Dal Messaggero Veneto del 01/02/11
Il Comune analizza il tracciato della Tav: troppo impattante
RONCHIS. C’era anche il comune di Ronchis fra i ventisei paesi che la scorsa settimana sono stati convocati dall’assessore regionale alla viabilità Riccardo Riccardi per parlare della progettazione preliminare delle due tratte Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi-Trieste della linea ferroviaria ad alta velocità.
Ieri sera, durante il consiglio comunale il sindaco Vanni Biasutti ha fornito all’assemblea un resoconto di quel primo tavolo di lavoro che ha visto assieme le amministrazioni locali e la Regione, un incontro durante il quale sono state illustrate anche le ricadute dirette per il territorio comunale di Ronchis che ospiterà il tracciato della Tav esattamente a ridosso dell’autostrada A4. E in alcuni punti la distanza fra le abitazioni e la prevista linea ferroviaria è di soli 200 metri circa per scendere addirittura a una sessantina di metri nel caso di alcune case.
Particolari costruttivi molto impattanti sia sotto il profilo ambientale che acustico sulla base dei quali è intenzione del comune – ha reso noto sempre il sindaco Biasutti – presentare delle osservazioni: «Quello che ci ha illustrato l’assessore Riccardi è il progetto preliminare presentato da Rfi che di fatto rispecchia quanto discusso negli ultimi anni durante i numerosi incontri avuti anche con la precedente amministrazione regionale. Nel territorio comunale il tracciato è previsto parallelo all’A4 sul lato sud quindi molto a ridosso del centro abitato, ma anche in contrasto con lo svincolo e le vie d’accesso al casello autostradale realizzati solamente un anno e mezzo fa. Stando al progetto di Rfi lo svincolo andrebbe proprio eliminato e al suo posto verrebbero realizzati dei cavalcavia molto alti per poter superare la ferrovia e quindi molto impattanti. E’ anche vero – ha rassicurato il sindaco – che parliamo di un’opera prevista per il 2030 il cui futuro è molto legato allo sviluppo economico del Monfalconese».
A breve la Regione convocherà un nuovo incontro anche per stabilire tempi e modalità messi a disposizione dei comuni per presentare delle osservazioni al progetto di Rfi e a quel punto il comune di Ronchis valuterà se presentarle assieme ai comuni di Palazzolo dello Stella, Teor e Pocenia tutti ugualmente interessati dal tracciato della Tav. (p.m.)
Alta velocità, il Wwf si mobilita
San Canzian SAN CANZIAN. Sul progetto Tav presentato lo scorso 21 dicembre, molti cittadini, in particolare quelli le cui case sono considerate “ricettori sensibli” e particolarmente vicine alla linea di alta velocità, hanno chiesto di ripetere l’esperienza del 2003 quando il Comune assieme ai residenti aveva elaborato in modo congiunto delle osservazioni al progetto del Corridoio 5.
La richiesta è emersa nel corso dell’incontro organizzato sabato da Rifondazione comunista di Ronchi e a cui hanno partecipato Dario Predonzan del Wwf regionale e Giancarlo Pastorutti del Comitato No Tav della Bassa Friulana.
Per dare una prima risposta alla richiesta della cittadinanza, il Wwf sta predisponendo un fax simile di osservazione che nei prossimi giorni sarà disponibile sul sito internet regionale della associazione. Nei prossimi giorni verrà comunque fatta una richiesta, in primis, al sindaco del comune di Ronchi con un’apposita interrogazione affinchè da parte degli uffici comunali sia predisposto un minimo di assistenza tecnica per la compilazione e la formulazione delle osservazioni nei confronti dei cittadini coinvolti direttamente nella vicenda.
Il Wwf ha indicato come tra case e piccoli condomini, rustici e villette sono un migliaio gli edifici tra San Canzian d’Isonzo (253), Turriaco (10), Staranzano (8), Ronchi dei Legionari (290), Monfalcone (360), Doberdò (8) e Duino-Aurisina (66) considerati “ricettori sensibili”, unità abitative poste ad una distanza ravvicinata al tracciato della futura linea ferroviaria ad alta capacità e alta velocità Venezia-Trieste. Le schede di tutti i 995 edifici “sensibili” del mandamento monfalconese, con le foto delle relative facciate, l’indirizzo preciso, lo stato di conservazione degli infissi e, soprattutto, le distanze che li separano dalla futura infrastruttura, sono visionabili sul sito del Wwf del Friuli Venezia Giulia, che ha pubblicato i documenti di Rfi. Spulciando nell’elenco dei ricettori, tratto dallo Studio di impatto ambientale, si scopre così che la Tav sfreccerà a un tiro di schioppo da moltissime abitazioni: eloquenti i casi di via Rebez e di via Roma a San Canzian (molte le case poste a 30/40 metri dalla linea), ma anche di via San Vito a Ronchi dei Legionari (villette ad appena 35 metri, un condominio a 15 metri), fino a casi estremi come la casa in località Sablici posta a 15 metri dalla futura ferrovia o quella a 3 metri di via San Polo a Monfalcone. «Per non parlare poi – scrive il Wwf – di un luogo sensibile come l’ospedale della città mandamento, che offrirà a malati e ricoverati la speciale ebbrezza di veder sfrecciare i treni a 250 metri dai loro letti».
Incontro sul progetto della Tav nella Bassa
POCENIA. Dopo l’appuntamento della settimana scorsa a Teor, l bar “Al donatore” di Rivarotta, i Comitati No Tav della Bassa, organizzano per questa sera alle 20.30 al bar “Alla passeggiata” di Pocenia, una assemblea pubblica in cui interverrà anche il sindaco di Pocenia. Sarà illustrato il Progetto preliminare della Tav, al centro delle polemiche in queste settimane nella Bassa friulana. Nel corso della serata verranno illustrate le caratteristiche e le problematiche di questa opera in particolare le criticità per le abitazioni e gli insediamenti industriali a sud di Pocenia.
Tav, polemica sul tracciato
VILLA VICENTINA. Giuliano Rigonat, capogruppo della lista d’opposizione “Con noi per Villa Vicentina” replica alle dichiarazioni di Pischedda sulla Tav: «Ritengo che non occorra essere ingegneri o competenti nel campo dell’ingegneria ferroviaria, come palesemente sostenuto dal Sindaco, per considerare un progetto di minor impatto ambientale e meno costoso, ma sia sufficiente avere buonsenso, un percorso amministrativo importante ed impegnativo e aver attentamente letto i vari studi e relazioni prodotti al riguardo. – ribatte Rigonat – Aggiungo che la nostra proposta non era quella di partire da Palmanova per arrivare a Gorizia e raggiungere poi la Valle del Vipacco (si documenti meglio il primo cittadino), ma quella che partendo da Palmanova raggiungeva verso nord l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, considerato punto strategico dalla Regione e che corrispondeva proprio ad una delle due soluzioni iniziali di Rfi, di cui la prima divideva in maniera devastante il nostro paese».
«La bontà o meno della nostra idea poteva comunque essere verificata dal comitato tecnico e non bocciata preventivamente dalla maggioranza, così convinta delle proprie profonde conoscenze in ingegneria ferroviaria. – conclude il capogruppo di minoranza – È anche d’obbligo rammentare che personalmente non ho assolutamente bisogno di tutelare me stesso come evidenziato dal primo cittadino in quanto non ho scheletri nell’armadio, avendo servito la mia comunità per tanti anni con serio impegno ed umiltà, riconosciuti da tutti. Infine constato amaramente che si ricomincia con gli attacchi personali e con toni pesanti nonostante il sindaco, nella sua relazione annuale distribuita recentemente a tutte le famiglie, concluda con la speranza che la campagna elettorale si svolga questa volta serenamente».
Gessica Mattalone
Il Piccolo del 01/02/11
«Redipuglia sarà invasa dai camion»
FOGLIANO Anche Fogliano Redipuglia vuol vederci chiaro dopo che Italferr, per conto di Rfi, ha depositato il progetto preliminare “Nuova linea Av/Ac Venezia – Trieste: tratta Ronchi-Trieste”, dando così il via alla procedura di valutazione di impatto ambientale su questa grande opera. La questione viene posta da Ottavio Romano, consigliere di Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani, il quale ricorda come tra la documentazione depositata di particolare interesse sia il documento intitolato “Studio di impatto ambientale–sintesi non tecnica”.
«Questo documento, obbligatoriamente previsto dalla normativa, si occupa, tra l’altro – sono le parole di Romano – di illustrare l’impatto ambientale dell’opera e le misure di mitigazione o compensazione previste per le criticità che emergono, sia per la fase della realizzazione dell’opera che per la successiva fase di esercizio. Come già abbastanza noto una delle maggiori criticità ambientali dell’alta velocità, per la tratta Ronchi–Trieste, è costituita dalla prevista realizzazione di un lungo tratto di galleria e conseguente escavazione del Carso da Selz di Ronchi sino alle porte di Trieste». Ciò comporterà la necessità di smaltimento di un’ingente quantità di terre e rocce da scavo. «Orbene, a pagina 44 del predetto studio – continua – si afferma che le terre e rocce da scavo non reimpiegabili nell’ambito dei lavori o per la produzione di calcestruzzi verranno conferite in 5 siti, espressamente individuati. E il sito di gran lunga più interessato a tale conferimento, è il sito della “cava attiva” di Monte Sei Busi, posta in Comune di Ronchi ma, come sappiamo, per la maggior parte posta a Fogliano Redipuglia, con un volume potenziale di deposito di 3.500.000 metri cubi». E preoccupa come a pagina 41, infine, vengono illustrati i percorsi di collegamento individuati tra i cantieri e le aree di lavoro e i siti di conferimento delle terre da scavo, tra i quali si cita quello “lungo la bretella di collegamento tra la regionale 14 e lo svincolo autostradale di Redipuglia – Monfalcone Ovest e verso i siti di riambientalizzazione a nord di Redipuglia”.
«È immaginabile quindi – sono le parole dell’esponente dell’opposizione il traffico di mezzi pesanti che dovranno attraversare l’abitato di Redipuglia per conferire ben 3.500.000 di metri cubi di terre e rocce nella Cava di Monte Sei Busi. Secondo una successiva tabella, tale traffico viene previsto da un minimo di 30 a un massimo di 130 automezzi al giorno».
Per questo motivo Romano ha interpellato il sindaco al fine di sapere se questo corrisponde a quanto di sua conoscenza e di quali eventuali ulteriori elementi di conoscenza egli disponga. Si è anche rivolto al primo cittadino al fine di sapere se non si ritenga opportuno acquisire tutta la documentazione e di metterla a disposizione dei cittadini di Fogliano Redipuglia». (lu. pe.)
Corridoio Baltico, pressing sulla Ue
TRIESTE Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna in pressing sull’Unione Europea per il riconoscimento del Corridoio Adriatico-Baltico tra quelli finanziati nel 2014 da Bruxelles nell’ambito delle reti Ten. Ieri l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Riccardi, insieme al suo omologo emiliano Alfredo Peri, al responsabile del Bilancio del Veneto Roberto Ciambetti, e ai rappresentanti di altre dieci regioni polacche, austriache, ceche e slovacche coinvolte nella direttrice (tra cui il governatore della Carinzia, Gerhard Dorfler), è stato nella capitale belga per una riunione con il Commissario ai trasporti dell’Unione Europea, l’estone Simm Kallas.
«Con la giusta prudenza di questi casi – ha affermato Riccardi al termine dell’incontro – il Commissario europeo ha riconosciuto il grande lavoro che le 14 Regioni dei cinque Paesi attraversati dalla ”rotaia” baltico-adriatica stanno sviluppando, ricordando che il PP 23 rappresenta un’iniziativa infrastrutturale dalle basi solide». Kallas ha parlato del Corridoio come di «una proposta importante», sottolineando come i nuovi Corridoi ferroviari che la Ue andrà ad individuare dovranno incrementare le economie delle aree circostanti e contare su investimenti privati dato che «i prossimi pochi soldi della Ue andranno spesi con rigore ed austerità». Infine, ha spiegato il Commissario Ue, i corridoi infrastrutturali dovranno unire i sistemi portuali a territori e mercati. Condizioni che, secondo Riccardi, l’asse Adriatico – Baltico soddisfa appieno: «Questa direttrice è in grado di coinvolgere nel suo complesso 100 milioni di tonnellate di traffico merci, e 50 milioni di passeggeri – ha detto l’assessore – e si coniuga perfettamente con gli investimenti privati previsti tra Monfalcone e Trieste».
Entro giugno dovrebbe essere definita la revisione delle reti transeuropee (Ten) ed entro quella data dovrà essere fornito all’Unione Europea un quadro dettagliato delle opportunità che il corridoio comporta. «Siamo persuasi – ha osservato Riccardi – che il Baltico-Adriatico rappresenti davvero la catena mancante dello sviluppo europeo, quella capace di riportare l’Europa a svilupparsi in modo sinergico sfruttando le potenzialità dei due mari. Per il Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto – è una scelta strategica che riguarda la possibilità di poter attrarre nuovi investimenti e nuovi insediamenti produttivi».
Intanto in Consiglio regionale il Pd chiede l’audizione di un responsabile del progetto alta velocità e la consegna ai consiglieri della documentazione dettagliata sulla Tav. Una richiesta che il gruppo del Partito Democratico ha inviato al presidente della Regione, Renzo Tondo, e all’assessore Riccardo Riccardi. «Dopo la mia relazione di presentazione del progetto – spiega il consigliere Giorgio Brandolin – c’è stata la discussione dei componenti del gruppo consiliare che, al termine, ha portato alla richiesta di un’audizione dei referenti del progetto nella Commissione competente nonché della consegna, a ciascun consigliere, della documentazione dettagliata sul percorso e su tutti gli altri aspetti della Tav».
Roberto Trizio