Il Piccolo, 21 dicembre 2010
SI RISCALDA IL DIBATTITO DOPO IL VIA LIBERA ALLA CENTRALE A BIOMASSE DI BISTRIGNA
Depuratore-bis, proteste a Staranzano
Impianto del costo di 3 milioni per il trattamento di scarti industriali da scaricare nella fognatura
di CIRO VITIELLO
STARANZANO Dopo il via libera del Comune di Staranzano all’impianto a biomasse che sarà realizzato a Bistrigna, al confine con il territorio di Monfalcone, è in arrivo un altro mega impianto industriale, questa volta per distillare” acque pericolose che arrivano da fuori Regione. E sono già operativi gli impianti di depurazione delle acque fognarie, quello di compostaggio dei rifiuti umidi ed è già prevista la realizzazione dell’impianto a biomasse alimentato con olio di palma. Lo annuncia con grave preoccupazione il gruppo consiliare “Staranzano Partecipa” con i consiglieri Andrea Corà (capogruppo) e Giovanni Dean, dopo che nei giorni scorsi è arrivata in Comune la documentazione per la Valutazione di impatto ambientale (Via) per la costruzione dell’impianto di trattamento di acque pericolose, “da non realizzare – consiglia il documento – adiacente al depuratore Iris a Bistrigna”. La società richiedente l’impianto è Isi Ambiente srl di Gorizia costituita da Iris Isontina S.Agi.Dep. spa di Roncoferraro (Mantova) Igp srl di Trieste. Costo preventivato dall’opera, 3 milioni di euro. L’area individuata è adiacente all’esistente impianto di depurazione del Comune gestito da Iris Acqua.
Il progetto prevede una capacità ricettiva di 300 tonnellate al giorno di rifiuti liquidi per 250 giorni all’anno, per una potenzialità complessiva di 75mila tonnellate all’anno. L’impianto, dotato di diversi comparti e diverse filiere di trattamento, ha l’obiettivo di pre-trattare i rifiuti ritirati e di rendere il liquido conforme allo scarico in fognatura. E’ stato stimato un passaggio di circa 15 camion al giorno che si aggiungeranno al traffico generato dalla futura centrale a biomasse.
Un fulmine a ciel sereno, dunque, che sta alimentando scompiglio fra la gente dopo le polemiche e le proteste per la costruzione del mega impianto a biomasse la cui area è stata già recintata a Bistrigna.
«Stiamo diventando la pattumiera della Provincia di Gorizia – affermano i consiglieri di SP – visto che l’amministrazione comunale non si preoccupa dei gravi riflessi che queste strutture provocano sui cittadini. Il Comune continua ad accogliere impianti inquinanti per il nostro paese senza curarsi della conseguente perdita di valore del territorio l’impatto visivo, acustico e olfattivo che può generare. Diciamo basta e nel prossimo Consiglio lo faremo ufficialmente con una dichiarazione. La cittadinanza ha il pieno diritto di far sentire la propria voce, di opporsi e di presentare le sue osservazioni e opposizioni entro l8 febbraio 2011».
Ennesimo insediamento industriale a Staranzano
di Denis Furlan
da bora.la
A neanche un anno dall’approvazione definitiva sulla costruzione della discussa centrale a biomasse, Staranzano si ritrova “a dover fare i conti con un altro possibile insediamento industriale di dubbio valore ambientale sul suo già delicato territorio”.
E’ così che la lista civica Staranzano Partecipa accoglie la prevista realizzazione di un nuovo impianto di smaltimento rifiuti pericolosi e non a Staranzano.
E’ in data 15 novembre che è stato avviato l’iter amministrativo per la valutazione di impatto ambientale relativa alla costruzione da parte di Isi Ambiente (società formata da Iris Isontina S.AG.I.DEP SPA di Roncoferraro (Mn) eI.G.P srl di Trieste) di un impianto di trattamento rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi in zona Bistrigna.
“L’impatto dato da una centrale in una zona di alto valore naturalistico è già di per se indiscutibile – sottolineano gli esponenti di Staranzano Partecipa – , l’aggiunta di un ulteriore impianto, che promette di trattare 300 tonnellate al giorno (75,000 tonnellate all’anno) di liquidi pericolosi, non può essere visto che con preoccupazione. Questo tipo dʼimpianto sarebbe lʼunico della Regione e tratterebbe, dunque, tutti i rifiuti di questo tipo nel territorio regionale e forse anche per un raggio più ampio. I 15 mezzi pesanti al giorno, stimati, che andranno a transitare in zona si aggiungeranno alla già intensa mole di traffico generata dalla futura centrale, il che si traduce in un’ulteriore fonte d’inquinamento, degrado ambientale dellʼarea e svalorizzazione del territorio. Se da un lato si ha il beneficio di una ricaduta occupazionale diretta, che comunque darebbe lavoro ad una decina di persone, ed il fatto di non dover trasferire altrove i rifiuti derivati dall’attività industriale del Monfalconese (con ulteriore costo in termini di energia ed inquinamento), non si può altresì rimanere passivi rispetto all’uso che viene fatto del territorio in cui si vive”.
Il gruppo consiliare della lista civica esprime “preoccupazione per gli scarti della lavorazione di questi rifiuti, preoccupazione desta l’impatto visivo, acustico ed olfattivo che un impianto del genere può generare per l’ambiente circostante, sia per la fauna, la flora e non da ultimi i proprietari delle case circostanti, che vedrebbero crollare il valore del proprio immobile. La cittadinanza e chiunque altro si senta coinvolto in questo caso ha il pieno diritto di fare sentire la propria voce e di fare le sue osservazioni presso gli organi comunali preposti entro 8 febbraio 2011 La possibilità di partecipare attivamente alla vita del paese c’è, in questo caso, prima della valutazione di impatto ambientale infatti, gli organi preposti hanno il dovere di visionare e prendere in considerazione, oltre agli elementi ambientali, anche tutte le osservazioni fatte da pubblici e privati in merito”.