NOTAV: lo lobby regionale pro-tav sull’orlo di una crisi di nervi

Dal Il Piccolo del 30/04/11

Tav, Tondo contro Moretti: “Trieste non può essere esclusa”

Putiferio dopo le dichiarazioni dell’ad di Ferrovie dello stato Mauro Moretti. Calligaris: “Qui si gioca il futuro del Paese”

 

di Silvia Zanardi

 

TRIESTE Bacini di passeggeri insufficienti, progetti nulli oltre confine e assenza di risorse economiche sono, per il governatore Renzo Tondo, «motivazioni insufficienti» a scartare l’arrivo della Tav a Trieste: «Non tengono conto della posizione strategica del Friuli Venezia Giulia». E, in regione, sono insufficienti per buona parte del mondo politico e industriale, che reagisce in coro alla notizia: «La Tav va fatta, la regione non può essere tagliata fuori da progetti già commissionati». Eppure, a scatenare le reazioni (sul profilo Facebook del “Piccolo” impazzano quelle dei lettori), sono i motivi con i quali l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti ha spiegato l’interesse del gruppo a realizzare l’alta velocità nella tratta Venezia-Milano escludendo quella a Est di Mestre.

 

Ieri, Tondo ha aggiunto: «Quanto detto da Moretti non regge, perché parliamo di una regione diventata ponte strategico dopo la fine del muro di Berlino». Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha quindi annunciato iniziative immediate per fare chiarezza sull’argomento: «Ci daremo da fare in ogni sede, per dimostrare le nostre ragioni». Moretti è intervenuto due giorni fa in Veneto sostenendo che «Trieste e Lubiana non hanno abbastanza passeggeri» per poter proseguire con l’alta velocità fino a Trieste seppur, riguardo al progetto originario, ieri abbia aggiunto che «non ci sarà nessuna modifica e nessun ripensamento».

 

Ma, in una nota, ha scritto anche che «la realizzazione del tracciato avanzerà in coerenza con le risorse finanziarie disponibili». Nodo cruciale che tuttavia, almeno a livello di considerazione, nulla toglie al ruolo strategico di Trieste nelle relazioni con il vicino Est europeo: «In tema di sviluppo dell’area triestina – sottolinea l’ad – il quadruplicamento ferroviario verso Trieste è fondamentale per i traffici verso i Balcani e la Turchia». Riflessioni che invitano l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi ad andare avanti con il progetto di Rfi: «La Tav non può fermarsi a Venezia. Posso capire che ci sia un problema di dimensioni ma abbiamo anche un’esigenza di continuità, che diventa indispensabile al funzionamento dei porti». E ha aggiunto: «Se Fs presenta i progetti per l’alta velocità, come si fa a dire il giorno dopo che non si fa? È una contraddizione».

 

L’europarlamentare Debora Serracchiani si pone le stesse domande, e aggiunge: «Sapremo chi ringraziare se il Friuli Venezia Giulia resterà una regione con i porti in disarmo, senza collegamenti ferroviari e con la terza corsia ridotta a servitù di passaggio per i Tir dell’est Europa». Si discosta il presidente del gruppo consiliare della Sinistra L’Arcobaleno Igor Kocijancic: «I progetti preliminari presentati finora risultano vani. Avevano ragione quanti, come noi, hanno sempre sostenuto che sarebbe stato sufficiente adeguare il tracciato esistente».

 

In linea con Riccardi è, invece, Alessandro Calligaris, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia: «Moretti fa un ragionamento economico ma qui è in ballo il futuro del nostro paese. La Tav, lungo il tragitto più efficiente dell’autostrada, va fatta anche se l’ad ritiene che il bacino di utenza non sia sufficiente. È un investimento da fare in prospettiva».

 

In clima di elezioni arrivano inoltre risposte anche dal mondo poltico triestino: «Tutte le forze politiche di regione e provincia devono ribellarsi all’ipotesi di Moretti», ha detto ieri Maria Teresa Bassa Poropat. Reazione secca anche quella di Franco Bandelli, candidato sindaco di “Un altra Trieste”: «La nostra città non può più accettare di essere presa in giro. Ha bisogno di serietà e rispetto