Tokyo si sveglia

Tokyo, manifestazione anti-nucleare

Repubblica 11 giugno 2011
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Nella capitale e nelle altre città un minuto di silenzio in memoria delle vittime del cataclisma. Il premier Naoto Kan visita gli evacuati di Fukushima. Greenpeace e altre organizzazioni in piazza per puntare l’indice contro la gestione della crisi nucleare da parte del governo e di Tepco

TOKYO – Alle 14.46 (le 6.46 del mattino in Italia) il Giappone si è fermato per ricordare il sisma che tre mesi fa 1 ha sconvolto il Paese generando il devastante tsunami che ha innescato la crisi nucleare della centrale di Fukushima. Migliaia di persone, attivisti e semplici cittadini, riunti a Tokyo e nelle altre città, hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della catastrofe, oltre 23.000 comprese le 8.000 persone ancora ufficialmente disperse. Ma anche per puntare l’indice contro il modo in cui il governo e la Tepco hanno reagito alla crisi nucleare, la peggiore della storia.

 

La grande manifestazione di Tokyo, organizzata da Greenpeace e da altri gruppi anti-nucleare, ha coniugato la denuncia al cordoglio delle altre celebrazioni. Perché la crisi nucleare di Fukushima non è finita. Basti pensare che solo nei giorni scorsi il governo giapponese ha fornito nuovi dati che raddoppiano la quantità di sostanze radioattive fuoriuscite dall’impianto nucleare nella prima settimana successiva all’incidente, che è stato del grado 7 della scala che misura la gravità di eventi di questo tipo, lo stesso del disastro di Chernobyl.

 

Tre mesi dopo il disastro, il primo ministro Naoto Kan, 64 anni, ha vissuto l’ennesima giornata difficile. Mentre si moltiplicano nei suoi confronti le richieste di dimissioni, il premier giapponese ha visitato le zone più colpite, nel nord-est del Paese, dove 90mila persone sono state evacuate, oggi vivono nei rifugi e disperano di poter tornare un giorno nelle loro case. Quindi ha partecipato a un convegno organizzato a Kamaishi più per migliorare le condizioni di vita dei sopravvissuti che per organizzare la ricostruzione.

Molti giornali giapponesi in questi giorni hanno criticato il modo in cui il governo sta gestendo l’emergenza. “L’assistenza data alle zone colpite dal disastro è stata insufficiente – si legge oggi in un editoriale sullo Yomiuri Shimbun – ci sono stati ritardi nella rimozione delle macerie, e la costruzione di alloggi temporanei per gli evacuati non è ancora terminata”.

 

Per la ricostruzione nella zona costiera di Tohoku, ricoperta da 25 milioni di tonnellate di detriti e qualche milione di tonnellate di fango, ci vorranno – secondo gli esperti – anni e centinaia di miliardi di euro. La zona intorno alla centrale di Fukushima è stata resa inaccessibile nel raggio di 20 chilometri, ma i centri abitati e i villaggi prossimi al “confine” continuano a essere esposti a radioattività. (11 giugno 2011)