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«Offesa una città medaglia d’oro alla Resistenza»
UDINE. Manifestano in piazza Matteotti associazioni come Usi (Unione sindacale italiana), Arci di Udine, Anpi, Centro sociale, Coordinamento dei friulani antifascisti e degli Studenti e studentesse antifascisti, Donne in Nero. Insorgono l’europarlamentare Debora Serracchiani (Pd) e il sindaco Furio Honsell. Gridano all’offesa «perchè Udine è medaglia d’oro alla Resistenza», Giorgio Linda (presidente dell’associazione Italia-Israele del Friuli), Marco Balestra (presidente dell’associazione degli ex deportati di Udine), Mauro Agosti (presidio antifascista). Le reazioni alla presenza ieri di David John Irving a Udine sono molte. E dai toni duri. Chiede l’istituzione di un registro europeo sugli episodi di razzismo, come sostenuto dalla Comunità Sant’Egidio, la Serracchiani. «Istituzioni e coscienze – afferma – vigilino su quanti propagano idee razziste e intolleranti, perché la loro opera prosegue nell’ombra ma incessante. Anche se esistono robusti anticorpi culturali contro la propaganda di questo ciarpame ideologico – ha sottolineato Serracchiani – il rischio di rigurgiti di intolleranza non va affatto sottovalutato: nei paesi europei in cui è stato fatto un monitoraggio, come in Gran Bretagna, non sono mancate le sorprese amare». Il sindaco, invece, evidenzia l’offesa per Udine, «città esempio per la Resistenza e che ha avuto un sindaco, Elio Morpurgo, deportato e ucciso ad Auschwitz. Mi unisco – ha detto Honsell – all’indignazione dei cittadini scesi in piazza, una piazza che porta un nome simbolo dell’antifascismo». A partecipare alla manifestazione è stata anche Rifondazione comunista. «La presenza di Irving è quanto mai grave in un momento in cui – spiega Carmelo Seracusa, segreatrio provinciale di Rc – nella nostra città si stanno moltiplicando episodi di violenza nei confronti degli immigrati, degli omosessuali, o semplicemente di chi viene considerato “diverso”. Crediamo che sia urgente che le forze democratiche si adoperino nel mettere in campo, culturalmente e politicamente, una decisa mobilitazione per isolare questi vandali comportamenti xenofobi e razzisti». Per Linda, invece, la sintesi è in queste parole: «Che Irving neghi la Shoah mi fa orrore, che cerchi di rendere il negazionismo un’opinione come un’altra mi disgusta». Agosti, infine, contesta anche le istituzioni locali. «Non hanno fatto abbastanza pressione – sostiene – affinchè nessuno ospitasse questa vergogna».