«Tav, la Ue non chiede una linea nuova»

da La Nuova Venezia

«Tav, la Ue non chiede una linea nuova»

«Basta l’adeguamento di quella esistente, come ha deciso la Slovenia»

di Giovanni Monforte

SAN DONA’. Dall’Unione Europea non c’è alcuna imposizione verso le linee ad Alta Velocità. Ovvero: Bruxelles lascia sostanzialmente carta bianca a Stati e Regioni di decidere se prevedere un adeguamento delle linee esistenti fino a portarle alla velocità di 200 km orari oppure costruirne di nuove con velocità pari o maggiore ai 250 km orari. Come dire che, nel caso della Venezia-Trieste, non vi sarebbe alcun veto europeo se, al posto della litoranea bassa, si pensasse ad ammodernare la linea attuale. E’ il messaggio lanciato da Sabine Wils, eurodeputata tedesca del gruppo Sinistra Unita- Verdi nordeuropei. La Wils, accompagnata da un funzionario europeo della commissione trasporti, ha partecipato nei giorni scorsi a un vertice promosso dai comitati No-Tav che si è tenuto a San Giorgio di Nogaro, nella bassa friulana. L’incontro è stato significativo perché, per la prima volta, ha messo a confronto in un’unica platea numerosi amministratori friulani e veneti. Tra i presenti in sala, anche il sindaco di San Stino Luigino Moro, il consigliere comunale di Quarto d’Altino Gianni Foffano e l’ex consigliere Marco Simionato.  L’intervento della Wils ha chiarito che, anche per la Tav Venezia-Trieste, l’Unione Europa potrebbe accettare l’ammodernamento della linea attuale al posto della realizzazione della litoranea bassa. D’altra parte, è stato spiegato, nel Progetto prioritario numero 6 (quello in cui ricade anche la Venezia-Trieste) si parla non a caso di «asse ferroviario», non di linea ad alta velocità. E, al di là della frontiera, gli sloveni avrebbero già optato proprio per la soluzione dell’ammodernamento della linea esistente. Peraltro, la Wils ha sottolineato anche che la definizione Alta Capacità è «un’invenzione» tutta italiana.  Infine, è emerso che l’Unione Europea finanzia i fondi per la costruzione di tratte interne appena per il 10% dell’ammontare e solo quando gli Stati interessati dimostrino la copertura finanziaria del rimanente 90%. Cifra che oggi per la Venezia-Trieste non c’è. Nel corso del dibattito si è alzato un coro di voci verso la richiesta di pensare alla sistemazione della linea attuale. «Se l’amministratore delegato delle Ferrovie Moretti dichiara che la Tav da Venezia a Trieste non serve a nulla – è il messaggio – tutti gli amministratori dei Comuni interessati non hanno più scuse per non respingere il progetto».