Thyssenkrupp/ Operai Abbandonati

Thyssenkrupp: un’altro esempio di tragiche verità

I famigliari delle vittime al processo Thyssenkrupp (Ansa)

 

TORINO

I lavoratori della Thyssen protestano: «Noi scomodi, abbandonati da tutti»

21:38 ECONOMIA Chiedono per lunedì un incontro alla Regione. Vogliono che venga prolungata la cassa integrazione in deroga

MILANO – I tredici lavoratori della Thyssenkrupp che si sono costituiti parte civile e che non sono ancora stati ricollocati sul lavoro, si sentono abbandonati da enti locali e politici. E hanno chiesto per lunedì 27 dicembre un incontro presso la Regione Piemonte per chiedere che venga prolungato per loro il periodo di cassa integrazione in deroga, «come previsto dagli accordi tra azienda e enti locali», dicono in una nota.

NOTA – «Ci è stato negato il lavoro – spiegano – in quanto siamo visti come “scomodi” per la nostra presa di posizione contro la multinazionale tedesca, ma anche a causa della colpevole assenza delle istituzioni, a tutti i livelli». Gli operai dicono di sentirsi abbandonati da tutti. Dal capo dello Stato, dichiarano in una nota «che dopo il commovente discorso di fine anno del 2007 dedicato ai sette operai morti bruciati e tante promesse, nulla ha fatto per migliorare la situazione della sicurezza nei luoghi di lavoro facendo valere il peso del suo ruolo sulla politica». Dal nuovo presidente della Regione il leghista Roberto Cota, «che – si legge – sbandiera ai quattro venti un programma tutto incentrato sulla difesa dei posti di lavoro per i lavoratori del Piemonte, noi ci chiediamo a quali lavoratori si riferisce e come lo sta attuando, con una nuova ricetta Fiat?». Dal Comune di Torino «che nelle persone del sindaco Chiamparino e del suo vice Dealessandri, ci ha del tutto ignorato». Una situazione «paradossale», secondo i tredici lavoratori: «Gli stessi enti locali che hanno sottoscritto gli accordi che prevedono la ricollocazione per tutti i lavoratori e che si sono costituiti parte civile nel processo al fianco degli operai, ci hanno poi completamente abbandonati». (fonte: Ansa)

 

Corriere della Sera 25 dicembre 2010