IL PICCOLO 26 aprile 2011 pag. 17 Regione
Tav, sul Carso la velocità cala a 60 orari
Si viaggerà sparati solo fino a Monfalcone, brusca frenata ad Aurisina e poi ritmi ridotti nonostante 21 km di gallerie
di Silvio Maranzana
TRIESTE Uno spaventoso inabissamento e una contemporanea drastica caduta della velocità. Il dossier completo del progetto della Tav Mestre-Trieste redatto da Italferr su incarico di Rfi e pubblicato sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia e le controdeduzioni presentate dal Wwf aprono oggi, alla vigilia di nuovi confronti con la popolazione, soprattutto un inquietante interrogativo: ha senso sventrare longitudinalmente il territorio dell’intera provincia di Trieste con una spesa abnorme (7,5 miliardi il tratto intero) e tempi elefantiaci (si tratterebbe dell’ultimo lotto completato probabilmente appena nel 2050) per poi far viaggiare i treni su questo tratto a una velocità che più o meno tengono già oggi in superficie? Il grafico sull’andamento previsto della velocità che pubblichiamo è fortemente significativo. I convogli passeggeri, lanciati a 250 chilometri orari da una ventina di chilometri oltre Mestre e quasi fino a Ronchi, devono dare brusche frenate ad Aurisina per scendere fino a 60 chilometri orari in corrispondenza con una serie di interconnesioni che portano poi il tracciato a inserirsi nell’attuale cintura di circonvallazione ferroviaria da percorrere anch’essa a velocità fortemente ridotta dopo aver ripreso per alcuni chilometri, a 90 all’ora, ma non di più. Il progetto prevede infatti che i deviatoi di innesto dell’interconnessione vengano realizzati con una velocità di 60 km orari il che comporta un considerevole rallentamento puntuale dei treni passeggeri a lunga percorrenza provenienti da Venezia e diretti a Trieste. Eppure, dei 23 chilometri e 345 metri di tragitto previsti per il momento entro i confini provinciali, ben 21 chilometri e 669 metri si sviluppano in galleria. Dopo essere passato sotto Ceroglie, Malchina e Slivia, il tracciato riemerge allo snodo di Aurisina. Qui è previsto che la vecchia stazione venga sostituita da un moderno “posto di movimento”. Subito dopo i binari si inabissano dentro il ciglione costiero: altri 1.126 metri nel comune di Aurisina, 1.176 in quello di Sgonico e poi sotto la cresta carsica parallela al mare: da Prosecco fin dietro Barcola, Gretta e Roiano. Sotto il parco di Villa Giulia l’intersezione con la circonvallazione esistente che garantisce la prosecuzione fino a Campo Marzio. È il tracciato che gli stessi proponenti giudicano fortemente migliorativo rispetto alla prima ipotesi che lo faceva correre sotto la Valrosandra. Ma è possibile che vada incontro ad altre modifiche così come la tratta Mestre-Portogruaro per la quale c’è già stato un braccio di ferro tra tracciato parallelo alla A4 e percorso cosiddetto “balneare”, più vicino alla costa.
Ipotizzati nel 2025 ogni giorno 160 treni merci
TRIESTE
Ma di quanto dovrebbe crescere il traffico su questa direttrice con l’Alta velocità-Alta capacità? L’analisi trasportistica effettuata da Rfi-Italferr rileva come i tassi di crescita del flussi commeciali dell’ordine del 6% annuo contrastano con la progressiva riduzione della quota modale su ferro scesa dal 53% del 1984 al 39% del 1994 al 21% del 2006. Il traffico ai valichi alpini orientali nel 2005 era di 48 milioni di tonnellate/anno di cui 2/3 su Tarvisio e 1/3 sui transiti sloveni dell’area goriziana e triestina. I flussi sono alimentati dalla modalità autostradale per 40 milioni e da quella ferroviaria per 8 milioni (quota modale del 18%). Sulla A4 Venezia-Trieste viaggiano 11mila mezzi pesanti al giorno, 6mila sulla Udine-Tarvisio. I flussi su ferrovia sono modesti e corrispondono ai seguenti numeri giornalieri: i treni verso Tarvisio sono 40 sulla linea alta Treviso-Prodenone-Udine, 10 via Cervignano-Udine e 20 via Monfalcone-Gorizia-Udine. I treni sulla linea bassa costiera verso Opicina e Trieste sono 30 al giorno. Gli studi ipotizzano una crescita dei volumi merci a 77 milioni di tonnellate/anno con quota ferroviaria di 37 milioni di tonnellate. I treni merci sulla linea del Friuli Venezia Giulia, in base a una ipotesi media di crescita dei volumi, dovrebbe diventare da 104 nel 2010, 131 nel 2015, 144 nel 2020 e 160 nel 2025. Ma l’ipotesi esponenziale alta prevede addirittura 252 treni nel 2025. s.m.