Da Il Piccolo
24/02/11
Lavori della Tav a Villa, all’internodelle caserme il passaggio dei camion
VILLA VICENTINA Caserme dismesse per la Tav. É una delle proposte avanzate ieri dal sindaco di Villa Vicentina Mario Romolo Pischedda a Ministero e Regione, nel corso della prima riunione del gruppo tecnico, che ha il compito di decidere entro un anno quale utilizzo fare del vecchio colosso militare. L’incontro fra il primo cittadino e i rappresentanti del Ministero della difesa e della Regione è durato buona parte della giornata, tanto quanto il tempo di condurre un lungo sopralluogo all’interno dell’area dismessa, vasta più di 30 ettari. E ora, a ridosso del progetto preliminare della Tav e delle relative osservazioni che il Comune deve presentare entro la fine del mese, l’urgenza sul possibile uso delle vecchie caserme è diventata un’altra. Una delle forti perplessità alla grande opera riguarda infatti il problema del cantiere che verrà aperto per realizzare la nuova linea ferroviaria. Di questo si è parlato proprio lunedì, quando il sindaco ha illustrato ai cittadini le osservazioni all’Alta velocità. Il nodo riguarda il traffico intenso che comporterà il progetto ferroviario. Nel preliminare è stato previsto che, per raggiungere i binari, i mezzi pesanti dovranno passare nella strada che taglia in due il paese. Troppo a ridosso delle case, per Pischedda, che oltre a chiedere alla Regione di dirottarli quanto più possibile lungo la statale 14 Cervignano-Monfalcone, ieri ha proposto al gruppo tecnico delle vecchie caserme di usare le strade interne dell’area dismessa per far passare i camion. «Gli edifici militari sono inutilizzati da tempo – parla il primo cittadino – e ci vorrà molto prima di cominciare i lavori per valorizzarle. Tra le caserme esistono già delle strade interne. Perché allora non usarle per gli spostamenti dei mezzi pesanti, di modo da dirottare il traffico verso il cantiere della nuova ferrovia lontano dalle case?». «Considerando che si tratta di un’area vastissima su un piccolo paese – riprende Pischedda – la questione su come utilizzare le caserme è già molto complessa. E il problema ora è reso ancor più complicato dal futuro passaggio della linea ad Alta velocità. Essa impone infatti forti vincoli anche alle aree dismesse. Bisogna dunque trovare una soluzione che possa essere concretamente realizzabile da chi si prenderà in carico l’area». Come detto nel preliminare è stato previsto che, per raggiungere i binari, i mezzi pesanti dovranno passare nella strada che taglia in due il paese. Troppo a ridosso delle case e perciò la proposta ieri al gruppo tecnico delle vecchie caserme di usare le strade interne dell’area dismessa per far passare i camion. (el.pl.)
San Canzian frena sul raccordoTav, la giunta contesta il progetto Rfi per collegare le stazioni di Ronchi
SAN CANZIAN D’ISONZO L’amministrazione comunale di San Canzian d’Isonzo ha presentato le sue osservazioni al progetto preliminare dell’Alta velocità ferroviaria, indicando le criticità che il passaggio dell’opera creerà nel territorio di Pieris e Begliano. Assolto il suo compito istituzionale, la giunta Caruso pone però sul tavolo mandamentale un tema di riflessione, quello del mantenimento del raccordo ferroviario tra le stazioni di Ronchi Sud e Ronchi Nord per consentire un futuro collegamento passeggeri tra Gorizia, aeroporto di Ronchi e Monfalcone. Richieste sulla trasformazione del raccordo, che già ora crea notevolissimi problemi alla viabilità lungo la statale 305, in metropolitana leggera ce ne sono del resto state in questi giorni di dibattito sul progetto di Italferr. Secondo l’amministrazione di San Canzian, il problema «non è il mantenimento del raccordo esistente o il suo potenziamento, ma l’adeguamento dello stesso alle esigenze future, adeguamento che dovrà prevedere la possibilità ai convogli da e per Gorizia l’inversione del senso di marcia». Come ricorda l’amministrazione di San Canzian, le scelte tecniche possibili per soddisfare questa esigenza sono state già individuate da Rfi in progetti precedenti. Si trattava del progetto della cosiddetta “goccia con il by-pass per Udine” (che prevedeva una linea ferroviaria sopraelevata da Begliano a San Pier d’Isonzo), la sua variante “palloncino”(un tratto in galleria dall’aeroporto di Ronchi a Redipuglia) e, ultima in ordine cronologico, la “racchetta”. In questo caso l’ipotesi progettuale comportava un tracciato in galleria dall’abitato di Dobbia a quello di Ronchi. Tutte soluzioni contro le quali il Monfalconese si era opposto, visti gli impatti previsti. «Ora si chiede se sia auspicabile un tale spreco di territorio, quale che sia l’ipotesi realizzativa – pone come interrogativo ai Comuni del Monfalconese la giunta Caruso – a fronte di un risibile incremento di passeggeri aeroportuali». Laura Blasich
22/02/11
Tav, Duino teme l’inquinamento falde
DUINO AURISINA Agguerriti fino alla punta dei capelli. La riunione congiunta dei capigruppo e dei componenti la Seconda commissione consiliare permanente ha registrato ieri mattina la piena sinergia d’intenti tra esponenti di maggioranza e opposizione, che hanno affilato le unghie per difendere il territorio dalla Tav. Le prime osservazioni alla Via, in procinto di formalizzazione, hanno trovato infatti l’appoggio di tutti i presenti. Che oltre a concordare sulla necessità di ottenere un dilazionamento dei tempi per la disamina dei documenti, hanno fissato precisi paletti e sulla necessità di smaltire i materiali di scavo e sull’esigenza di proteggere gli abitati da polveri o rumore. Altro problema affrontato: la compatibilità del tracciato con le opere che a breve dovrebbero essere realizzate sul territorio, vedi il sottopasso di San Pelagio, e l’impatto dell’Alta velocità sul paesaggio. «Uno dei maggiori pericoli rilevati – ha esordito il presidente della Seconda commissione, Fabio Eramo – è rappresentato dallo smaltimento della raccia». «Le perforatrici – ha chiarito Maurizio Rozza, consigliere dei Verdi – così come le macchine stabilizzatrici vengono trattate con oli minerali: il rischio di inquinamento delle falde, in assenza di accorgimenti studiati a tavolino, è per il suolo carsico altamente probabile. Vale la pena ricordare che nel Mugello, in presenza di terreni argillosi, al termine dei lavori si era riscontrata la presenza di oli minerali pari a 4 grammi per chilo di roccia. Inutile sottolineare quanto più fragile sia, sotto questo profilo, l’area del Carso». La Seconda commissione si riunirà venerdì mattina per procedere ulteriormente nell’analisi della Via e delle cartografie depositate. (ti.ca.)
Messaggero Veneto
Del 24/02/11
Tav, lunga lista di obiezioni al progetto
MONFALCONE. Il Comune di Monfalcone ha inoltrato a Regione e Italferr le proprie osservazioni al progetto Tav, che vede messe in pericolo case, attività commerciali, viabilità, ma anche un’area naturale preziosa e unica come quella carsica. Nella lista presentata dall’ente si parte dai problemi, enormi, creati dalla realizzazione della Tav al sistema della mobilità cittadina.
A spaventare di più sono comunque l’eliminazione del cavalcaferrovia di via I maggio e la sua sostituzione con un sottopasso, perché la prospettiva è vedere bloccato per un periodo lunghissimo l’accesso a ovest della città. Fra l’altro, c’è il problema della visibilità dell’incrocio con via XXIV maggio. Il sottopasso di San Polo dovrà essere allungato, ma con quali interferenze, chiede l’amministrazione, con le viabilità di accesso all’area residenziale posta a nord o con quelle di accesso al centro commerciale?
Inoltre, dalla planimetria e dal profilo longitudinale di progetto non sarebbe chiara la risoluzione dell’interferenza tra la linea storica Udine-Trieste con la provinciale per Selz-Doberdò. Sono segnalate anche la criticità dell’eliminazione del passaggio a livello di San Vito (pur se nel territorio comunale di Ronchi), ma anche l’incertezza esistente nel progetto rispetto al futuro della linea che da Ronchi sud raggiunge il cantiere navale. Dal progetto presentato non si riescono a determinare l’eventuale mantenimento del passaggio a livello di Selz e, quindi, l’eventuale chiusura della viabilità utile per raggiungere la frazione Selz di Ronchi, lo Zochet e Doberdò. Criticità notevoli sono state rilevate anche rispetto alla viabilità di cantiere, nella quale Italferr ha inserito l’asse di via Duca d’Aosta-piazza della Repubblica-corso del Popolo-salita Mocenigo.
Percorso «non praticabile», come obietta l’ente locale, ma l’amministrazione chiede di rivedere anche la viabilità di cantiere nell’area limitrofa al presidio ospedaliero, perché «interferisce con la viabilità dedicata all’attività dello stesso, in particolare con gli accessi del pronto soccorso».
Rispetto al Carso, accanto all’ambiente vi è la storia, dalle trincee della prima guerra mondiale alle alture dello Zochet, Gradiscata e Rocca. Le zone maggiormente interessate dai progetti Tav e Ac coinvolgono lo Zochet e la sella di quota 26 a est, di cui sarebbero di fatto azzerate la valenza e la possibilità di fruizione, la fascia a monte della sede ferroviaria che da San Poletto raggiunge la stazione ferroviaria di Monfalcone, il versante nord che dalla “Gradiscata” arriva fino al canalone che scende dalla trincea Cuzzi, passando sotto la Forcate (quota 62), la Rocca, quota 98.
Nella lista non sono naturalmente dimenticate le case che si prevede di dover demolire. (c.v.)
Porpetto, Tav: Uniti e Insieme venerdì incontrano i cittadini
PORPETTO. I gruppi civici “Uniti per rinnovare” e “Insieme per Porpetto”, coordinati rispettivamente da Margherita Zanchin e Sigifredo Gheller, scendono in campo per discutere sulle problematiche e dare chiarimenti relativi al tracciato della Tav sul territorio comunale, incontrando, come prima uscita, i cittadini di Porpetto venerdì 25, alle 18 al bar Al Milione a Corgnolo di Porpetto. «Tale incontro – sostengono la Zanchin e Gheller – è nato dalla volontà dei due gruppi di impegnarsi insieme per le problematiche afferenti il territorio di Porpetto e concertare così una linea di lavoro comune per il futuro».
In questa occasione i due gruppi esporranno le osservazioni al progetto preliminare alla Tav, giudicato altamente impattante per il territorio di Porpetto, in particolar modo per le abitazioni, le aziende agricole e le attività imprenditoriali e commerciali ubicate in prossimità della Linea Ferroviaria Alta Velocità e Alta Capacità. I responsabili si renderanno disponibili a distribuire ai cittadini interessati ad esprimere le proprie osservazioni i moduli che dovranno essere spediti agli organi competenti entro il 28 febbraio, termine ultimo fissato per la presentazione delle osservazioni.
Ricordiamo che sulla questione inerente il tracciato della Tav, Porpetto è uno dei due comuni, assieme a Villa Vicentina, che non hanno siglato “l’accordo Sonego”, a causa dell’impatto che questa linea di Av/Ac produrrà nel territorio comunale, il cui tracciato, in parte, passerà sopraelevato l’area artigianale commerciale porpettese, dove diversi artigiani e piccole imprese hanno investito i loro soldi e oggi si trovano ad avere “sopra la testa”, il passaggio della Tav, tant’è che molti di loro chiedono il ritorno al “vecchio” progetto, ovvero quello parallelo all’autostrada. (f.a.)