Perchè un osservatorio climatico locale? Si parte dalla constatazione che la nostra memoria non organizza spontaneamente gli eventi atmosferici e climatici in generale. Il tempo climatico, meteorologico scorre lungo il tempo cronologico e generalmente l’esperienza empirica ci ha abituati ad una certa ricorrenza e ciclicità dei fenomeni. Gli eventi straordinari generalmente sono rari, ma ora di fronte al mutamento antropogenico del clima, è necessario “tenere a mente” quello che ci succede intorno per capire se è tutto normale o se invece si tratta effettivamente di una progressiva alterazione della “regolarità” del clima. Qui la stampa, i giornali, proprio per il fatto di fare la cronaca (quando viene fatta) di quello che accada nei luoghi antropizzati, sono praticamente l’unica fonte di informazione immediatamente e disposizione per farsi un’idea, sul lungo e medio periodo dell’andamento fenomenologico del clima. In particolare se si ha la fortuna che i giornali locali nella versione on-line pubblichino almeno gli eventi più eclatanti allora si ha immediatamente un minimo di archivio a disposizione. Qui si intende quindi rilevare “ogni tanto” qualche evento particolarmente grave e rilevante nei territori in cui viviamo per richiamare alla mente il problema climatico che al di là di una generica presa di coscienza in realtà fa molta fatica ad entrare nelgli standard di attenzione, sensibilità e nel bagaglio politico e culturale nei movimenti antagonisti ed anche nei comitati in genere. Il clima va vissuto quindi anche come un problema politico e ci si deve misurare con esso sulla base di un patrimonio di informazione che va costruito con pazienza ed attenzione.
Per esempio basta cliccare sulla tag MALTEMPO del Messaggero Veneto per scorrere la cronologia dei fenomeni in varie parti della Regione. Certo questa non è un’indagine scientifica, ma rappresenta comunque un riferimento per ragionarci un po’ su e a ben pensare non è detto che l’OSMER, la Protezione Civile (sic!), o altri enti archivino veramente i dati riguardanti l’impatto antropico, strutturale ed economico dell’evento climatico. Comunque questa è una problematica del tutto aperta, che va coltivata e da qualche parte è necessario partire ed ovviamente innanzitutto è necessaria la percezione del problema.
A cura del Gruppo Ecologia Sociale
Messaggero Veneto 20 giugno 2011
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