E sabato tutti in piazza unità a Trieste per il presidio NOTAV
Dal Messaggero Veneto
19/01/11
Tav, spunta un viadotto di 650 metri
PALMANOVA. Sulla strada regionale 252 sorgerà un “cavalca-ferrovia”. Un tracciato lungo circa 650 metri, che comprende un ponte di 300. Un opera a grande impatto ambientale, dunque. Nuove preoccupazioni si affacciano sulla questione dei tracciati relativi delle opere di viabilità accessorie alla Tav: il Comitato di Tutela ambientale di Palmanova, tramite il portavoce Luigino Battistello, fa infatti sapere che, grazie all’opera di divulgazione delle informazioni attuata dal Comitato “No Tav” di Bagnaria Arsa, è riuscito a prendere visione dei contenuti del nuovo progetto preliminare della Tav nella Bassa Friulana.
«Per il nostro territorio – spiega il portavoce del Comitato locale – ci sono di nuovo cattive notizie: gli impatti prospettati da questo progetto sono veramente pesanti per il settore sud-ovest del nostro martoriato comune. È ricomparso un “cavalca-ferrovia” sulla strada regionale 252, la cosiddetta “Napoleonica”, il quale non è in asse con la statale stessa, ma crea una “variante” a forma di trapezio sul lato sud».
Per il Comitato questa soluzione progettuale è quasi incomprensibile. Prosegue infatti Battistello: «Questo cavalcavia, che oltrepassa la ferrovia, ottiene il risultato di creare curve sulla strada, consumare territorio, svalutare case e terreni presenti nella zona, peggiorare la qualità della vita agli abitanti del posto».
Il portavoce fa anche notare che sono molte le abitazioni, alcune anche di un certo pregio, presenti nelle adiacenze della ferrovia esistente, che rientrano nella fascia di vincolo urbanistico. Sono pertanto parecchi i cittadini interessati a capire ciò che questo comporta.
Il Comitato di Tutela ambientale di Palmanova invita i cittadini a prendere visione degli elaborati progettuali «che – aggiunge Battistello – speriamo possano essere disponibili in Municipio. Va infatti ricordato che ogni cittadino può presentare osservazioni, che serviranno da riferimento per gli indispensabili interventi dell’Amministrazione comunale, nei confronti dell’assessore regionale alle infrastrutture. La nostra speranza è quella di contribuire, anche come Comitato, alla correzione delle situazioni di sfregio ambientale».
Monica Del Mondo
19/01/11
Ma Cressati annuncia: si troverà una soluzione
PALMANOVA Il sindaco di Palmanova, Federico Cressati, si dice sereno circa la possibilità di trovare la soluzione progettuale migliore che consenta di risolvere le problematiche tecniche senza un eccessivo impatto ambientale. «Sabato 22 gennaio – affrema Cressati – sono stato convocato in Regione, assieme ad altri sindaci, proprio per parlare di Tav. L’assessore Riccardo Riccardi ha garantito più volte che quanto previsto dal protocollo firmato dai sindaci sarà quanto poi verrà progettato. Pertanto, per quanto riguarda il tracciato Tav, sono convinto che le scelte fatte a quel tempo (le meno impattanti possibile) saranno rispettate. Per quanto poi riguarda le opere di viabilità che saranno eseguite come conseguenza della realizzazione della linea ferroviaria, esse saranno oggetto di un’analisi accurata».
Cresatti non ha dubbi circa il fatto che, a prima vista, questo viadotto in corrispondenza della 252 sia «esagerato rispetto al volume di traffico e probabilmente molto impattante».
«Sono però opere – aggiunge – che possono essere riviste. Se ce ne sarà l’occasione e la possibilità, già all’incontro indetto per sabato, ne parlerò in Regione per rivedere quest’ipotesi progettuale. Altrimenti presenteremo nelle sedi competenti le nostre osservazioni scritte sulla questione».
Il sindaco ricorda che l’amministrazione comunale di Palmanova ha dimostrato di sostenere su questo territorio l’ammodernamento della viabilità ferroviaria e non solo, con le ovvie conseguenze. «Crediamo – conclude – che possano essere trovate soluzioni che concilino ammodernamento e sviluppo con la maggiore tutela possibile dell’ambiente. Sono quindi sereno circa il fatto che si possa trovare una soluzione alle problematiche sollevate dal Comitato». (m.d.m.)
18/01/11
Del Bello (Pd): demolire sotto ogni profilo il piano di alta velocità ferroviaria sul Carso
Monfalcone MONFALCONE. «Hanno ragioni da vendere le associazioni ambientalistiche quando affermano che lo stratagemma adottato da Rete ferroviaria italiana (Rfi) per cercare di sminuire l’impatto e depotenziare le opposizioni al progetto della Tav fra Venezia e Trieste è quello di suddividere il progetto preliminare prima in tre tronconi (Venezia-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi, Ronchi-Trieste) e poi in ulteriori pezzettini locali, come quelli che sono stati consegnati ai Comuni di Monfalcone, Ronchi e Doberdò in una prima versione già nella primavera scorsa e poi in una seconda in parte riveduta con minori impatti nella zona di San Polo, lo scorso 21 dicembre. Lo scopo (puerile) è di concentrare l’attenzione degli enti locali sul pezzetto di linea che li riguarda, facendo così mancare una visione d’insieme, la quale è l’unica che possa prestarsi a un’autentica valutazione politica di ampio respiro».
È chiara la posizione del consigliere comunale e provinciale del Pd, Fabio Del Bello, sul progetto di alta velocità/alta capacità che è tornato di recente alla ribalta dopo essere stato presentato agli amministratori dei Comuni interessati: l’obiettivo per Del Bello dev’essere la cancellazione definitiva del progetto. Il consigliere ricorda che il progetto preliminare è noto da alcuni anni ed è approdato in molte qualificate aule consiliari fatta eccezione, almeno finora, per l’Isontino. Sinteticamente ricorda che negli anni 2009-2010 frequenti sono state le assemblee pubbliche nei comuni della Bassa friulana, «che perdurano tuttora con molta determinazione», dice, che esemplare è stata la condotta del Comune di San Dorligo che negli anni 2009 e 2010 ha condotto una battaglia risultata poi vincente per salvare la Val Rosandra dal percorso ferroviario in galleria e che nel giugno e nel settembre dello scorso anno i consigli comunali di Duino-Aurisina e Sgonico hanno esaminato con i tecnici di Rfi lo schema funzionale-configurazione finale dell’alta velocità/alta capacità Venezia-Trieste.
«Nel novembre 2010 la Commissione per la salvaguardia di Venezia (Regione Veneto, Provincia, Comune, Sovrintendenza, Genio civile, Magistrato delle acque e rappresentanti di ministeri e altre istituzioni) ha sonoramente bocciato il tracciato costiero lungo la gronda lagunare, definita «fascia di altissima fragilità e vulnerabilità e paesaggistica». Il Carso ipogeo, nelle sue peculiarità uniche – chiede il consigliere –, non è forse altrettanto meritevole di tutela da parte di isontini e triestini?». Evidenzia ancora che nello scorso biennio, nell’Isontino, l’iniziativa più rilevante era stata la presentazione del progetto in una pubblica assemblea a cura del Pd di Ronchi, a Selz, nel luglio 2010. In seguito alla presentazione del progetto agli iscritti nella sede del Pd di Monfalcone, il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, ha annunciato per il 28 gennaio un’assemblea del Patto per lo sviluppo allargata sul tema e una seduta ad hoc del consiglio provinciale.
«Questa proposta, assieme alla decisa presa di posizione del sindaco di Doberdò, Paolo Vizintin, dovrebbe finalmente rilanciare il protagonismo politico-istituzionale degli enti locali isontini cui teoricamente, in virtù della antidemocratica Legge obiettivo, spetterebbe soltanto il compito di segnalare le cosiddette “interferenze” nel progetto. La seduta del consiglio provinciale dovrà invece costituire l’occasione per l’innesco di un grande movimento democratico-ambientale. L’obiettivo concreto – conclude – è liberarsi una volta per tutte del progetto dell’Alta velocità ferroviaria sul Carso demolendolo sotto ogni tipo di profilo».
Cristina Visintini