NOTAV: rassegna stampa del 23 marzo

Comunicato veloce

Le indicazioni di voto dei No Tav sono affermazioni arbitrarie di Pastorutti sostenuto più o meno dall’area di Rifondazione e Comunisti Uniti

Tutti i libertari presenti nei Comitati continueranno a praticare l’astensionismo in qualsiasi occasione

Paolo De Toni – San Giorgio di Nogaro

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Messaggero Veneto del 23/03/11

Alta velocità, Gorizia rischia l’isolamento

In consiglio provinciale Gherghetta contro Romoli sul raccordo di Ronchi «Bisogna cancellarlo, assomiglia a una mulatteria tra due autostrade

GORIZIA Il raccordo ferroviario Ronchi nord-Ronchi sud deve essere smantellato. Una scelta tecnica, quella che Rfi ha inserito nel progetto preliminare dell’Alta velocità/alta capacità per il tratto Trieste-Venezia, che trova d’accordo il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta. Una posizione, quella del capo dell’esecutivo provinciale isontino, in netto contrasto con le rimostranze presentate contro il progetto non solo dal sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, ma anche dallo stesso Partito democratico, di cui Gherghetta fa parte. «Per evitare l’isolamento del capoluogo dalla rete ferroviaria regionale è necessario individuare altre soluzioni tecniche – ha spiegato ieri nel corso della seduta del consiglio provinciale convocata proprio con l’obiettivo di sviscerare la questione Tav -. La bretella di Ronchi, inadeguata al traffico passeggeri, insiste peraltro a poche decine di metri dalle abitazioni, con tutti i potenziali rischi del caso per l’incolumità umana», ha specificato Gherghetta, ricordando la strage di Viareggio, che nel 2009 costò la vita a 33 persone. Il progetto di Rfi prevede come primo step un investimento da 175 milioni di euro per rendere più funzionale il bivio di San Polo: «Ed è pertanto impensabile che venga mantenuto un raccordo che avrebbe una funzione assimilabile a quella di una mulattiera che collega due autostrade», ha rimarcato il presidente della giunta provinciale. Critica l’opposizione, che con il consigliere Dario Baresi (Udc), ha ribadito la necessità di mantenere la bretella «per evitare di condannare Gorizia all’isolamento ferroviario». Il tratto in questione si snoda per due chilometri su un unico binario elettrificato ed è stato costruito nel corso della prima guerra mondiale per collegare la linea Cervignano-Aquileia-Grado con la Udine-Trieste. Nel corso della seduta dell’assemblea provinciale, la maggioranza ha presentato un ordine del giorno con cui si chiede «una radicale revisione delle soluzioni tecniche oggi previste per la quadruplicazione della tratta tra Bivio San Polo e Bivio Aurisina, con interventi che non siano impattanti sul territorio del Carso, privilegiando percorsi che si affianchino a quelli esistenti». L’assemblea provinciale, facendo proprie le osservazioni presentate dai sei Comuni toccati dal progetto dell’Alta capacità, ha inoltre richiesto l’istituzione di un tavolo istituzionale permanente, sotto l’egida della Regione, che segua l’iter progettuale e dei lavori. Christian Seu

 

I comitati: votate le liste contrarie alla Tav

Gli ambientalisti scendono in campo in vista delle amministrative del 15 maggio E criticano Riccardi: «Il coinvolgimento locale si è ridotto a un solo incontro»

ECCO I comuni interessati

In dieci andranno alle urne

Lungo il tracciato della linea della Tav Venezia-Ronchis sono molti i comuni che andranno al voto per il rinnovo del consiglio comunale: la compagine che vincerà la tornata elettorale avrà sul tavolo il “problema” del passaggio sul proprio territorio dell’Alta velocità/Alta capacità, trovandosi ad affrontare tutte le polemiche ad essa correlate. I comuni interessati sono Latisana, Ronchi, Palazzolo dello Stella, Porpetto, Torviscosa, Bagnaria Arsa, Palmanova, Ruda e Villa Vicentina.

PORPETTO I Comitati No Tav della Bassa friulana “affilano le armi” e scendono in campo per le amministrative del 15 maggio, invitando i cittadini dei comuni coinvolti dal tracciato della Tav a votare quelle liste i cui programmi elettorali conterranno una chiara opposizione alla realizzazione della Av/Ac nella Bassa friulana. «In vista delle prossime elezioni amministrative- ribadisce il portavoce dei No Tav, Giancarlo Pastorutti- i Comitati della Bassa friulana daranno indicazioni di voto a favore delle liste i cui programmi elettorali indicheranno una netta contrarietà alla costruzione della linea della Tav. A questa tornata elettorale saranno particolarmente coinvolti dall’appuntamento al voto i comuni di Porpetto, Torviscosa, Bagnaria Arsa, Palmanova, Villa Vicentina e Ruda. Noi, come Comitati, chiediamo prima di tutto il pieno utilizzo delle linee attualmente esistenti sul territorio, il miglioramento della qualità del servizio, il rinnovamento del materiale rotabile, l’incremento dell’offerta di collegamenti regionali, nazionali e internazionali. Una particolare attenzione deve anche essere dedicata alla manutenzione quale garanzia di sicurezza». Pastorutti ricorda inoltre, che il 30 dicembre scorso è stato presentato ai comuni il Progetto preliminare riguardante la linea Tav Venezia- Ronchi e che lo Studio di Impatto ambientale (Sia) è stato consegnato agli stessi soltanto un mese e mezzo dopo, pertanto non è stato possibile visionarlo con l’attenzione che una simile opera merita. «Il coinvolgimento della popolazione tanto inneggiato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, si è ridotto a un unico incontro a Bagnaria Arsa due giorni prima della scadenza dei termini per la presentazione delle osservazioni e solo in alcuni consigli comunali sono state discusse le osservazioni al Progetto. Gli attuali amministratori hanno dimostrato interesse solo nei riguardi delle compensazioni, omettendo ai cittadini la consistente devastazione del territorio, l’impattante cantierizzazione e i costi effettivi dell’opera». L’esponente dei No Tav fornisce inoltre indicazioni in merito al referendum del mese di giugno: «Non vi è dubbio che i Comitati daranno indicazione di voto contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua». Francesca Artico


da Il Piccolo, 23 marzo 2011 —   pagina 21

Scontro Romoli-Gherghetta sulla TAV

 

LO SCONTRO» ANTICHI RANCORI

Dubbi in merito al progetto preliminare della linea Alta velocità-alta capacità per il tratto Venezia-Trieste sono stati espressi ieri sera dal Consiglio provinciale di Gorizia. «Chiediamo – si legge nel testo di un ordine del giorno presentato dalla maggioranza di centrosinistra – una radicale revisione delle soluzioni tecniche oggi previste per la quadruplicazione della tratta tra Bivio San Polo e Bivio Aurisina. Vanno trovate nuove soluzioni commisurate alle reali esigenze trasportistiche, senza interventi impattanti su un territorio dal delicatissimo equilibrio idrogeologico qual è il Carso, privilegiando percorsi che si affianchino a quelli esistenti». L’assemblea provinciale ha inoltre richiesto l’istituzione di un tavolo istituzionale permanente, sotto l’egida della Regione, che segua l’iter progettuale e dei lavori. Per Gherghetta inoltre va rivisto il raccordo di Ronchi. di Roberto Covaz Monfalcone non fare la stupida stasera e, se possibilmente, nemmeno nei prossimi mesi. Non sono parole di Renato Rascel ma di Ettore Romoli. Il sindaco di Gorizia è lievemente adombrato da quanto emerge dalle prime battute della campagna elettorale per il sindaco della città dei cantieri. In lizza una mezza dozzina di candidati. Spiccano le determinate Silvia Altran (Pd) e Anna Maria Cisint (Pdl e dintorni). Ma a proporsi come terzo incomodo c’è il “vecchio volpone” socialista Luigi Blasig. Blasig nei primi anni novanta è stato un baluardo del “no” monfalconese all’ospedale unico a Gradisca; il braccio “armato” di Gianpiero Fasola, che a Gorizia non ha bisogno di presentazioni. I due ora sono di nuovo assieme nella lista CambiAmo Monfalcone che si pone l’obiettivo di beffare nella volata i due schieramenti più accreditati. A far loro da stampelle elettorali il “moroteo dentro” Luciano Rebulla – mica tanto amico di Gorizia – e l’imprenditore Vescovini che fino a qualche settimana fa se ne stava tranquillo all’ombra del Pd e poi, improvvisamente, ha cominciato ad attaccare Pizzolitto e soprattutto Sgarlata e l’assoindustriali di Gorizia. Ora si capisce il perché. Insomma, CambiAmo Monfalcone proietta un orizzonte di scontri tra il capoluogo e la città dei cantieri. Per Blasig e compagnia essere, lavorare o frequentare Gorizia è un marchio di infamia. Pure per un monfalconese. Di conseguenza se la prendono con Anna Maria Cisint che a Gorizia è di passaggio e da dirigente comunale sta mettendo facendo quadrare un po’ di conticini. Sarebbe un peccato tornare a sbranarsi tra Gorizia e Monfalcone ma va anche detto che certo buonismo di facciata degli ultimi anni è stato ancora peggio. Romoli comincia a rimpiangere perfino Pizzolitto: «Con lui siamo andati d’accordo, soprattutto sulla sanità. Il che è tutto dire. Non mi interessa poi molto quanto succederà a Monfalcone, a parte tifare per il centrodestra. Anzi, se può tolga questa frase altrimenti continuano a dire che la dottoressa Cisint…». La dottoressa Cisint non ha bisogno di sponsor, nè di stampelle. Da pallavolista mollava certe schiacciate che non vede l’ora di riprorre in campagna elettorale. Il problema è che Blasig&Co fanno sul serio. Certi discorsi alla convention di presentazione della loro lista mettono i brividi. Gorizia è il loro incubo. Romoli: «Se vogliono tornare agli antichi dualismi facciano pure. Abbiamo visto che bel risultato hanno ottenuto. Mi ricorda la lite dei polli di Renzo. Quello di Manzoni. Io penso che Gorizia e Monfalcone debbano collaborare e parlarsi. Se vogliono lo scontro si accomodino ma siano seri e chiari. Le guerre vanno dichiarate». Blasig ha i baffi delle pubblicità della Birra Moretti ed è un gran sornione. I suoi capelli rossastri sono la brace alimentata dai soffioni boraciferi di Fasola, il quale è l’unico coerente della compagnia: per lui Gorizia dovrebbe essere provincia di Lunezia, quella regione inventata da Cavour e sparita subito dopo la sua prematura morte. Rebulla, già Rebulla. Tanto sarebbe da raccontare sull’ex Sottosegretario e forse qualcuno ci sta già pensando. Infine, Vescovini. Almeno lui è un imprenditore che rischia e ha il diritto di dire ciò che vuole. Magari Vescovini potrebbe regalare a Gorizia una partita di viti e bulloni prodotti dalla Sbe, di cui è proprietario. Servirebbero per mettere in sicurezza quello sgangherato raccordo ferroviario Ronchi Sud-Ronchi Nord che il Monfalconese vuole sopprimere e il Goriziano vuole mantenere. Romoli: «Spero che passata la campagna elettorale, che mi pare prometta molta animosità, si possa tornare ad interloquire cordialmente e costruttivamente con Monfalcone». Il sindaco non dice che quel brandello di ferrovia (il raccordo tra le due Ronchi) è nelle mani del Pd. Quello Monfalconese lo vuole trasformare in pista ciclabile, quello goriziano lo vuole salvare. Paradossi della politica: Romoli (e Gorizia) sono nelle mani del Pd. Fine della prima puntata, ma niente paura che ne avremo da scrivere.