeriggio, in piazzetta Cavour con tre blitz, muniti di nastro bianco e rosso e cartelloni, negli «obiettivi» sotto accusa. Con una coda polemica: la “chiusura simbolica” della prefettura è durata meno di un minuto. Le forze dell’ordine, infatti, hanno rimosso cartelloni e nastri appena i manifestanti hanno girato i tacchi per tornare in centro. Iniziativa pacifica, solo un paio di studenti. Leonardo, 35enne maestro elementare: «Quando le cose vanno bene ci guadagnano in pochi; quando vanno male pagano sempre gli stessi». Svedese, da un decennio a Pordenone, l’impiegata Birgitta, 48 anni: «Le donne italiane vengono umiliate e accettano questo con assoluta rassegnazione». La politica italiana? «L’economia svedese va bene, la politica italiana è piuttosto strana. E spero che questa manifestazione non sia politicizzata». Christian è un disoccupato 35enne: «Ho lasciato pacchi di curriculum e nessuno mi guarda in faccia. Forse perché sono meridionale». Fabio Pascotto, di Pordenone, alza due cartelli: “Per azzerare il debito bisogna azzerare il deficit di legalità” e “Col spread no se mete su pignata”. E spiega il perché: «Ho un figlio di 26 anni, laureato con lavoro precario. Adesso vive da solo, grazie a mamma e papà: e questo è il mio debito nei confronti della società». Walter Cecco, di San Vito al Tagliamento: «Ogni Paese ha i politici che si merita: dopo i calciatori dovremo importare anche quelli». L’alternativa sta nel centro-sinistra? «La classe politica ormai viaggia con la badante. Il ricambio dev’essere generale. Purtroppo la gente è allevata a Grande Fratello e partite di calcio». In piazzetta Cavour anche il banchetto del Pd, il segretario cittadino Walter Manzon promuove la manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma: «L’avevamo già programmato il banchetto, indipendentemente dagli indignati. Il “nuovo” va costruito, non da un giorno all’altro, la società esiste e non va azzerata. A questi, dopo la protesta mancano le proposte». Le quinte di piazza degli indignati: “E’ più criminale fondare una banka che rapinarla”, si legge. La gente si raduna, si sposta ordinatamente a ogni passaggio (frequente) di auto, tra le musiche che in sottofondo preludono a “Incontriamoci”. Dopo prefettura, banche ed Equitalia ce n’è anche per il presidente della Provincia Alessandro Ciriani («gli immigrati gli salvano il c…») e per Deborah Serracchiani: «Non è lei l’alternativa».

 

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